L'Occidente sovrappeso che spreca cibo, ogni anno 1,3 mld di tonnellate nella spazzatura - Diritto di critica
- Redazione+
- 13 Dicembre 2011 Aggiungi questo articolo al tuo Magazine su Flipboard
Di Marta Antonelli
E’ passato quasi del tutto inosservato il Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione del Barilla Center for Food and Nutrition, centro studi nato del 2009 dall’impegno di Guido Barilla. L’evento – tenutosi presso l’università Bocconi di Milano e giunto alla sua terza edizione – ha rappresentato una piattaforma internazionale di confronto sui temi dell’alimentazione e nutrizione, ma non solo. Nel corso delle numerose conferenze e workshop di approfondimento, il dibattito si è esteso a tematiche traversali di natura economica, sociale e ambientale, secondo l’approccio multidisciplinare e indipendente a cui si ispira l’attività del Centro.
Come garantire cibo a sufficienza al miliardo di persone che oggi è gravemente denutrito? Come assicurare l’aumento della produzione agricola a fronte dell’aumento demografico e, allo stesso tempo, assicurare la sostenibilità dell’uso delle risorse? Che ruolo possono svolgere gli OGM le biotecnologie? In che modo affrontare il paradosso di obesità e malnutrizione? Questi i grandi temi su cui scienziati, esperti ed opinion leader mondiali si sono confrontati nel corso delle due giornate. Ad alternarsi, relatori del calibro di Vandana Shiva, fisica indiana ed autrice di numerosi saggi dedicati al tema della terra; Umberto Veronesi, oncologo e membro dell’Advisory Board del Centro; Carlo Petrini, Presidente Onorario Slow Food; Stella Thomas, Executive Director del Global Water Fund; Sergio Marini, Presidente di Coldiretti; Antonio Marzano, Presidente CNEL; Enrico Giovannini, Presidente ISTAT.
La popolazione mondiale, che all’inizio del XX secolo superava di poco il miliardo, in soli 100 anni si è più che quadruplicata e si pensa che nel 2050 arriverà a toccare i 12 miliardi. Secondo il Global Footprint Network, il mondo utilizza già una quantità di risorse che è pari alla disponibilità di 1,3 del pianeta ogni anno, quindi ad una velocità superiore della capacità della natura di rigenerare le sue risorse. In questo contesto, ci sarà cibo per tutti? La risposta è affermativa, dice Umberto Veronesi, membro dell’Advisory Board del Centro Barilla, ma solo se saremo capaci di cambiare alcuni aspetti del nostro attuale (e insostenibile) stile di vita.
I dati forniti nel corso delle conferenze non possono non allarmare. Nei paesi in via di sviluppo, un miliardo di persone muore ogni anno a causa della mancanza di cibo e acqua potabile e a pagarne le conseguenze più drammatiche sono i bambini nelle prime fa
si dello sviluppo fisico e mentale, come ricordato da Amir Mahmoud Abdulla del World Food Programme. Dall’altra parte del mondo invece, spiega il professor Eduardo Missoni, un miliardo di persone soffre di sovrappeso e obesità, con una crescita del consumo di carne e dell’incidenza di malattie cardiovascolari, diabeti e tumori.
Lo spreco del cibo è un altro male del mondo moderno: Jonathan Bloom, giornalista statunitense, ci ha rivelato che il 33% dei prodotti che compriamo, per un totale di 1,3 miliardi di tonnellate l’anno, finisce nella spazzatura senza che la ragione sia legata alla qualità o alla scadenza del prodotto. “L
o spreco avviene in tutte le fasi della filiera alimentare”, dice il professor Andrea Segrè, a partire dal cosiddetto ‘spreco nei campi’ a causa dei mancati incentivi economici alla raccolta dei prodotti agricoli, fino ad arrivare allo spreco nei supermercati, riempiti oltremisura di prodotti che resteranno invenduti. A livello della ristorazione, invece, lo spreco si verifica sia a causa di porzioni troppo abbondanti sia per la difficoltà di preventivare il numero di clienti della giornata e quindi la quantità di alimenti che sarà necessaria. E infine, sprechi enormi derivano dalle abitudini alimentari di noi consumatori, dalla confusione creata dalle varie etichette sui prodotti, alla mancata educazione al riutilizzo degli avanzi. Ed ogni spreco di cibo è anche spreco dell’acqua virtuale che è intervenuta nella sua produzione. A fronte di tutto ciò, Vandana Shiva suggerisce che “la vera crescita è quella virtuosa delle piccole comunità, dello sbocciare delle nuove generazioni e della conservazione di terra e acqua”.
L’evento ha ottenuto il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del Senato della Repubblica, della Camera dei Deputati, del Ministero delle Politiche Agricole, del Ministero della Salute, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, del Comune di Milano, nonché dell’Assessorato alle Politiche Sociali e Cultura della Salute della Commissione Europea
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Dicembre 13, 2011
d3ddoBell’articolo, strano che notizie così importanti spesso passino inosservate…
Piccola osservazione: i paragrafi sono stati troncati, causando un po’ di confusione durante la lettura!
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