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Diritto di critica | November 24, 2024

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Dal contrabbando di sigarette al traffico di droga e di armi la Sacra Corona è transnazionale - Diritto di critica

Dal contrabbando di sigarette al traffico di droga e di armi la Sacra Corona è transnazionale

Dopo un’estate di attentati e intimidazioni – con spari anche in mezzo ai turisti, avvenimenti del tutto ignorati dai media nazionali – in Puglia non si arrestano gli allarmi per una recrudescenza della criminalità organizzata. E alcuni tornano a parlare di Sacra Corona Unita. In questo terzo focus, Diritto di Critica vi racconta come la mafia pugliese si è aperta al mercato illegale di armi e droga, divenendo una vera organizzazione transnazionale.

L’INCHIESTA/1: ALLE ORIGINI DELLA SACRA CORONA UNITA

L’INCHIESTA/2: DA “ISOLA FELICE” A REGIONE A RISCHIO, COSì LA SACRA CORONA UNITA HA CORROSO LA PUGLIA

di Nadia Stefanelli

La Sacra Corona Unita ha sin dalla sua nascita ampliato le attività e aumentato il controllo su alcuni settori come il gioco d’azzardo, il traffico di droga, l’estorsione e il contrabbando di sigarette. Il legame associativo, caratteristica distintiva delle organizzazioni criminali, ha reso queste attività più redditizie rispetto al periodo pre-Scu. In particolare, la separazione delle competenze e dei compiti all’interno dell’organizzazione e la creazione di alleanze tra i diversi gruppi ha permesso una gestione più efficiente di tali attività.

Accanto alla razionalizzazione delle attività tradizionali, la Scu ha cercato di reinvestire parte dei suoi profitti nel mercato legale creando cosi una sorta di osmosi tra attività illecite e attività lecite. Già nel 1991, la prima sentenza del maxi processo alla Scu svoltosi a Lecce, segnalò come l’organizzazione fosse intenta a reinvestire i suoi proventi in attività legali come l’acquisto di un podere.

Durante questi ultimi dieci anni, la Scu ha investito i suoi capitali in Italia ma anche e soprattutto all’estero. L’esempio più recente è quello di Albino Prudentino, considerato uno dei più importanti capi dell’organizzazione mafiosa pugliese, al quale durante il suo arresto nel 2010 in Albania, vennero sequestrate numerose attività commerciali tra cui lussuosi resort e casinò, tutti dislocati sulla costa di Valona.

I gruppi mafiosi della Scu sono stati in grado di interagire con organizzazioni di diverse regioni e paesi. Hanno saputo inoltre diversificare le attività e i servizi, adattandoli e approfittando della situazione drammatica di disordine dell’area balcanica.

Molte sono le motivazioni alla base delle relazioni tra organizzazioni criminali pugliesi e paesi dell’est Europa. Oltre a ragioni storiche e logistiche, uno dei motivi principali che ha permesso un reale potere extra territoriale alla Scu rimane quello politico e finanziario. È un dato di fatto che paesi come l’Albania e il Montenegro considerassero il contrabbando di sigarette non un reato ma piuttosto una attività redditizia e quindi utile a rinvigorire le casse dello Stato. Infatti, per ogni cartone di sigarette che lasciava il Montenegro era imposta una tassa doganale pari a circa 25 dollari.

Il canale d’Otranto ha da sempre rappresentato la principale porta d’entrata in Europa per molti beni, dalle sigarette alla droga, dalle armi agli esseri umani.

In Albania, l’organizzazione mafiosa pugliese ha acquistato armi provenienti direttamente dall’ex- Jugoslavia e dal Kosovo. L’Armata Rossa rappresenta di fatto tuttora una risorsa quasi illimitata di approvvigionamento per le organizzazioni criminali impegnate nel traffico di armi.

Con la Scu, la Puglia diventò, negli anni novanta, uno dei principali crocevia del traffico di armi proveniente dai Balcani. L’acquisto e la vendita di armi ha ragioni strategiche: con l’acquisto di armi dall’Albania, la Scu ha rifornito il mercato nero italiano rivendendole ad altre mafie italiane, in cambio ha ricevuto droga, che rappresenta tuttora il bene di scambio più richiesto tra le associazioni mafiose.

L’operazione di polizia del maggio 2011, denominata “operazione Bamba”, che portò all’arresto di 21 persone nel Salento, due in Svizzera e una nel nord Italia, con l’accusa di traffico internazionale di armi e droga, dimostra come il ruolo dell’organizzazione mafiosa pugliese in queste attività è tuttora notevole. L’operazione di polizia mise in luce una rete criminale che interessava esponenti della Scu impegnati nel traffico di hashish, cocaina ed eroina in tutto il Salento ma anche nel traffico internazionali di armi provenienti direttamente dalla Svizzera.

Il coinvolgimento della Svizzera nelle attività criminali mafiose non è certamente nuovo. “L’operazione Montecristo” del 2009 attesta il ruolo assunto dalle banche svizzere nel ripulire le ingenti somme di denaro sporco delle organizzazioni criminali mafiose. Il processo scaturito da questa operazione è considerato il più grande processo mai tenutosi in Svizzera per il numero di indagati. L’operazione prende in considerazione quasi 10 anni, dal 2000 al 2009, di attività finanziarie tra Svizzera, Italia e Montenegro. Secondo il pubblico Ministero Elvetico, la Svizzera è da sempre stata utilizzata dalla Camorra e dalla Scu per il reinvestimento dei propri profitti provenienti dal contrabbando di sigarette.

“L’inchiesta Montecristo” ha attestato come, dagli anni novanta fino agli inizi del 2000, tutti gli introiti ricavati dal contrabbando di sigarette sono approdati in Svizzera. Si stima che, soltanto tra il 1996 e il 2000, più di un miliardo di dollari è stato riciclato nelle banche svizzere. A Bellinzona, dove si è tenuto il processo, è stato possibile ricostruire e capire la rete criminale mafiosa creatasi tra Sacra Corona Unita, Camorra e gruppi criminali montenegrini, con la partecipazione e la complicità delle banche svizzere.

Le varie reti criminali messe in piedi durante questo ultimo decennio dimostrano ancora una volta l’importante ruolo assunto dalla Sacra Corona Unita nel creare alleanze e stabilire rapporti con le altre mafie. La sua capacità di varcare i confini italiani gli ha permesso di diventare non più soltanto un fenomeno criminale mafioso locale, rilegato a un delimitato territorio, ma anche e soprattutto una mafia transnazionale in grado di inserirsi nelle più pericolose reti della criminalità organizzata di tutto il mondo.