A Cuba si muore per i diritti umani, ancora una vittima dello sciopero della fame - Diritto di critica
La Cuba dai mille volti restituisce un’altra pagina di dolore a due mesi dalla visita del Papa sull’isola. La Cuba del cambiamento, delle liberalizzazioni e dell’apertura verso l’esterno si scontra con la Cuba delle prigioni, del silenzio mediatico filo-governativo e delle rivolte pacifiche soffocate.
L’ultimo a cadere Wilman Villar, il dissidente 31enne consumato da oltre 50 giorni di sciopero della fame per protesta contro la sua condanna, lo scorso novembre, a quattro anni di carcere. Un «prigioniero politico» secondo la Commissione cubana dei diritti umani (CCDHRN), un «delinquente comune» secondo le fonti governative, che negano addirittura che Villar fosse in sciopero della fame.
Resta il dato nudo e crudo della sua morte, avvenuta in un ospedale di Santiago di Cuba (nel sud-est dell’isola) dopo settimane di digiuno e sofferenza nel penitenziario di Aguadores. A celebrarlo ora le Damas de Blanco, le associazioni di esiliati a Miami, i movimenti che ripudiano il potere dei Castro e migliaia di bloggers che ricordano il caso di Orlando Zapata, condannato come oppositore a 36 anni di prigione e deceduto nel febbraio 2010 dopo uno sciopero di 86 giorni.
«Wilman Villar è morto per essere nato in un Paese dove non ci sono corsie legali, civiche, elettorali, per il dissenso», ha scritto la blogger Yoani Sanchez su Twitter. Yoandry, un giovane seguace del governo, le ha risposto in rete definendola «figlia dell’aquila calva» (gli Stati Uniti).
Elizardo Sanchez, capo del CCDHRN, ha dichiarato che l’esecutivo cubano «è responsabile moralmente, politicamente e giuridicamente della morte di Villar, che si trovava sotto la custodia dello Stato».
Sanchez spiega inoltre che il ragazzo (padre di due figli) apparteneva dal settembre 2011 ad un gruppo clandestino chiamato “Unione patriottica di Cuba”: durante una protesta del movimento sarebbe scattato l’arresto, con la conseguente condanna dopo «giudizio sommario» per attentato all’autorità. «Il reato per il quale è stato imprigionato Wilman era solo una scusa per toglierlo di mezzo – accusa Berta Soler, una delle leader delle Dame Bianche, l’associazione che riunisce mogli e familiari dei prigionieri politici – quel giorno di novembre lui stava manifestando pacificamente in difesa dei diritti umani, e lo hanno fermato rifacendosi ad un problema passato che aveva avuto con la polizia politica».
La morte di Villar ha suscitato indignazione in Europa (la Spagna ha chiesto la liberazione di tutti i prigionieri politici, ancora più di cento in tutta Cuba) e negli Stati Uniti: un portavoce del Dipartimento di Stato americano ha definito la vicenda del dissidente «una tragedia, che accade troppo spesso sull’isola. Wilman era un giovane e valoroso difensore dei diritti umani che protestava pacificamente».
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Ancora sta storia dei diritti a cuba, ma smettete! Guardatevi intorno, guardate la tanto democratica Italietta che si è fatta zitta zitta quasi un ventennio di Berlusconi con lo sputtanamento dei diritti di ogni genere e dell’etica, ricordate i casi Cucchi, Aldovrandi, Giuliani giustiziati senza pietà, guardate il governo monti che attua per il bene collettivo un massacro sociale senza il consenso dei cittadini appoggiato da una maggioranza parlamentare di nominati che è la stessa che ha sputtanato il paese, ricordate che le carceri italiane ammassano disgraziati di ogni genere in condizioni disastrose mentre i veri criminali sono tutti fuori. Ma di cosa parlate? Immaginatevi come sarebbero andate le cose nel nostro paese se come è successo per Cuba, da 50 anni fosse in vigore l’embargo degli Usa, con tentativi militari di invasione territoriale e attentati alla vita del capo dello stato ripetuti nel tempo. Una svolta democratica non capitalistica e neoliberista a Cuba è necessaria, qui da noi è necessaria una eutanasia collettiva.
