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Diritto di critica | November 16, 2024

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Sulla Protezione civile Alemanno ha ragione, ma a Roma è colpa sua - Diritto di critica

Sulla Protezione civile Alemanno ha ragione, ma a Roma è colpa sua

È stato un weekend paradossale. Mentre quasi tutta l’Italia era sotto una coltre di almeno un metro di neve, Roma, la città del centro-nord meno colpita, è andata completamente in tilt. Sono bastati 30 centimetri di deposito a terra per generare il panico collettivo e paralizzare la Capitale d’Italia.

Cosa non ha funzionato. Alle 12 di venerdì, mentre comparivano i primi fiocchi, molti romani, sprovvisti di catene e convinti dell’impreparazione del Comune, hanno abbandonato il proprio posto di lavoro e si sono riversati per le strade. Un disastro: 280 km di code per la città, ore e ore per percorrere poche centinaia di metri. Così è partita la salatura delle strade, anche se in molte zone la neve cadeva mista a pioggia, dissolvendo l’effetto del sale. Viste le previsioni della Protezione civile, il Comune, che ha a disposizione solo 5 spazzaneve, chiede l’assistenza di aziende private. Molte di queste, nonostante una prima disponibilità, non forniscono i mezzi richiesti o li forniscono in misura minore. Non veri e propri spazzaneve, ma camion con lame montate sullo scudo frontale. Alle 23 inizia a nevicare su tutta la città. Una vera e propria bufera che provoca rapidamente depositi su strade, marciapiedi ed aiuole. In molte zone nemmeno l’ombra di mezzi spazzaneve o mezzi con il sale. Così, al mattino, la città si risveglia senza bus e taxi in circolazione. Pochissime le auto in giro, ma è sabato. Tutti ai parchi per immortalare un paesaggio insolito per una città che ha visto l’ultima volta una nevicata simile nel lontano 1985. E dopo la neve, il ghiaccio. Sabato sera le strade erano ricoperte da enormi lastre di ghiaccio, come anche domenica mattina ed in serata.

Una città non attrezzata. Roma è una città dove raramente nevica. Dal 1985 ad oggi, ci sono state alcune nevicate senza deposito o con deposito molto modesto. Ma negli ultimi anni, queste precipitazioni si sono fatte più frequenti: ben quattro, compresa quest’ultima. Forse per colpa dei cambiamenti climatici, la città è sempre più spesso interessata da eventi meteorologici. Ma nulla è stato fatto per rendere Roma in grado di affrontare certe situazioni. Anche le ferrovie sono andate in tilt perché la stazione Termini non è fornita di sistemi di riscaldamento degli scambi.

Polemiche senza senso. La colpa del sindaco Gianni Alemanno è evidente. Nonostante lui neghi in ogni modo di avere responsabilità in merito: “Sono stato informato male, sono stato ingannato”, spiega nei vari filmati pubblicati sul suo blog e sul suo profilo Twitter. E subito punta il dito contro la Protezione civile: “Sono solo dei passacarte, si limitano a rilasciare bollettini meteo, e lo fanno anche male”. Alemanno spiega che la Protezione Civile oggi non ha più poteri e chiede che venga riformata e riportata sotto il controllo del Viminale, in quanto non in grado di gestire le emergenze. Ma questo poco c’entra con gli eventi di Roma, dove lo stesso sindaco avrebbe richiesto aiuto solo a mezzanotte, durante la bufera, un aiuto che avrebbe dovuto riguardare gli spazzaneve e mezzi spargisale.

Protezione Civile spa, da panacea a “ente inutile”. “Non mi interessa chiedere le dimissioni di Gabrielli, ma se fossi in lui mi dimetterei piuttosto che guidare un ente inutile”, così Alemanno attacca il capo della Protezione civile. Il sindaco di Roma avrebbe voluto che il successore di Bertolaso diventasse commissario straordinario per l’emergenza neve. Un modo per sollevarsi da ogni responsabilità. Ma l’emergenza non ci sarebbe stata se si fosse intervenuti in anticipo e con intelligenza da parte del Comune e dei Municipi. E se c’è da contestare qualcosa alla Protezione civile, poco c’entrano i 30 cm di neve sulla Capitale. L’Emilia-Romagna, alcune province laziali e l’Abruzzo hanno vissuto e stanno ancora vivendo una situazione drammatica e la macchina dei soccorsi non sempre ha funzionato a dovere, forse anche perché la Protezione civile non è in grado di intervenire con l’efficienza degli anni scorsi.

La Protezione civile, con le mani legate. Tutto ebbe inizio il 26 febbraio del 2011 quando, con il Milleproroghe, Giulio Tremonti, allora ministro dell’Economia, ridimensionò il dipartimento. Una vittoria di Tremonti nei confronti di Bertolaso, colpevole di aver dichiarato troppo spesso lo stato di emergenza. Così, con il decreto, le ordinanze vengono emanate di concerto con il ministero dell’Economia e il visto preventivo della Corte dei conti alle spese individuate per l’intervento d’emergenza. Un vero e proprio commissariamento che di fatto rallenta la “macchina”, allungando i tempi d’azione. Inoltre, devono essere le regioni ha chiedere l’intervento della Protezione civile che deve essere finanziato dalla Regione richiedente, visto che il Fondo nazionale è a secco. Così oggi ringraziano tutti quegli automobilisti rimasti bloccati sul Raccordo anulare, sulle consolari, nei vari paesi intorno a Roma, gli anziani in Abruzzo e l’Emilia Romagna, oltre ovviamente chi ha trascorso la notte in treno.

Comments

  1. Simo0499

    Roma è andata in tilt come sarebbe andata in tilt Milano o Torino,e i cm non erano 30:nelle zone sud ce ne erano 20-25,in centro 35-40 e nelle zone nord si è arrivati a superare i 45 cm