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Diritto di critica | November 22, 2024

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L'Italia sotto inchiesta Ue, "102 discariche non a norma" - Diritto di critica

L’Italia sotto inchiesta Ue, “102 discariche non a norma”

Era annunciato da tempo. L’Europa non poteva più continuare a guardare di fronte ad una situazione da terzo mondo. Così Bruxelles ha aperto nei confronti dell’Italia una procedura d’infrazione sul problema annoso dei rifiuti. Il problema, secondo l’Europa, non riguarda solo Napoli, ma un po’ tutto il territorio nazionale. Infatti, il procedimento riguarda la gestione di addirittura “102 discariche, di cui tre di rifiuti pericolosi, non conformi alla direttiva Ue del 1999”, dalla Puglia alla Lombardia.

Le discariche irregolari. Secondo la Ue queste discariche non sono state chiuse o messe a norma entro il 16 luglio 2009, in ottemperanza ad una direttiva europea del 1999. Il giorno della scadenza la Ue ha chiesto al governo italiano spiegazioni a riguardo, riscontrando un ritardo di adeguamento. Nel 2010, non essendo riusciti per via informale a convincere le autorità italiane a prendere provvedimenti, viene aperta una procedura di “pre-infrazione”. Nulla, o quasi viene fatto. L’adeguamento o la chiusura dal 1999 ha riguardato meno della metà delle discariche non a norma. Così, oggi l’Italia rischia di ritrovarsi a pagare milioni di euro di multa. Non sono bastati 12 anni di avvisi.

Si può ancora fare qualcosa. Certo, l’invio di una lettera di costituzione in mora rappresenta solo la prima tappa della procedura di infrazione al Trattato Ue. La seconda è il “parere motivato” e, se il Paese non si conforma ancora, c’è il ricorso alla Corte di giustizia europea. C’è ancora tempo per mettere le cose a posto, ma come sempre manca la forza politica di prendere decisioni costose e impopolari.

Termovalorizzatori e riciclo, ma c’è un problema culturale. “Ci sono troppe discariche in Italia, che non sono da anni identificate come una soluzione per la gestione dei rifiuti”, ha commentato il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. “L’infrazione è quindi uno stimolo ad aumentare e rafforzare la raccolta differenziata e anche ad aumentare la quota di recupero energetico dai rifiuti. Bisogna lavorare in questa direzione”. Ma la raccolta differenziata è ancora agli arbori in questo paese. In parte per un problema culturale, in parte per la cattiva gestione, soprattutto nei grandi comuni. Poi ci sono forti resistenze per i gassificatori e per i termovalorizzatori. Paure per la salute talvolta fondate a causa della malagestione degli impianti. Paure che non devono trasformarsi in un no senza se e senza ma.

Twitter: @PaoloRibichini