Mafia, si stringe il cerchio attorno a Messina Denaro. Arrestato il sindaco di Campobello - Diritto di critica
Scacco al re. Il cerchio attorno al superboss di Cosa Nostra latitante dal 1993 – Matteo Messina Denaro – si stringe ulteriormente. Nella notte infatti il Ros dei Carabinieri di Trapani ha arrestato 11 persone nel comune di Campobello, in provincia di Trapani. In manette anche il sindaco – Ciro Cavarà – ritenuto dal procuratore aggiunto Teresa Principato e i sostituti Pierangelo Padova e Marzia Sabella, “l’espressione politica” delle cosche locali.
Arrestato il sindaco antimafia. Caravà, ragioniere, 51 anni, è stato eletto nel 2006 nella neo formazione politica di Sergio D’Antoni, Democrazia Europea, e sin dalla sua elezione si è posto come sindaco antimafia. Ha infatti affermato di aver fatto entrare il comune nell’associazione ” Libera” di Don Ciotti – circostanza smentita da un comunicato dell’associazione – e si è costituito parte civile nel processo che vedeva imputati i favoreggiatori di Matteo Messina Denaro. Ma agli inquirenti non è bastato. Cavarà – infatti – è accusato di associazione mafiosa grazie alle intercettazioni. In una intercettazione Franco Luppino – considerato uno dei messaggeri del superboss – parlava di lui sostenendo di ” avergli portato un mare di voti” e in un’altra la moglie del boss Nunzio Spezia – parlando con il merito – diceva: “Vedi, in due anni di sindaco quanto abbiamo risparmiato? Dopo le elezioni mi ha detto: vossia fino a quando va e viene dallo zio Nunzio, biglietti non ne paga più. Io gli telefono, gli ordino i biglietti e li passo a ritirare”. Già nel 2006 il sindaco era stato denunciato per estorsione e voto di scambio, il procedimento fu poi archiviato ma il suo nome ricompare all’indomani dell’arresto di alcuni favoreggiatori di Denaro di cui uno risultava essere ex consulente ( tale Franco Indelicato) e un altro lo citava in una intercettazione ( Domenico Di Nardo).
Sequestri e arresti di un indagine mirata a Denaro. L’indagine sulla cosca mafiosa di Campobello di Mazara è stata avviata nel 2006 per stringere la cerchia del superboss latitante – considerato il nuovo padrino dopo la cattura di Bernardo Provenzano – Matteo Messina Denaro. Infatti la famiglia di Campobello di Mazara risulta essere la famiglia più vicina al mandamento di Castelvetrano, quello del superboss. L’indagine ha messo in luce la gestione occulta di alcune società che – secondo gli inquirenti – monopolizzavano il mercato olivicolo. E’ infatti stata sequestrata – nel corso di blitz della notte scorsa – la ” Eufarida srl”, azienda del settore olivicolo riconducibile ai vertice dell’associazione.
Arrestato l’imprenditore del nord. Oltre al sindaco, in manette sono finiti Leonardo Bonafede, “u zu Nardino” capo della famiglia, Filippo Greco, l’impreditore originario di Campobello che da tempo si era trasferito a Gallarate e ritenuto il “consigliere economico” dell’organizzazione mafiosa. Mentre misure cautelari sono state inoltre eseguite nei confronti di Cataldo La Rosa e Simone Mangiaracina, considerati il “braccio operativo” del capo della famiglia mafiosa. L’arresto di Greco mette in luce come – anche la mafia siciliana – abbia i suoi referenti al nord, considerato dalle mafie fonte di facili guadagni e grossi affari. I maxi blitz e le condanne attuate nei giorni precedenti hanno dato un grosso segnale all’ndrangheta anche se fino ad ora questa inchiesta non trova riscontri di affari nel settentrione Italiano.