Arrestati uomini della cosca di Ariola, la 'ndrina che terrorizzava le serre vibonesi - Diritto di critica
Nella giornata di ieri trenta persone sono state arrestate dalla squadra mobile di Catanzaro con l’accusa di aver messo le mani su appalti pubblici. Secondo gli inquirenti, i fermati sarebbero legati alla cosca di Ariola, attivi nelle serre vibonesi. Le operazioni sono avvenute tra Calabria, Piemonte e Toscana. Tra gli arrestati c’è anche l’ex sindaco di Gerocarne, Michele Altamura, che ha ricoperto la carica di primo cittadino a metà degli anni 2000. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione mafiosa finalizzata alle estorsioni, ai danneggiamenti ed alla turbativa di appalti pubblici.
Nelle indagini sono stati svelati i risvolti di una faida ventennale che ha insanguinato i boschi delle serre vibonesi, nella Locale di Gerocarne. Fra gli arrestati figurano inoltre soggetti specializzati nei sequestri di persona, che nei primi anni ’90 si sono resi responsabili di tale reato a carico di diversi imprenditori.
Gli affari pubblici sono fondamentali per la ?ndrangheta, non solo per la cosca di Ariola. Sempre in questi giorni, “sono stati registrati vari episodi che danno il segno della presenza della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. La situazione e’ di emergenza, e’ uno dei principali problemi che affliggono la regione” ha dichiarato Alberto Bertin, consigliere regionale di Alpe. ”Dalla recente inchiesta sui tentativi estorsivi ai danni di due imprenditori aostani – ha aggiunto – emerge un rapporto stretto tra l’organizzazione criminale e la Valle d’Aosta, in particolare con il settore economico. E’ necessaria la massima attenzione”.
Negli affari pubblici la ‘ndrangheta è arrivata anche a Garda. A denunciarlo, attraverso un comunicato sono i consiglieri di minoranza del comune. “Ditta calabrese della ‘ndrangheta – scrivono – si è infiltrata negli appalti pubblici di Garda. Il Consorzio Primavera di Reggiolo, nel 2010, ha costruito il centro ecologico del paese, vincendo la gara d’appalto indetta dal Comune il 10 febbraio 2009. Lavori conclusosi poi, il 20 marzo 2010, per cui la ditta ha incassato oltre mezzo milione di euro“.
La Cosca di Ariola
Ariola è una frazione che appartiene al comune di Gerocarne, in provincia di Vibo Valentia. La frazione di Ariola dista 3,84 chilometri dal medesimo comune di Gerocarne. Del comune fanno parte anche le frazioni di Ciano, Comunella, Ingegnere, Lacchi, Lacco, Sari, Paparello, Petricella, San Sebastiano, Sant’Angelo, Sant’Antonio. La frazione di Ariola sorge a 760 metri sul livello del mare e risiedono circa 26 abitanti, mentre Gerocarne è un comune di 2.365 abitanti. Questo comune fa parte delle serre calabresi con una alta presenza boschiva. La catena montuosa delle Serre Calabresi inizia al Passo della Limina, e termina all’istmo di Catanzaro, il punto più stretto d’Italia, dove 35 chilometri separano il mar Ionio dal mar Tirreno ed è proprio in queste zone che si sono compiuti atroci omicidi. Le Serre confinano quindi al Sud con l’Aspromonte e a Nord con la Sila. Il territorio ricade nelle Provincie di: Reggio Calabria, Vibo Valentia e Catanzaro.
E’ dentro questi folti boschi che la cosca di Ariola si è fatta le ossa con omicidi e violenze. Questa ‘ndrina rappresenta uno spaccato importante del mondo delle cosche ndranghetiste calabresi. Per capire la loro importanza possiamo ricordare che Domenico Oppedisano di Rosarno, il capo dei capi della ‘Ndrangheta arrestato il 13 Luglio del 2010, riferisce nelle intercettazioni che il boss Giuseppe Pelle di San Luca aveva proposto di dare ad Altamura il grado della “Santa”, contro il volere di personaggi di Gioia Tauro. Grado che sarebbe stato successivamente conferito proprio grazie all’intervento di Oppedisano. Quando Oppedisano parla di Altamura, non si riferisce all’ex sindaco Michele, ma ad Antonio Altamura, cittadino di Ariola. Un personaggio conosciuto dagli inquirenti indagato per associazione mafiosa anche nel corso del maxiblitz del 13 luglio 2010 che ha portato in carcere 300 persone.
Un omicidio brutale e rimasto impresso nella mente di chi è costretto a convivere con la ‘Ndrangheta è quello di Placido Scaramozzino, il parrucchiere di Acquaro, scomparso a Gerocarne il 28 settembre 1993. L’omicidio Scaramozzino, rappresenta solo un piccolo tassello di una serie di dinamiche criminali più vaste che si allargano dal finire degli anni ’80 sino ai giorni nostri. Solo per far capire la crudeltà di queste persone, ricostruiamo l’omocidio di Scaramozzino. L’uomo è stato fermato per la strada mentre guidava la sua auto ed è stato fatto scendere con la forza. E’ stato legato e trascinato lungo un sentiero nella boscaglia, poi, giunto nel posto giusto lo hanno interrogato e malmenato. Lo hanno denudato e hanno scavato una buca per lui. Infine è stato preso a colpi di zappa sul petto e sul capo, e sotterrato vivo.
Uno dei presunti assassini per gli inquirenti è proprio Antonio Altamura, insieme a Antonio Gallace, di Gerocarne e Vincenzo Taverniti, alias “Cenzo D’Ariola”, di Stilo. La vittima fu eliminata nell’ambito della sanguinosa faida tra i Loielo ed i Maiolo per il controllo del territorio nelle Serre vibonesi, scoppiata dopo il tentato omicidio di Vincenzo Loielo, che negli anni ’90 portò a tanti omicidi e fughe. È così che la guida della criminalità locale sarebbe rimasta in mano ad Antonio Altamura. Venti anni di estorsioni, di sequestri e sangue, tanto sangue. Proprio ieri mattina molte di queste persone, tra cui Antonio Altamura e Taverniti Vincenzo sono stati arrestati. Con loro è finito in manette anche Michele Altamura che si insediò al comune nel 2005 con lo scopo di forzare appalti nei paesini delle serre Vibonesi.