Il letargo dei sindacati sui contratti RAI - Diritto di critica
L’EDITORIALE – Non i sindacati ma un gruppo di precari che proprio dalle associazioni dei lavoratori avrebbero dovuto essere difesi e tutelati. A portare alla luce lo scandalo della cosiddetta “clausola di maternità” presente in alcuni contratti RAI, infatti, sono stati i giornalisti del Coordinamento romano “Errori di Stampa” (vedi la pagina Facebook). Non la Cgil, non la Cisl, non la Uil, non l’UsigRai e menchemeno la Federazione Nazionale della Stampa.
Distratti forse dal tormentone dell’articolo 18 e da una riforma del lavoro che sembra sempre “volare troppo alto” rispetto alla quotidianità di chi firma contratti, nessun sindacalista – pare – si è mai “accorto” di quella clausola che la televisione di Stato faceva sottoscrivere ad alcuni giornalisti e collaboratori. La stessa Susanna Camusso si è trovata a rincorrere la notizia, dando un giudizio abbastanza prevedibile: «Un contratto assolutamente illegittimo perché considera causa di risoluzione del rapporto di lavoro la malattia, l’infortunio e la gravidanza […] È del tutto evidente – ha proseguito – che norme di questo tipo sono non solo in contrasto con la legislazione vigente, ma non riservano il rispetto dovuto alle lavoratrici e ai lavoratori. Tutto ciò, inoltre, conferma come la Rai, insieme purtroppo a tante altre imprese italiane, faccia abuso di contratti atipici e di finti lavoratori autonomi». Per questo «oltre a rivendicare la necessità che la Rai metta immediatamente fine a questa pratica ne approfittiamo per rammentare l’urgenza del ripristino della legge contro le dimissioni in bianco. Fatti come questi sono la palese dimostrazione di come non andrebbero mai cancellate le norme che tutelano i lavoratori contro le discriminazioni».
Allo stesso modo ha “inseguito” la notizia la Federazione Nazionale della Stampa che solo ieri commentava: ”Suscita unanime riprovazione e condanna la clausola anti maternita’, inserita nei formulari convenzionali per prestazioni professionali autonome nella Rai, ma – se è vero che tale norma non è stata mai applicata – scandalo ancora più penetrante potrebbe essere un altro: ci sono collaborazioni pagate come prestazioni professionali che invece nascondono forme di lavoro subordinato?”. Queste macchine mastodontiche a rischio implosione quali sono i sindacati, dunque, si stanno rivelando sempre più spesso miopi o quantomeno disattente verso le tante istante di un mercato del lavoro che non va verso l’articolo18 ma precipita nel cono di una deregolamentazione pericolosa se attuata “all’italiana”. Mentre l’Usigrai commentava (quasi giustificandosi): “Anche noi che abbiamo ottenuto nel contratto e negli accordi del precariato tutte le garanzie possibili per la tutela della maternita’ attendiamo che la Rai chiarisca la vicenda denunciata da ‘Erroridistampa’ su una sorta di clausola di gravidanza, precisando che si tratta di contratti stipulati nelle reti e non nelle testate dove vigilano i nostri comitati di redazione e che comunque fino ad oggi nessuna giornalista ha ritenuto di portare, anche riservatamente, all’attenzione dell’Usigrai l’esistenza di una clausola del
genere”.
Il tam tam su Facebook e Twitter, invece, è partito da un blog di giovani giornalisti, colleghi che – al di là dei proclami di questo o quel sindacato – tutti i giorni si spezzano la schiena per produrre quell’informazione che tutti vorrebbero “libera” ma che in realtà è precaria è ben poco tutelata. E sono gli stessi colleghi che alcuni giorni fa hanno convocato una conferenza stampa presso la Provincia di Roma per denunciare i prezzi “da fame” che quotidiani e agenzie propongono ai propri collaboratori: un’inchiesta e una querela si “rischiano” spesso per pochi euro ad articolo e senza alcuna copertura legale.
Questa è l’Italia, questa è la “casta”, questa è la libertà di stampa.
TWITTER@emilioftorsello
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bravo emilio, bel pezzo!
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DELEGARE..DELEGARE–DELEGARE !!! C ‘ E ‘ qualcuno (tanti poltronai) che sfruttano i permessi sindacali (diritto innegabile) per fare i cavoli loro e non si preuccupano dei diritti dei loro iscritti.. Le deleghe (in questi casi ) devono essere tolte !!
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La RAI, i precari e l’USIGRAI
http://www.amedeoricucci.it Non possiamo che plaudere alla Rai che fa marcia indietro e rinuncia alla scandalosa clausola sulla maternità nei contratti di lavoro autonomo per i suoi collaboratori a tempo determinato. Sarebbe però il caso di cogliere la palla al balzo per affrontare di petto il nodo del lavoro giornalistico nel…
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