Marea nera nel Golfo del Messico, la British Petroleum chiede un risarcimento miliardario - Diritto di critica
A quasi due anni dal disastro ambientale petrolifero nel Golfo del Messico il colosso British Petroleum trascina in tribunale la società texana di servizi e logistica Halliburton, chiedendo un risarcimento di oltre 20 miliardi di dollari per recuperare le spese di messa in sicurezza del tratto di mare inquinato dal petrolio.
Nell’aprile 2010 un’esplosione sulla piattaforma Deep Horizon causò la morte di undici operai e il più grande inquinamento ambientale causato dall’oro nero che gli Stati Uniti ricordino. Un ampia zona al largo della Louisiana e tutta la vita che c’era dentro intrappolate da olio e catrame, fuoriusciti dall’equivalente di milioni e milioni di barili di petrolio. A risentirne furono anche le economie di Texas, Mississippi e Florida, ovvero l’America affacciata sul Golfo del Messico che vive di pesca e turismo.
La BP ha già speso oltre 35 miliardi di dollari per frenare la fuoriuscita del greggio e rispondere poi dei danni causati dalla catastrofe, come aveva chiesto a gran voce anche Barack Obama. Ma una nota dell’agenzia Bloomberg fa sapere che gli avvocati della multinazionale hanno intrapreso adesso un’azione legale per «recuperare – spiegano – i costi e le spese che sono stati imputati alla BP per la pulizia della marea nera».
Secondo la BP, infatti, nel disastro sarebbero coinvolte anche le altre aziende che hanno preso parte ad ogni fase dell’attività della Deep Horizon: la svizzera Transocean, che ha gestito ed affittato la piattaforma alla BP, e la Halliburton, appunto, che ha costruito il “tappo” di cemento che costituiva la base del pozzo petrolifero. La ditta di Huston avrebbe distrutto, secondo l’accusa, prove legate ai test condotti sul cemento usato per costruire la struttura; ma la Halliburton nega ogni negligenza o responsabilità sull’incidente che ha devastato flora e fauna del Golfo del Messico.
Il procedimento verrà discusso alla Corte Federale di giustizia il prossimo febbraio. La BP è in causa anche con la Transocean.
Nel gennaio 2011 la Commissione d’Inchiesta voluta da Obama per capire le cause del disastro aveva imputato la tragedia a tutte e tre le aziende, colpevoli di non avere messo in atto tutte le procedure di sicurezza necessarie: «Sia intenzionalmente o meno, molte delle decisioni prese da BP, Halliburton e Transocean hanno aumentato il rischio di possibili esplosioni o incidenti alla piattaforma».