Il comune dei parassiti - Diritto di critica
Almeno 7.500 italiani – l’equivalente di un piccolo comune – non hanno mai pagato un euro si tasse, per un totale di oltre 50miliardi di euro in redditi non dichiarati, un ammontare pari al doppio dell’ultima manovra finanziaria varata dal governo Monti. Mentre sono otto i miliardi di iva non corrisposta. Bastano queste cifre a dire che in Italia vivono vere e proprie colonie di “parassiti sociali”, come recita lo spot dell’ex governo Berlusconi. Se nelle casse dello Stato fossero entrati 50miliardi, molto probabilmente oggi non ci troveremmo a dover raschiare il fondo alla ricerca degli spiccioli.
I dati sono stati resi noti in occasione della relazione della Guardia di Finanza sulle attività del 2011. L’evasione più consistente e sofisticata, spiegano dalle Fiamme Gialle, è quella che scaturisce «dalle triangolazioni fra società collocate nei paradisi fiscali, dalle intestazioni fittizie di patrimoni, dalle grosse operazioni elusive». I militari hanno inoltre denunciato 12mila soggetti nell’ambito delle indagini sulle frodi e sui reati fiscali, per aver utilizzato o emesso fatture false (1.981 violazioni), per non aver versato l’iva (402), per aver omesso la dichiarazioni dei redditi (2.000), aver distrutto o nascosto la contabilità (oltre 2.000). A questi soggetti sono stati sequestrati complessivamente 902 milioni. A livello internazionale, invece, le Fiamme Gialle hanno scoperto redditi non dichiarati per circa 11 miliardi.
Non va meglio neanche sul fronte del lavoro nero. Nel corso dei controlli sono stati scoperti 12.676 lavoratori in nero, di cui oltre 2.500 extracomunitari. Oltre ai parassiti, abbiamo anche gli schiavisti.
In Grecia, intanto, sono stati resi noti i nomi di quattromila evasori. Una gogna mediatica che in un periodo di “austerity” come quello che sta vivendo Atene – per usare un efuemismo – potrebbe costare caro a chi per anni ha vissuto sulle spalle degli altri.
Eppure – circostanza quantomeno curiosa – in molti casi i suddetti parassiti piangono lacrime di coccodrillo, lamentando che “con queste tasse proprio non ce la facciamo ad arrivare alla fine del mese”. Per buona pace dei lavoratori dipendenti che invece le imposte sono costretti a pagarle anche per i beati evasori, sostenendo al posto loro i costi dei Pronto Soccorso, degli ospedali, delle scuole e dei servizi.
In occasione della “retata” a Cortina D’Ampezzo, infine, su Diritto di Critica abbiamo pubblicato un articolo con tutte le scuse dell’evasore. Un breviario minimo delle panzane che spesso ci si sente rifilare da chi non emette fattura o scontrino, una pantomima ripetuta chissà quante volte al giorno. Almeno fino a raggiungere una cifra congrua: 50miliardi di euro.
Twitter: @emilioftorsello
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io la vedo diversa mente questi soldi non è vero che ci avrebbero aiutato in questa fase di crisi perché sarebbero finiti nella pentola dei sprechi come tutto il resto !
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La pentola degli sprechi è solo nella tua (diversa) mente
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