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se volete criticare il governo cubano e il suo sistema politico c’è molto materiale reale evitando di scrivere sciocchezze degne del corriere della sera.
Villar Mendoza non è morto in cella per uno sciopero della fame ma si è spento nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale Clinico Chirurgico “Doctor Juan Bruno Zayas” in seguito ad una polmonite per cui era stato ricoverato, proveniente dal carcere di “Aguadores”, il 13 gennaio. Peccato anche che Villar Mendoza non sia stato affatto arrestato durante una manifestazione di protesta, ma a più di 800 chilometri di distanza, nel municipio di “Contramaestre”, in provincia di Santiago de Cuba. E non certo per motivi politici ma per aver picchiato e ferito la moglie e gli agenti della PNR intervenuti in suo soccorso su richiesta della suocera. Per queste ragioni era stato processato, a piede libero, e condannato il 25 novembre scorso. Non si è trattato dunque della protesta autolesionista di un “dissidente” ma della morte, comunque tragica, di un detenuto comune che gli anticastristi mafiosi di Miami adesso stanno cercando di strumentalizzare infastiditi dalla prossima visita di Benedetto XVI sull’isola .
Non spendo una parola invece per la pseudogiornalista Yoani Sanchez, che scrive che a Cuba vige un controllo poliziesco sulle opinioni, non c’è libertà di stampa e possibilità per i cubani di navigare su Internet, ma stranamente scrive giornalmente sul suo blog da Cuba, è perennemente su Twitter e tiene una rubrica settimanale sull’Internazionale.
Ricordo anche che nella nostra democraticissima Italia il numero delle morti nelle carceri dall’inizio dell’anno è arrivato a 29, mentre a Cuba è la prima, ripeto pur sempre tragica. -
Concordo con tutti e due voi. Ma non mi fa strano. Questo è un momento critico. Da una parte ci sono popoli che hanno capito il sistema schiavistico neoliberista e stanno cercando di reagire, dall’altra parte le lobby tentano di confondere la gente con le falsità per cercare di arginare quella che credo sarà la poiù grande rivoluzione culturale della storia dell’umnanità e che li metterà col culo a terra. D’altronde Cuba è stata uno dei primi Stati che l’impero USA ha tentato di sottomettere, dando la li9bertà ad un popolo che ha sofferto solo a causa delle sanzioni economiche che ha subito per ottenere la sua libertà e indipendenza. Basta on questi articoli. Al fatti che Gesù Cristo (se mai sia esistito) sia morto di freddo non ci crede più nessuno. Una prova? Guarda la gente che oggi 23/1/2012 ha occupato le autostrade di tutto il paese!!!!!!! E’ finita la storia del popolo cojone che subisce e ingoia le cazzate della stampa prezzolata. E’ finita anche per voi giornalisti. Godete fino a quando dura…
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io sono cubano, senza altro tutte queste ipotesi sulla morte di questo signore, del come,del quando,del perche dovranno essere approfondite e chiarite.Un problema però cè, a cuba non si può fare xche il colpevole coincide con chi deve fare l’indagnine,che fra l’altro e sempre lui il padrone dei giornali dei pocchi canali tv, delle emmitente di radio ecc ecc.Ora voi compagni direte che strana somiglianza con il Berlusca vero?Mi sono sempre chiesto come la sinistra italiana o una parte possa odiare berlusconi in Italia con tutti i bei conflitti d’interessi e contemporaneamente difenda il governo cubano boh!comunque vi posso solo dire che fuori di Cuba ci sono più di 2 millioni di cubani,qui in Italia potrebberò fare più di un partito da poter partecippare nella vita civica,poi avrei tanto di vissuto da raccontare….ma
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Lorenzo puoi giustamente criticare quello che vuoi, ma almeno cerca di raccontare la verità. La manifestazione contro la dittatura cubana è stata fatta proprio a Contramestre il 14 Novembre e Villar Mendoza fu arrestato 4 giorni dopo. Lorenzo se ci spieghi dove sono questi 800 km di distanza e da dove?
