La tessera del tifoso va già in pensione, diventa ‘‘fidelity card’’ - Diritto di critica
“La tessera del tifoso sta andando bene, con numeri superiori alle nostre aspettative. Abbiamo superato la soglia delle 650mila”. Era il 21 settembre del 2010 quando l’ex ministro dell’Interno Roberto Maroni annunciava in pompa magna i risultati strabilianti dello ‘strumento di fidelizzazione’ per antonomasia, a disposizione dei tifosi e degli appassionati di calcio per accedere agli stadi di tutta Italia. A quasi un anno e mezzo di distanza, anche a causa delle ripetute contestazioni da parte delle tifoserie organizzate di tutto il paese, il Viminale ha deciso di trasformare la tessera, che dal prossimo campionato diverrà una ‘fidelity card’. Meno legata ai circuiti bancari, ma più all’identità del club. Con procedure snellite e molti servizi per chi vorrà dotarsene. Fermo restando che per andare a seguire la propria squadra in trasferta resterà obbligatoria. “La tessera del tifoso ha dato risultati straordinari – ha commentato ieri il vicecapo dell’Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci –, spetterà ai club valorizzare la funzione di fidelity con sconti, agevolazioni e tutto ciò che riterranno necessario per aumentare il senso di appartenenza al club”.
Che qualcosa stesse cambiando, nella valutazione della tessera del tifoso come strumento per combattere la violenza negli stadi, era nell’aria. Le società da diversi mesi stanno approntando iniziative volte alla fidelizzazione dei propri tifosi. A cominciare dalla nuova Roma targata Usa, che ha predisposto un carnet di biglietti per le partite in casa, a prezzi scontati per i possessori della tessera del tifoso. Sono allo studio, inoltre, delle iniziative per chi si reca in trasferta e anche per coloro che non sono dotati della card.
Certo è che la tessera del tifoso non ha una base legislativa solida, visto che poggia su una circolare ministeriale del 14 agosto 2009 che, di fatto, obbligava le società ad ‘adottare’ la tessera pena l’esclusione dal campionato (le autorità di pubblica sicurezza, Vigili del fuoco e Questura non avrebbero dato il nulla osta per lo svolgimento delle gare). Un ricatto travestito da opportunità per i supporter, dove opportunità faceva rima con business e vantaggi anche per le banche (circuito Visa, carta ricaricabile fino a 10mila euro, valida per 5 anni).
“L’Osservatorio sulle manifestazioni sportive – ha precisato il direttore generale della Figc Antonello Valentini – si è reso conto che si poteva dare fiducia alle tifoserie che hanno dimostrato di meritarselo, per fare appello al senso di responsabilità degli appassionati in maniera sana. Tra l’altro – ha aggiunto –, si supera così l’effetto ingiustamente negativo del messaggio passato all’avvio dell’iniziativa: ovvero un meccanismo di operazione di polizia. Non erano queste le intenzioni del Viminale, ma furono così recepite da molti. Dopo aver lavorato a lungo con il capo della polizia Manganelli – ha concluso Valentini –, abbiamo il riscontro dell’Osservatorio: l’evoluzione ci porta verso un modello simile alla card ‘Vivo Azzurro’ per i tifosi della nazionale. Occorre responsabilizzare e fidelizzare i tifosi, magari incentivando il senso di appartenenza”.