Bertolaso a processo, davanti ai giudici "l'operazione mediatica" della Grandi Rischi - Diritto di critica
Di Guido Bertolaso quasi non si parla più. Ad eccezione di una sua battuta sulla neve a Roma, infatti, le vicende giudiziarie che lo riguardano sono ormai relegate nelle cronache dei giornali aquilani, gli unici che ancora si occupano di un processo cruciale come quello a carico della Commissione Grandi Rischi, accusata di aver compiuto analisi superficiali e aver dato false rassicurazioni agli aquilani nella riunione del 31 marzo 2009, inducendo molte delle 309 vittime del sisma a restare a casa.
Gli imputati sono Franco Barberi, presidente vicario della commissione Grandi Rischi, Bernardo De Bernardinis (l’unico che fino a oggi è stato sempre presente in aula), già vice capo del settore tecnico del dipartimento di Protezione civile, Enzo Boschi, all’epoca presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, Giulio Selvaggi, direttore del Centro nazionale terremoti, Gian Michele Calvi, direttore di Eucentre e responsabile del progetto Case, Claudio Eva, ordinario di Fisica all’Università di Genova e Mauro Dolce, direttore dell’ufficio rischio sismico di Protezione civile. I capi di imputazione per tutti sono di omicidio colposo plurimo, disastro colposo e lesioni personali colpose.
Ma un nuovo filone di indagine è stato aperto proprio a carico di Guido Bertolaso, dopo la diffusione dell’intercettazione di una telefonata con l’assessore regionale Daniela Stati, in cui l’ex capo della Protezione Civile definiva la riunione della Commissione Grandi Rischi «più un’operazione mediatica», convocata «non perché abbiamo paura, ma per tranquillizzare».
“La riunione – ha spiegato Bertolaso – è stata convocata soprattutto dopo un comunicato della Protezione civile locale che aveva escluso che ci sarebbero state delle scosse. Quando ho letto queste affermazioni sulle agenzie sono sobbalzato e ho deciso di chiamare l’allora assessore alla Protezione civile Daniela Stati per organizzare questa riunione”. Calmo, attento e documentato, sull’aspetto “mediatico” dell’operazione l’ex capo dipartimento ha specificato che “quella riunione non fu un’operazione mediatica nell’accezione dispregiativa del termine, ma la risposta più adeguata per dare informazioni, visti gli allarmismi anche di persone incompetenti e, addirittura, la divulgazione di notizie incontrollate fatte anche con auto che giravano con gli altoparlanti per le zone interessate dalle scosse”.
Non è mancata, infine, la stoccata a Giampaolo Giuliani: «i nove scienziati sui terremoti che si riunirono all’Aquila su mia richiesta dopo il sisma – ha concluso Bertolaso – stabilirono che il gas radon non aveva alcun valore come precursore sismico».