“Sei incinta? Ti licenzio”, la clausola shock nei contratti Rai - Diritto di critica
Pubblichiamo di seguito la lettera di Errori di Stampa, il Coordinamento dei giornalisti precari romani, inviata al Direttore generale della Rai Lorenza Lei, sulla “clausola di gravidanza” contenuta in alcuni contratti di consulenza della Tv pubblica.
Cara direttrice,
a scriverle è un gruppo di giornalisti precari riuniti nel coordinamento “Errori di stampa”.
Quando è stata nominata come direttore generale della Rai abbiamo sperato che questo cambio al vertice nella più grande azienda editoriale italiana potesse essere il segno di una volontà di miglioramento rispetto al passato. Più precisamente, abbiamo sperato che la sua nomina fosse l’inizio di un’inversione di rotta nelle politiche interne all’azienda, anche e soprattutto nei confronti di chi, di questa azienda, è l’anima e lo scheletro insieme: i suoi lavoratori. Molti dei quali, circa 1600, sono precari.
Sappiamo che più della metà dei “precaRAI” sono giornalisti, ma è impossibile conoscere il numero esatto. La politica di via Mazzini, infatti, da anni, è quella di assumere i giornalisti che lavorano per i programmi di rete e non di testata con contratti-truffa come quelli da “consulente”, “presentatore-regista” o “programmista-regista”. Etichette dietro alle quali, nella gran parte dei casi, si celano redattori che svolgono attività puramente giornalistica. Assunti però senza uno straccio di tutela, pagati a partita iva e a puntata, a fronte di fatture in cui è vietata inserire la voce Inpgi, l’istituto di previdenza sociale giornalistica.
Non dimentichiamo la sua firma sull’accordo sindacale che stabiizza i bacini A e B di precari interni, segnale in sè positivo e rivoluzionario rispetto al passato. Ma crediamo che per parlare davvero di miglioramento nel servizio pubblico nazionale qualcosa in più debba essere fatto.
Per questo le chiediamo di porre fine al proliferare di contratti “ultraleggeri”, di sostituirli con scritture più’ serie, realisticamente rispondenti alle mansioni del lavoratore. E di stralciare dal testo la penosa “clausola gravidanza” contenuta al punto 10 del contratto di consulenza.
Sull’interpretazione di quel punto non ci sono dubbi: se una donna rimane incinta la Rai potrà valutare l’incidenza della gravidanza sulla produttività della lavoratrice e, se questa ne risultasse compromessa, si riserva sostanzialmente di risolvere il contratto. In Rai, quindi, l’azienda editoriale che lei dirige, non solo i giornalisti sono “consulenti”, pagati a cottimo e costretti a versare Inps o Enpals al posto dell’Inpgi. Ma hanno anche l’umiliazione di sapere che scegliere un figlio potrebbe implicare la rinuncia coatta al lavoro.
Noi riteniamo che quella clausola sia retrograda e illegale. È un ostacolo formale vergognoso al raggiungimento di condizioni di reale eguaglianza fra lavoratori (precari) e lavoratrici (precarie): una palese violazione dell’articolo 3 della Costituzione. Siamo convinti che lei non può non essere d’accordo con noi.
Per questo, Direttrice Lei, le chiediamo non solo di eliminare i contratti-truffa di consulenza, ma anche di cancellare da tutti i contratti Rai l’insopportabile “clausola gravidanza”. Sarebbe un gesto di civiltà concreto e tangibile di un direttore-donna nei confronti delle tante lavoratrici già sufficientemente umiliate da un’azienda che le paga a gettone.Direttrice Lei, in riferimento ad Adriano Celentano presente sul palco dell’Ariston, lei ha chiesto che l’ultima sera del Festival prevalessero “buon senso e correttezza”. Noi crediamo che buon senso e correttezza debbano prevalere non solo in una serata, ma in tutte le trasmissioni e per tutti i contratti della Rai.Restiamo in attesa di un suo positivo riscontro.
I giornalisti del coordinamento “Errori di stampa”
Nel pomeriggio è poi arrivata la replica della Rai, che pubblichiamo di seguito:
“La RAI conferma di essersi sempre scrupolosamente attenuta al rispetto delle norme a tutela della maternità. Non esiste quindi alcuna clausola che possa consentire la risoluzione anticipata dei rapporti lavorativi del personale con contratto, anche a termine, di natura subordinata.
Quanto ai contratti di lavoro autonomo – ai quali come noto non si applica lo Statuto dei Lavoratori né le relative tutele – la RAI precisa di non essersi mai sognata di interrompere unilateralmente contratti di collaborazione a causa di maternità, a meno che questo non sia stato richiesto dalle collaboratrici interessate per ragioni attinenti allo stato di salute o alla loro sfera personale.
Ogni qualvolta si sia determinata l’esigenza di interrompere i contratti – si ripete su richiesta delle collaboratrici – RAI si è sempre adoperata per assicurare loro futuri impegni professionali al venir meno della ragione impeditiva pur senza aver alcun obbligo di legge al riguardo”.
Inoltre, la stessa Lorenza Lei interviene con una nota:
“Ho dato agli uffici competenti l’incarico di valutare interventi sulla clausola, anche se tengo a sottolineare che in Rai non c’è mai stata alcuna discriminazione o rivendicazione in merito, né certamente sono mai emersi, fin qui, dubbi di legittimità”.
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poveri dementi leccaculo di grillo hanno rovinato il blog.i post piu intelligenti sono( primo ) o (fruttaro forse ti ho fregato).e grillo è una merda perche censura le persone che hanno qualcosa di interessante da dire
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dev’essere proprio come dici tu….. la prova è che non ti hanno censurato…
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grillo sei una merda
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grillo sei un cagasotto se aspetti le elezioni non ci sara piu niente da fare per salvare l’italia ma nel frattempo avrai venduto qualche libro in piu.bravo
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Grillo è una merda e quelli che hanno scritto sotto sono le scarpe!
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