Fassina-Letta, il gioco delle parti del Pd per non perdere voti - Diritto di critica
dalla pagina Facebook del Retroscena
Dietro le recenti ambiguità sulla linea economica del partito democratico, si celerebbe una spiegazione che va ben oltre una presunta irresolutezza di Bersani. Una realtà incoffessabile, che spiegherebbe come mai, nonostante una linea economica, a dir poco schizoide, che –ultimamente- ha spaziato dal “filo Bce” , “all’ anti Fmi”, dalla santificazione di Marchionne alla sua caduta agli inferi, dalla vicinanza (con cautela) fino al ripudio per la Cgil, Bersani non si decida a fare chiarezza, definendo una volta per tutte, “chi ha ragione e chi no”.
Il motivo starebbe nel fatto che, dai sondaggi riservati che ogni settimana arrivano al Segretario, è emerso che una nettezza di posizioni, in un partito multiforme e attraversato da troppe tensioni come il Pd, in questa delicata fase di rimescolamento politico, sarebbe un elemento destabilizzante.
Ci sarebbero emorragie di voti, sia a sinistra, dove le posizioni oltranziste di Fassina costituiscono un argine al rischio che Sel e Idv capitalizzino tutto il malcontento sociale, che al centro, dove le posizioni di Letta, tengono in vita il sogno dalemiano di un matrimonio con l’Udc, e mantengono dentro i vari liberal del partito.
Per questa ragione Bersani tace. Perché il partito non può permettersi ne emorragie di voti, ne fratture traumatiche. “Guarda che nessuno qui vuole davvero una linea economica unica, adesso”, “non ci converrebbe, non possiamo perdere pezzi, e fino ad ora ha funzionato” chiosa un dirigente Pd di area democratica, ora in maggioranza, “i sondaggi ci hanno premiato”. Già perché, tecnicamente, la doppia linea accontenta tutti. Si tratta di ricomprendere al proprio interno posizioni diversificate, che attraggano più target elettorali, ma evitando con attenzione di farle entrare in conflitto.
Ecco perché, a parte qualche scaramuccia, non si arriva mai al redde rationem finale, allo scontro vero. Nessuno vince, nessuno perde. Si convive. L’importante, certo, è non scoprire il gioco. Ma c’è una piccola postilla. Questa tattica funziona solo quando si è all’opposizione. E adesso il partito democratico è al Governo, e con un Premier che le decisioni le sta prendendo, e dunque le scelte per Bersani saranno presto inevitabili.
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La doppia linea è un’ambiguità che dura da tempo. Fino ad ora ha retto, ma come per tutti i modi furbastri di sopravvivere, arriva il tempo in cui si scivola sulla buccia di banana. Ed ora c’è uno scivolo che porta a una voragine. I giochini di equilibrismo – quando si è sul limite di un braratro – sono pericolosissimi. Non solo per i cittadini. Ci lasceranno le piume anche loro.
Basta aspettarli alle prime elezioni…. a meno che non ce ne siano più…
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