La moglie ha seguito tutto il percosso dello sciopero della fame del marito, ne trovi anche interviste in rete. Spiegandone i motivi.
La morte per infezione è tipica per chi attua lo sciopero della fame ed è purtroppo al 90% la causa della morte.
Sei libero di credere alla stampa e informazione cubana, anche se purtroppo non è il massimo della neutralità, ricordo una stampa legata al potere cubano, non serve ricordarti che a Cuba la libertà di stampa è vietata. Però prima di correggere le persone cerca di informarti meglio…
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infatti, ho demistificato le balle provenienti dalla stampa degli esuli di Miami (che “non è il massimo della neutralità”), di El Pais e di tutto il mainstream informativo americano, che non sarà legato a poteri politici (balla colossale anche questa ma facciamo finta che sia vero), ma sicuramente è legata a forti potentati economici.
Se vuoi fare a gara con Piggi Battista a chi la spara più grossa liberissimo di farlo.
Ricordo anche che Cuba vive da 50 anni sotto un embargo totale dell’Usa e dell’Ue, sotto assedio militare a Guantanamo e controllo militare dei cieli e delle acque, ha subito e subisce un numero spaventoso di tentativi di colpi di stato, di destabilizzazioni e attacchi terroristici. Ma nonostante ciò garantisce una sanità di eccellenza gratuita per tutti, con la mortalità infantile più bassa di tutto il continente americano (Usa compresa); garantisce un’istruzione gratuita per tutti fino all’Università con tasso di analfabetismo bassissimo (più basso dell’Usa) e di alfabetizzazione altissimo. Garantisce una casa e l’alimentazione minima a tutti e mezzi di trasporto a basso prezzo. Anche dal punto di vista dei diritti civili Cuba ha superato dei suoi limiti e fatto grandi passi in avanti, permettendo l’operazione chirurgica di cambio sesso ai trans gratuitamente. Il lavoro è garantito a tutti, con tassi di disoccupazione infinitesimali.
Si certo i cittadini non possono permettersi l’Ipod, l’Iphone e l’Ipad, non hanno il tenore di vita del mondo occidentale, vissuto di rendite coloniali e energetiche altrui, ma se confrontiamo con i paesi dell’America centrale “liberi e democratici” (mi è sempre stato insegnato di contestualizzare) il tenore di vita dei cittadini cubani è enormemente più alto, e sicuramente non lasciano morire i bambini per strada o i poveri che non hanno un’assicurazione sanitaria.
Politicamente vi sono libere elezioni democratiche periodiche: si c’è il partito unico (quello comunista), che fa da garante della rivoluzione e dell’ordine socialista, ma non si presenta alle elezioni. Elezioni non partitiche, che non sono una farsa come le nostre in cui puoi scegliere fra duecento partiti indistinguibili l’uno dall’altro, ma in cui si votano dei liberi candidati (anche non iscritti al partito).
Non nego assolutamente certe limitazioni di libertà, certe storture e certe contraddizioni, ma sfido qualsiasi stato “democratico” occidentale a garantire tutti questi diritti in uno stato di guerra decennale con le proporzioni che subisce Cubaps Cmq 800 km di distanza dal luogo della manifestazione
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Cuba è una dittatura. Fidel Castro governa con il pugno di ferro da 50 anni. A Cuba la gente viene arrestata e condannata ad anni di galera solo perchè ha espresso un’opinione diversa. Cari filocubani, vomitate sul nostro paese dove siete liberi. Se Cuba è questo paradiso, perchè nessuno vuole andarci a vivere e tutti vogliono scappare?
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