Il sacerdote che fa politica. E piace tanto ai radical-chic - Diritto di critica
IL COMMENTO – “La Chiesa non si immischi nelle questioni italiane“. “Non faccia politica“. “Si curi solo delle questioni dell’anima“. Sono questi i tormentoni che più spesso si sentono ripetere nei bar ma anche nei salotti della politica. Eppure qualcuno chiude un occhio, distinguendo in modo subdolo tra una Chiesa buona – mediatica – e una cattiva; tra una Chiesa che può andare in televisione – magari da Fazio e da Saviano – e una che invece resta fuori dal circolo eletto del radical chic italiota.
E’ il caso di un sacerdote che tempo fa ebbe a dire di trovarsi più a suo agio nelle sedi della Cgil che non in Chiesa: don Andrea Gallo. Prete “rivoluzionario”, vicino agli ambienti di Sinistra Ecologia e Libertà, che dopo il tracollo del Partito democratico a Genova ha rilasciato un’intervista al Corriere della Sera per dire chiaramente che “i nomi proposti dal Pd – Marta Vincenzi e Roberta Pinotti -, erano espressione del vecchio, della nomenclatura“, ribadendo che “a seppellire il Pd è stato soprattutto il fango morale, la corruzione e la lontananza dagli elettori di un partito che non sa stare in mezzo alla gente, capire i bisogni reali di precari, disoccupati, cassintegrati. Stessa lontananza mostrata da Rifondazione comunista, che alle primarie ha persino scelto di non appoggiare alcun candidato. All’opposto di Sinistra, ecologia e libertà, più calata tra gli elettori e che, non a caso, ha chiesto di poter appoggiare Doria“.
Coerenza vorrebbe che al sacerdote di cui sopra si facesse notare l’ingerenza nella vita politica di una città. Don Gallo – è inutile prendersi in giro – è un personaggio ben noto ai media e alle cronache e ha dichiarato di aver sostenuto il candidato di SEL. E se la stessa affermazione l’avesse fatta questo o quel cardinale, magari appoggiando il Berlusconi di turno con parole e interviste? Sarebbe accaduto il finimondo. Ma questa è la doppia via italiana, una coerenza che si fatica a trovare anche in quei politici che a parole la predicano sempre. Ma nei confronti degli altri.
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Infatti un cardinale qualsiasi non puo’ e non deve ingerire in nessun modo nella vita politica italiana,non per il ruolo che ricoprono ma per le stronzate che dicono.E’ gente fuori luogo e fuori tempo,affezzionata a valori e comandamenti preistorici che oramai nemmeno loro rispettano,e forse non li hanno mai rispettati.Mi sono sempre chiesto come facciano a reprimere per 70/80 anni i proprio impulsi sessuali,faccio fatica a pensare che siano tutti impotenti o cosi’ “potenti” da poter dominare un’erezione spontanea.
Sono una manica ipocriti che drogano le popolazioni da secoli,e sono convinto che se Dio siste,Don Gallo lo rappresenta meglio del Papa e tutto lo stato maggiore vaticano.
Poi non capisco che ti tipo di ingerenza negativa potrebbe fare un vice parroco di non so quale paese sperduto,che beve birra e fuma il sigaro ad un Gay Pride piuttosto che ad un presidio popolare per un “Si” all’acqua pubblica.
Che dovrebbe dire invece un cardinale qualsiasi?
Che i profilattici vanno messo al bando,che non devi masturbarti,che non devi aver rapporti sessuali prima del matrimonio,che l’omosessialita’ è una malattia e numeroso altre cavolate veramente preistoriche,quasi incivili. -
se ha letto l’articolo si sarà ben reso conto che vale per tutti.
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So bene chi è don Gallo, caro Elio. E per questo dico: si impegnasse in opere di carità, senza immischiarsi in questioni di politica. Si legga l’intervista che ha rilasciato al Corriere. Conviene.
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Ma infatti qui si parla delle sue dichiarazioni politiche, non del valore delle opere di bene che nessuno discute. Non confondiamo.
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ma perche’ un prete non puo’ avere idee ed esternarle? Si deve uniformare ai diktat papali come nel1948,quando si diceva che i comunisti mangiano i bambini ? Non mi pare che la chiesa stia dando esempi edificanti in questo momento:ha ragione Celentano,parla un linguaggio vecchio e superato.Ai sermoni domenicali io mi annoio,vorrei un prete come donGallo che mi dicesse cose su cui riflettere per tutta la settimana fino al successivo incontro domenicale.La chiesa deve cambiare e tornare alle origini e’ diventata troppo mondana e lontana dalla vita vissuta.
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