Silvio Berlusconi al Financial Times: "non mi ricandido premier" - Diritto di critica
Silvio Berlusconi ha dichiarato in un’intervista al Financial times di non voler più candidarsi come primo ministro e di voler uscire dalla politica in prima linea, pur restando nel partito come un “padre fondatore”.
Silvio Berlusconi – scrive il Financial Times in un’intervista pubblicata poco fa sul sito web – has declared he is “stepping aside” from front-line Italian politics, revealing he has no intention of running again as prime minister.
Sulla scena politica dal 1994, per l’ex presidente del Consiglio sarebbe quindi giunto il momento del passaggio del testimone. Durante l’intervista, Berlusconi ha fatto sapere di essersi dimesso a novembre scorso perché vittima di una “ossessiva campagna portata avanti dai media nazionali e stranieri” in relazione all’andamento del mercato e dei titoli di Stato. “Dopo aver valutato le cause della crisi – ha spiegato Berlusconi al FT – che non coinvolgevano solo l’Italia ma l’Europa e l’euro, ho creduto che se fossi rimasto al governo avrei danneggiato l’Italia e avremmo avuto una campagna mediatica ancora più terribile. Con un senso di responsabilità – ha proseguito – e nonostante avessi la maggioranza in entrambe le camere, mi sono fatto da parte con eleganza”.
“After having evaluated the causes of the crisis, which did not rest in Italy but in Europe and the euro, I believed that if I had stayed in government I would have damaged Italy as we would have had more terrible media campaigns,” he said. “With a sense of responsibility, though having a majority in both houses of parliament … I stepped aside and with elegance.”
Sebbene si senta un ragazzo anche a 75 anni (nell’intervista ricorda le sue partite di hockey con Putin), Berlusconi ha dichiarato di non avere l’età per ricandidarsi a premier nelle elezioni del 2013 e ha rilanciato il 41enne Angelino Alfano, la cui candidatura potrebbe però dover passare per le primarie, che il Cavaliere adesso non esclude.
L’ex premier, secondo quanto riporta il FT, non avrebbe però alcuna intenzione di ritirarsi a vita privata e resterebbe in politica in quanto “padre fondatore” del PdL, anche grazie a un “rating” personale – elettorale e di opinione pubblica – attorno al 36%, superiore – a giudizio del Cavaliere – a quello di Merkel e Sarkozy.
Il Cav. ha poi ribadito quanto riportato dal Corriere della Sera: a breve vorrà passare dal sostegno al governo Monti ad avere un ruolo attivo nell’esecutivo guidato dal professore.
E sulle riforme che si attende dal governo Monti, Berlusconi confessa: “la speranza è che questo governo, sostenuto per la prima volta dalla maggioranza del Parlamento, abbia la possibilità di proporre riforme strutturali dell’architettura interna dello Stato, senza le quali non è pensabile avere un Paese veramente libero e democratico”
“The hope is that this government, which is supported for the first time by the whole of parliament, will have the chance to propose great structural reforms, starting from the state’s institutional architecture, without which we cannot think of having a modern and truly free and democratic country”, he said
La corsa per la successione a Mario Monti, dunque, nel PdL è quantomai aperta.
Twitter@emilioftorsello
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fa bene a ritirarsi ha fatto più danni lui della grandine all’ITALIA e gli italiani ,
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si ritira si…ha sentito che non è più aria…neanche a pagamento riesce più a fare un comizio…lurido..
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ma non aveva il 70%?! continua a dare i numeri…
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