Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | December 26, 2024

Scroll to top

Top

Articolo 18, mille euro al mese per un anno. L'ultima proposta della Fornero - Diritto di critica

Articolo 18, mille euro al mese per un anno. L’ultima proposta della Fornero

Mille euro al mese per un anno a chi perde il lavoro. Questa la proposta del governo per la riforma dell’articolo 18. Nessuna possibilità di reintegro, quindi, ma solo una sostanziosa compensazione economica per chi viene licenziato senza giusta causa. “Voglio tutti dentro un buon accordo”, chiede alle parti sociali Elsa Fornero. Ma la Cgil ancora una volta tira il freno a mano. Questa volta il punto della contestazione riguarda la copertura finanziaria di questa scelta. Il governo, infatti, ancora non ha indicato quali risorse verranno impiegate per finanziare i nuovi ammortizzatori.

Il nuovo articolo 18. Il governo ha in mente di eliminare l’obbligo di reintegro e di concedere al lavoratore che ha perso il proprio impiego una compensazione economica pari a 1.000 euro al mese per un anno, anche di fronte ad un licenziamento “economico”, cioè di fronte a quell’interruzione del lavoro provocata dalla crisi. L’articolo 18, come lo conosciamo oggi, rimarrà in vigore solo per licenziamenti dovuti a discriminazione di qualsiasi genere, compresa la maternità.

Disoccupazione, obiettivo dimezzamento. Nell’agenda degli incontri governo-sindacati non c’è solo la questione dell’articolo 18. “L’obiettivo è la riduzione strutturale della disoccupazione che vogliamo portare al 4-5%”, spiega la Fornero. Ancora non è chiaro come questo possa avvenire. Il governo punta su liberalizzazioni e maggiore competitività sul mercato del lavoro. Ma potrebbe non bastare. L’obiettivo è concentrare gli sforzi al sud dove il governo cercherà di favorire l’arrivo di investimenti, ma per ora rimane un progetto dalle linee piuttosto vaghe.

Norme anti-precariato. Per le aziende sarà più costoso optare per contratti a termine. Il governo ha intenzione di aumentare la tassazione su questo tipo di impieghi per disincentivarne l’uso. La maggiore tassazione contribuirà a finanziare i nuovi ammortizzatori sociali. Sul piede di guerra le pillole e medie imprese che utilizzano spesso questo strumento. Secondo Rete Imprese ci sarà un aumento medio di 400 euro l’anno per ogni lavoratore. Oltre a disincentivare i contratti a tempo, il governo punta a colpire le finte collaborazioni e partite Iva.

L’apprendistato. Tramonta l’idea del contratto unico. In ogni modo, l’apprendistato sarà il canale principale e più diffuso per l’assunzione a tempo indeterminato. Le aziende che seguiranno questo percorso potranno usufruire di sgravi contributivi che saranno prorogati di un ulteriore anno se “l’apprendista” verrà assunto. Per favorire l’occupazione, le aziende che assumono a tempo indeterminato potranno inquadrare il nuovo lavoratore fino a due livelli retributivi al di sotto della mansione ricoperta. Le aziende dovranno però fornire precise garanzie formative nei confronti degli apprendisti. Saranno sanzionate le aziende che usufruiranno di questi vantaggi solo per risparmiare.

Un’assicurazione sociale. Novità dell’ultima ora è l’ASPI, assicurazione sociale per l’impiego che, secondo le previsioni del governo, entrerà in vigore nel 2015. Sostituirà tutte le indennità che non rientrano sotto l’ombrello della cassa integrazione ordinaria e parte di quella straordinaria. Varrà nei confronti di tutti i lavoratori che hanno contratti a tempo determinato. Sostituirà l’indennità di mobilità, l’assegno di disoccupazione, l’una tantum per i co.co.pro. Per usufruirne il lavoratore dovrà essere iscritto all’assicurazione da almeno due anni e aver versato almeno 52 settimane di contributi nell’ultimo biennio. Il valore mensile dell’assegno non potrà superare i 1.200 euro e la copertura varrà per 12 mesi (15 mesi per i lavoratori sopra i 58 anni). Per evitare abusi da parte dei lavoratori e per incentivarli a cercare un nuovo impiego, ogni 6 mesi l’assegno subirà una riduzione del 15%.

Twitter: @PaoloRibichini

Comments

  1. vai a lavorare sulla catena di montaggio in fabbrica, così magari riuscirai a capire qualche cosa del lavoro vero !! quello che tiene in piedi l’Italia !

    • Italiano Deluso

      Nessuno crede che il 2012 avrebbe segnato la fine “Ma non per il mondo intero”  ma per i lavoratori. I lavoratori Italiani che ne subiranno un danno irreversibile. Chi avrà la possibilità di farsi un mutuo per comprare casa? Ammesso che gli sia concesso con i nuovi contratti. Con 1000 euro al mese per un anno a un lavoratore che ha dai 40/50 con un affitto da pagare con o senza famiglia che ci fa? Chi assume più una persona di quella età. La flessibilità in uscita dal lavoro in modo tale da rafforzare alcune aziende ancor di più nell’esercitare il mobbing nei confronti del lavoratore fino a costringerlo ad autolicenziarsi senza nessun compenso. Oggi, con queste novità e poche tutele per il lavoratore sarebbe psicologicamente ancor di più dannoso per lo stesso. Poi, in fine, c’è l’assicurazione sociale,  un assegno che non potrà superare i 1.200 euro e la copertura varrà per 12 mesi (15 mesi per i lavoratori sopra i 58 anni). Ma per evitare abusi da parte dei LAVORATORI e per incentivarli a cercare un nuovo IMPIEGO, ogni 6 mesi l’assegno subirà una riduzione del 15%. Certo, già consapevoli che un’altro lavoro i licenziati non lo troveranno mai si premuniscono nel togliere pure quello. Beh, non demoralizziamoci, siamo nel 2012 i MAYA l’avevano previsto.

  2. Orring

    E a carico di chi sarebbero questi 1000 euro al mese? Del datore di lavoro o dello stato? E poi, come al solito, ci saranno i soliti furbi che, perso il posto di lavoro, si prenderanno i 1000 euro al mese e andranno a lavorare a nero per altri 1500. Ma chi controllerà poi il tutto? In Italia ci sono troppi furbi che prendono ciò di cui non hanno diritto. Secondo me non è una buaona soluzione.

    • Rosario Sudano

       scusa ma in nero chi ti da mai 1500€?

  3. Supermoz

    vergognati!!! le regole devono essere messe anche x le aziende!!! un generico “tagliamo x crisi” è una cazzata colossale!! qualunque azienda che finisce con SPA.. se avesse le mani libere.. pur di avere UTILI=DIVIDENDI maggiori.. truccherebbe xsino i bilanci x far risultare in crisi e licenziare (a carico dello stao) i suoi di pendenti!!  

  4. Arhy

    l’articolo 18 non ha mai impedito alle aziende di licenziare… una mia amica è stata licenziata pochi giorni fa … ma continuiamo così …