Tremonti, nessuno lo vuole e crea un gruppo parlamentare. Anzi no - Diritto di critica
Tra Berlusconi e Tremonti è rottura definitiva. L’ex ministro dell’Economia sembra voglia creare un gruppo parlamentare autonomo, dopo che la stessa Lega ha risposto con freddezza alla sua richiesta di confluire nel Carroccio. Il Cavaliere, con voce cavernosa gli augura “tanti auguri” e aggiunge: “Se non ci avesse messo sempre i bastoni tra le ruote, se non mi avesse fatto passare in Europa per quello che voleva annacquare la manovra, a quest’ora sarei ancora a Palazzo Chigi”. Così, finalmente il Pdl ha trovato il capro espiatorio del disastro economico-finanziario del nostro Paese. E pensare che Tremonti è stato scelto dallo stesso Cavaliere e non certo imposto dal Presidente della Repubblica. È stato scelto e nominato nonostante Berlusconi conoscesse bene le sue idee in campo economico, visti i trascorsi sempre a capo di via XX Settembre.
Tremonti, capro espiatorio. Non c’è esponente del Pdl che non spieghi un punto fondamentale: “Con Tremonti abbiamo tenuto i conti a posto, ma è mancata la crescita”. Come dire: ecco di chi è la colpa.
Il dilemma: un gruppo parlamentare o una fondazione? Ma, secondo suoi fidi collaboratori, l’ex ministro e guru dell’Economia avrebbe altri progetti rispetto alla realizzazione di un nuovo gruppo parlamentare. Si parla della creazione di una Fondazione intorno alla quale dar vita a un nuovo centro di azione politica per il futuro. Una scelta a ribasso forse perché non è riuscito a trovare un numero sufficiente di parlamentari disposti a seguirlo. Maurizio Del Tenno, collaboratore della Brambilla e conterraneo di Tremonti, sarebbe uno di questi. Insieme a Giorgio Jannone e Maria Teresa Armosino. Ma tutti avrebbero declinato l´offerta. Il motivo è semplice: nessuno vuole finire nel tritacarne mediatico-comunicativo dell’ex premier, visto che oggi è Tremonti l’uomo su cui far ricadere le responsabilità del disastro. Così, raggiungere la soglia dei 20 deputati che permette di costituire un gruppo autonomo, sembra si sia rivelata un’impresa praticamente impossibile.
Tremonti senza più partito. Ora Tremonti si ritrova senza più un partito. Al di là delle frecciatine caustiche del Cavaliere, sono suonate come una scomunica le parole di Angelino Alfano, segretario del Pdl, nei confronti dell’ex inquilino di via XX Settembre. “Non voglio parlare di Tremonti, ci sarebbero conseguenze negative”, ha dichiarato Alfano.
Berlusconi, altro a cui pensare. Ora il Pdl ha altro a cui pensare. Le elezioni anticipate sono un’evenienza impraticabile, anche a causa della rottura con la Lega Nord che, pur di recuperare qualche voto, è tornata ai toni delle origini. Così Berlusconi, secondo fonti interne al Pdl, starebbe cercando di costruire una strategia di riavvicinamento nei confronti di Umberto Bossi, per riportarlo “a più miti consigli”. Ma dentro il Carroccio è Maroni che in questo momento sta dettando la linea, e non vuole che il Senatur si faccia conquistare da qualche allettante offerta del Cavaliere.