Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

Diritto di critica | November 25, 2024

Scroll to top

Top

"Preservativo", una parola che in Rai non si può dire - Diritto di critica

“Preservativo”, una parola che in Rai non si può dire

Usate il profilattico per proteggervi dall’Aids. Lo diciamo noi, visto che in Rai questo non si può dire. Per non scontentare la Curia, principalmente. Ieri era la giornata mondiale contro l’Aids, un giorno per ricordare come si previene questa malattia che in genere si trasmette per via sessuale. Ma attenti giornalisti della Rai: non citate la parola “preservativo”. L’ordine arriva direttamente dal Ministero della Salute guidato dal tecnico Renato Balduzzi, fresco fresco di nomina.

Preservativo, l’innominato. La giornata mondiale contro l’Aids è stata celebrata ieri e Radio 1 ha deciso di trasmettere una serie di trasmissioni sul problema. Ma due giorni fa ecco la mail che è arrivata ai giornalisti e ai dj interessati dall’iniziativa: “Carissimi, segnalo che nelle ultime ore il ministero ha ribadito che in nessun intervento deve essere nominato esplicitamente il profilattico; bisogna limitarsi al concetto generico di prevenzione nei comportamenti sessuali e alla necessità di sottoporsi al test Hiv in caso di potenziale rischio. Se potete, sottolineate questo concetto”, firmata da Laura De Pasquale, funzionaria della tv di Stato e assistente del direttore di Radio Rai, Antonio Preziosi.

Ordini del Ministero. La lettera ha sollevato un polverone. Come è possibile non parlare del preservativo in ore ed ore di trasmissione? Inoltre la lettera violava anche la stessa libertà dei giornalisti di fare un’informazione completa. Ma gli ordini arrivano dall’alto e bisogna ubbidire. Il Ministero della Salute, abitato negli ultimi anni da teo-con, non ha cambiato, con il nuovo inquilino linea politica. D’altronde Renato Balduzzi, neoministro della Salute, docente di Diritto costituzionale all’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, è molto vicino agli ambienti ecclesiastici.

Da Ambra al test, passando per la Roccella. Sembra passato un secolo da quando l’allora ministro Livia Turco avviò una campagna proprio in favore dell’uso del preservativo. In realtà di tempo ne è passato molto meno: poco più di tre anni. La Turco fece mandare in onda uno spot per sensibilizzare gli italiani nella lotta contro l’Aids. La protagonista era Ambra Angiolini, la quale diceva: “Rispetta la vita, rispetta te stesso e gli altri, usa il preservativo e nell’amore non rischiare”. Poi è arrivata Eugenia Roccella, antiabortista di ferro, ed il clima è decisamente cambiato. Oggi al posto di Ambra c’è una scritta: “Non abbassare la guardia. Fai il test”. Come dire: “Fallo senza, ma ogni tanto fai un controllino”.

Comments

  1. antonio

    che pena

  2. Luca

    questa è una vera e propria velina, degna del regime fascista….

    • Marco

      Ma neanche Mussolini avrebbe permesso che i suoi sottoposti si appestassero!