The Iron Woman, la storia di una donna che cambiò l'Inghilterra - Diritto di critica
“Ho cercato la donna, dietro un’ immagine pubblica tanto controversa”. Alla premiere inglese del film “The Iron Lady” che la vede protagonista, Meryl Streep commenta così la straordinaria metamorfosi che è riuscita a compiere nell’interpretare Margaret Thatcher nel biopic sull’ex primo ministro britannico, diretto da Phyllida Lloyd.
Per l’occasione, il consueto tappeto rosso della passerella ha assunto la tonalità del blu, omaggio al colore che spesso indossava la Dama di Ferro britannica, leader della scena politica mondiale degli anni Ottanta, prima donna in assoluto – record mantenuto ancor oggi – ad arrivare al numero 10 di Downing Street: la Streep, già nominata ai Golden Globe e in odore di Oscar per questa interpretazione, si è dichiarata soddisfatta del lavoro svolto ed è apparsa consapevole delle inevitabili critiche che il film porterà con sé.
“Ammiro molte delle sue qualità, anche se non condivido la maggior parte delle sue scelte politiche”, ha detto ai giornalisti l’attrice più camaleontica del cinema americano contemporaneo. La trasformazione è sbalorditiva, e il merito non va solo al maestoso make up a cui si è sottoposta per assumere le fattezze della Thatcher: al solito, l’intonazione della voce, gesti e portamento sono calibrati e modulati secondo il modello di riferimento, il volto a cui dar vita. Che in questo caso, nella pellicola tra le più attese del 2012, è la leader Tory che governò in Gran Bretagna dal 1979 al 1990. Attraverso flashback, il film di Phyllida Lloyd racconta la parabola di Margareth Thatcher, dall’infanzia alla stagione politica, fino al dolore per la perdita del marito Denis (interpretato dal premio Oscar Jim Broadbent) e alla malattia che avanza con il passare degli anni.
“E’ un dramma più domestico che politico”, ha dichiarato Meryl Streep all’anteprima londinese del film al British Film Institute, “volevo raccontare la Thatcher segreta, la sua fragilità”. Un ritratto complesso, una donna e una figura politica non facile da tratteggiare sullo schermo: il film della Lloyd (che ha già diretto la Streep nel musical “Mamma mia!”) ha raccolto ovazioni ma anche moltissime stroncature, soprattutto nel Regno Unito. A sollevare le critiche, a partire dal primo ministro David Cameron che alla BBC Radio ha dichiarato quanto il film fosse inopportuno visto che la Thatcher è ancora in vita, i leader conservatori che hanno promesso di boicottare la pellicola al pari degli ex minatori di South Tyneside, una delle regioni carbonifere inglesi la cui economia fu devastata dagli scioperi seguiti alla privatizzazione delle miniere voluta dalla Lady di ferro. L’opinione pubblica insomma continua ad essere divisa da una figura tanto controversa, e i media conservatori britannici consegnano un verdetto sul film in cui ‘salvano’ soltanto l’interpretazione di Meryl Streep, mentre rimproverano alla regia di mancare di mordente: per il Daily Mail il film è “sbalorditivamente mal concepito” e anche il Guardian applaude all’attrice ma stronca la Lloyd, colpevole di un ritratto che affonda nella malattia e nel declino di uno dei protagonisti assoluti del panorama politico nazionale, da anni malata di demenza senile e ormai scomparsa dalla scena pubblica.
A fare da sfondo alla vicenda privata, una stagione politica senza precedenti, dove un politico in gonnella si fece spazio in un mondo appannaggio quasi esclusivamente maschile, nel bel mezzo di una crisi economica mai avvertita prima: quando la Thatcher arrivò al potere, Londra era in ginocchio, e i corsi e ricorsi storici con l’attuale situazione mondiale destano forse qualche curiosità in più sul film della Lloyd.
A nulla sono valse le dichiarazioni della regista, che ha sottolineato l’assoluta mancanza d’ideologia nel suo biopic: “The Iron Lady”, dicono le anticipazioni, affronta solo in parte il lato storico della vicenda Thather, soffermandosi maggiormente su quello personale e umano del primo ministro donna della Gran Bretagna.
Una prova attoriale in cui la Streep si è cimentata col celebre piglio; e passione, determinazione, studio. Un concentrato di qualità tutte riassunte in questa straordinaria diva, 62enne dal sorriso magnetico e gli occhi di giada, in corsa per la diciassettesima volta – i bookmakers non hanno dubbi, ma la notizia non è confermata – per la statuetta dell’Oscar, dopo quelle ricevute per “La Scelta di Sophie” e “Kramer contro Kramer”. Quel che è certo invece è che Meryl Streep riceverà l’Orso d’Oro alla Carriera a Berlino, durante la 62esima edizione del Festival Internazionale del Film (9-14 febbraio 2012): un riconoscimento, ha detto il direttore della Berlinale Dieter Kosslick, che premia un’attrice talentuosa e versatile da non avere eguali, capace di attraversare ruoli drammatici e brillanti con la stessa impetuosa intensità.
In Italia, “The Iron Lady” arriverà nelle sale il prossimo 27 gennaio, distribuito da BIM.
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