Consob impotente: "non abbiamo strumenti per difenderci" - Diritto di critica
L’Autorità di controllo della Borsa non ha armi contro la speculazione. Lo ammette il presidente Giuseppe Vegas in un’intervista a Repubblica: “Diciamolo chiaro, sul piano giuridico e normativo, non abbiamo più strumenti per difenderci”. Lo stesso coro d’impotenza di Bce e Banca d’Italia. Ma cos’ha fatto fino ad oggi chi doveva controllare i mercati selvaggi?
Vendite allo scoperto vietate. La misura più rilevante contro la speculazione, la Consob l’ha adottata il 12 agosto, imponendo il divieto di vendere e comprare titoli di stato senza averli in tasca. E’ una delle pratiche più pericolose della speculazione, perché consente agli operatori di scommettere cifre colossali senza poterle pagare in caso di perdita. Peggio ancora, alimenta la speculazione contro il debito italiano: chi vende allo scoperto gioca sicuro solo se i titoli vanno sempre peggio, e il “banco” non perde mai. La Consob è intervenuta con 3 mesi di ritardo rispetto al “momento critico” denunciato dal Fondo monetario internazionale: con misure insufficienti, visto che il divieto non è totale ed esclude chi chiede in prestito (anche se materialmente non ha in mano) i famosi titoli da vendere.
Banche italiane a rischio. Giuseppe Vegas, presidente della Consob, si scaglia oggi contro le nuove regole dell’European Banking Authority sul capitale delle banche. “In base ai criteri Eba, le banche devono rafforzare il patrimonio e ricapitalizzare. Hanno solo 2 scelte: o vanno sul mercato a cercare soldi, o vendono titoli. In entrambi i casi va male: vendere titoli vuol dire ridimensionare l’operatività, trovare capitali sul mercato, adesso, vuol dire limitare il denaro usato per i prestiti e strozzare il credito”. Tutto giusto. Ma il motivo vero per cui le banche devono ricapitalizzare è un altro: per anni hanno operato liberamente senza veri controlli, ed oggi ne pagano il prezzo con uno sbilanciamento drammatico nei conti. Uno sbilanciamento su cui Bankitalia e Consob avrebbero dovuto vigilare e fissare paletti molto più rigidi di quelli attuali, molto tempo fa.
Italianità delle aziende. In questi giorni la francese Edf è stata denunciata per aver superato il 30% di capitale sulla multiutility italiana Edison: la Consob sta valutando se imporre o no l’obbligo di lanciare un’offerta pubblica sulle azioni rimanenti, per consentire ai risparmiatori di tutelare il loro investimento o vedersi restituiti i soldi. Ma il presidente Vegas rinvia: “abbiamo ancora un mese per pensarci, vi faremo sapere”.
Chi dovrebbe controllare la speculazione ha per anni garantito l’impunità a banche in bilico e operatori “squattrinati” per sostenere la crescita della finanza creativa. Oggi ne paghiamo le conseguenze con la tempesta perfetta dei mercati. Cave Canem?
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