Il mondo fatato del calcio, prezzi alle stelle ma in Europa gli stadi sono pieni - Diritto di critica
Stadi fatiscenti, scarsa attenzione al tifoso, mancanza di una cultura sportiva. Il calcio italiano stenta a decollare e a tenere il passo degli altri paesi. All’avanguardia negli anni ’90, in occasione dei Mondiali, nel tempo ha perso sempre più smalto, non adeguatamente assistito dalla politica. Tuttora da tutti è invocata una normativa che favorisca, eliminando burocrazia e lungaggini, la costruzione di nuovi impianti sportivi per incrementare i guadagni delle società e competere con i club più prestigiosi a livello continentale. Nel bilancio delle squadre italiane, infatti, la voce ‘ricavi’ da stadio (biglietti, merchandising, commerciale) fa registrare un dato poco significativo rispetto alle compagini europee. Il che si traduce in scarsità di investimenti da impiegare anche nel calciomercato per accrescere il tasso tecnico delle squadre.
Non è un caso che nelle ultime 15 stagioni (fatta eccezione per l’Inter nel 2010, per il Milan nelle edizioni 2003 e 2007 e per il Porto nel 2004) la Champions League è stata conquistata da club che militano nei maggiori campionati europei. Segno di una crescita esponenziale che ha portato il campionato inglese e quello spagnolo (tra poco anche quello tedesco) a superare quello italiano, per quanto riguarda prestigio, introiti e disponibilità di capitali. Le risorse economiche, per la gran parte, provengono da imprenditori e magnati di altri paesi come Russia, Dubai, Emirati Arabi. Gli investimenti sono attratti, soprattutto, dall’Inghilterra e dalla Germania grazie alla certezza della legislazione, al rispetto delle regole e alla serietà delle istituzioni.
In Italia il circuito calcistico, filo-nazionalista, è stato spezzato quest’anno dagli investimenti di marca statunitense. La Roma, dopo una lunga trattativa, è stata acquistata da un consorzio di imprenditori con a capo Thomas Di Benedetto. La nuova strategia, made in Usa, promette di incrementare i guadagni grazie alla costruzione di un nuovo stadio (previsioni ottimistiche fanno pensare ad un impianto pronto entro 5 anni), alla valorizzazione del merchandising, allo sfruttamento del logo, a una nuova comunicazione che metta al centro il tifoso. E le altre società? Il presidente del Palermo Maurizio Zamparini sta cercando di convincere imprenditori sauditi e indiani a investire nel calcio italiano.
Nel frattempo, i proprietari dei club italiani cercano di massimizzare i profitti, aumentando il prezzo dei biglietti, nonostante gli stadi siano al limite della praticabilità. Come a Napoli, dove in occasione della prossima partita di Champions League il 21 febbraio contro gli inglesi del Chelsea, il costo dei tagliandi oscillerà tra i 30 euro per le Curve e le 250 euro per la Tribuna d’Onore. Il settore dei Distinti, che dovrebbe essere rivolto al tifoso medio, costerà 100 euro. Immediata la protesta dei tifosi napoletani, che su Facebook hanno invitato a disertare lo stadio, in quella che la partita più importante degli ultimi 20 anni, dai tempi di Maradona. La prevendita, per ora, è andata a rilento, ma per oggi è prevista un’impennata perché saranno in vendita le curve, settori più economici dello stadio e zoccolo duro della passione partenopea. Sul forum riservato ai tifosi del sito ufficiale del Napoli, un post annuncia una petizione online che mira al raggiungimento di 5mila firme da consegnare al Codacons, per denunciare un rincaro del 120% rispetto alle partite di campionato.
In Europa, confrontando paesi come Spagna, Inghilterra e Germania, si nota come la Champions League sia capace di attrarre grande interesse di pubblico, anche in una situazione economica difficile. Il carnet di biglietti per assistere agli ottavi di finale Arsenal – Milan va dai ‘popolari’ 264 euro ai 722 euro per la tribuna Vip. Uno sproposito se paragonati ai prezzi italiani, pur sempre elevati. In Germania, per gli ottavi di Champions Bayern Monaco – Basilea, la ‘categoria 2’, la più economica, costa 219 euro e la tribuna Vip si può acquistare per la ‘modica’ cifra di 294 euro. In Spagna prezzi più contenuti, visto la crisi economica: per la partita Barcellona – Bayer Leverkusen, si va dagli 88 euro per le curve ai 265 euro per i vip Gold. Per ciò che riguarda i prossimi Europei di calcio, che si disputeranno in Ucraina e Polonia, i siti internet già propongono pacchetti studiati ad hoc, anche per le partite dell’Italia, nel girone: hotel + 3 partite a 880 euro o 750 euro per le sole tre sfide contro Spagna, Croazia e Irlanda. I costi aumentano per assicurarsi i tagliandi per le semifinali o la finale della competizione (450-490 euro). Come dire, in tempo di crisi, i soldi per il calcio si trovano sempre.
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