Costa Crociere, la lettera di scuse ai clienti che “scarica" Schettino - [leggi] - Diritto di critica
L’ordine di spedizione è partito prima della nuova, imprevedibile tragedia sfiorata lunedì scorso in pieno Oceano Indiano dalla Costa Allegra, e ha come data il 6 febbraio 2012. La lettera dovrebbe spiegare quali sono state le responsabilità e le azioni dell’equipaggio durante il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio quella maledetta notte del 13 gennaio. Una missiva rivolta ai soci del ‘Costa Club’, a chi “dimostra da tempo la propria fiducia e vicinanza alla società”. Riportiamo su Diritto di Critica un estratto della lettera inviata e sottoscritta dal Presidente e Amministratore Delegato di Costa Crociere Pier Luigi Foschi. E’ possibile, inoltre, consultare integralmente la missiva sul nostro sito.
“Il terribile incidente della Costa Concordia – si legge nella lettera – ci ha colpito nei nostri affetti più cari: i nostri Ospiti, i nostri dipendenti, una delle nostre magnifiche navi. Soffriamo per le sofferenze e il disagio che queste persone hanno subito e per il dolore delle famiglie delle vittime. Circa 1.100 persone – prosegue la missiva della Costa –, in tutto il mondo sono oggi impegnate senza sosta dalla serata di venerdì 13 gennaio nella gestione di questo terribile incidente per supportare le operazioni di salvataggio e assistere Ospiti ed equipaggio per farli ricongiungere alle loro famiglie, riportandoli ai loro luoghi di residenza”. Colpisce sapere come, a distanza di più di venti giorni dalla tragedia (la lettera reca la data del 6 febbraio, ma è arrivata ai soci solo la settimana scorsa), ci fossero ancora passeggeri della nave lontani dalle proprie famiglie e dalla propria casa.
La Costa Crociere fornisce poche spiegazioni su quanto accaduto a bordo della Concordia, limitandosi ad accusare il comandante Francesco Schettino: “evento apparentemente causato da un unico errore umano” (il riferimento è implicito). Finora sono indagati i vertici della Costa, gli ufficiali che erano in plancia la sera del tragico incidente e alcuni dipendenti della compagnia. Gli indagati sono Roberto Ferrarini (capo dell’unità di crisi di Costa Crociere), Manfred Ursprunger (executive vice presidente fleet operation), Paolo Parodi (fleet superintendent di Costa) e gli ufficiali Andrea Bongiovanni, Roberto Bosio, Silvia Coronica e Salvatore Ursino, oltre al comandante Francesco Schettino e al suo vice Ciro Ambrosio.
I concitati minuti dello sbarco dei passeggeri (il segnale di abbandonare la nave, secondo la versione di Schettino, è stato dato dopo circa 50 minuti rispetto a quello generale, mentre per la procura circa 10 minuti dopo) sono raccontati dalla Costa esaltando la preparazione dell’equipaggio della nave: “Sappiamo degli atti di eroismo di membri dell’equipaggio che hanno anteposto l’altrui sicurezza alla propria. L’equipaggio – si legge nella lettera -, si è comportato in modo encomiabile in una situazione di estrema difficoltà, riuscendo nelle condizioni terribili in cui si trovavano, ad evacuare oltre 4000 persone nel minor tempo possibile”.
Senza dimenticare che la prontezza dell’equipaggio della Concordia ha permesso di evacuare migliaia di persone in un tempo limitato, non si può non ricordare come alcuni passeggeri abbiano testimoniato lo stato di disorientamento di alcuni addetti allo sbarco, anche a causa delle precarie condizioni della nave, parzialmente inclinata per via dell’allagamento dei 6 motori elettrici di propulsione. La difficoltà nel calare in acqua le scialuppe, in alcuni casi non completamente piene per evitare di appesantirle troppo. “Tutti i membri dei nostri equipaggi – si legge nella lettera –, dispongono di uno specifico addestramento per la gestione delle emergenze e per assistere gli Ospiti in caso di abbandono nave. Ogni membro dei nostri equipaggi si è formato attraverso esercitazioni di abbandono nave, che si ripetono costantemente ogni due settimane. Ruoli – si precisa -, responsabilità e compiti sono chiaramente definiti e assegnati per consentire la gestione di una situazione così importante”.
E le esercitazioni di sicurezza per i passeggeri? Gli ospiti della nave, saliti a bordo dal porto di Civitavecchia, hanno lamentato l’assenza di corsi di addestramento per far fronte alla situazione di emergenza. “Per gli Ospiti in crociera – precisa la Costa – è prevista un’esercitazione entro 24 ore dal giorno dell’imbarco, come richiesto dalla legge. Costa Crociere ha un sistema computerizzato che consente di verificare che tutti gli Ospiti abbiano partecipato all’esercitazione”.
Qualcosa nelle operazioni di abbandono della nave, però, deve non aver funzionato, perché alcune vittime sono state ritrovate in differenti punti della nave. Come per esempio sul ponte quattro o in uno degli ascensori della Concordia, nelle zone allagate, pur con i giubbotti di salvataggio. “Per garantire la massima sicurezza – conclude la lettera di Costa Crociere –, in tutte le navi del gruppo sono disponibili giubbotti di salvataggio, lance e zattere in numero superiore al massimo delle persone che possono essere ospitate dalla nave. Nelle lance sono presenti dotazioni di sicurezza, come riserve d’acqua, cibo, cassette medicinali e strumenti di segnalazione e comunicazione, che consentono di aspettare in sicurezza l’arrivo dei soccorsi. Le lance, inoltre, sono oggetto di scrupolose verifiche periodiche da parte del personale di bordo e degli organismi di certificazione”.
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