La testimonianza: "in piazza Tahrir almeno 50 morti. Gas letali sui manifestanti" - Diritto di critica
Samia la cerco per due giorni. Ci sentiamo prima via Facebook e poi sulla chat via Skype: “Devo andare a Tahrir – mi aveva scritto ieri mattina – hanno bisogno di aiuto! Provo ad accendere Skype sul cellulare, ma non sono sicura che funzioni”. La sera, quando finalmente riesco a chiamarla – dopo una giornata in cui i media di tutto il mondo riportavano notizie di scontri e vittime in piazza Tahrir – la realtà che Samia racconta è agghiacciante.
“Questa mattina siamo usciti per portare i medicinali alle postazioni mediche. Ma la vera battaglia è per strada, dove la polizia spara contro i manifestanti un gas che non è lacrimogeno ma è un tipo di “nervino” micidiale. Secondo alcune ricerche che abbiamo fatto, pare che sia prodotto in Italia. E’ un gas vietato in tutto il mondo tranne che in Egitto, Siria, Angola e Somalia“.
Ogni giorno Samia va ad aiutare medici e infermieri ed è da lei che arrivano i feriti. “Abbiamo visto molti ragazzi vomitare sangue – racconta – e morire per gli effetti e le conseguenze dei gas sparati dalla polizia. – Ho contato – aggiunge – almeno cinquanta morti“. I media internazionali raccontano che al Cairo mancano le bare. Samia aggiunge: “Nei cimiteri musulmani non ce ne sono più, oggi (ieri, ndr) sono state prese dalle chiese copte e portate agli ospedali dopo aver staccato la croce”.
E per reprimere le proteste, “le forze dell’ordine sparano sia proiettili veri che di gomma e colpiscono ad altezza uomo, mirando agli occhi e alla testa. Tra i feriti – sottolinea Samia – abbiamo contato anche diversi giornalisti”.
Mentre parliamo arriva la notizia delle dimissioni dell’Esecutivo. “E’ un’altalena, non si capisce cosa vogliono fare. La gente – spiega Samia – non andrà via da piazza Tahrir per il governo, chi manifesta vuole che vadano via i militari. Nei giorni scorsi c’era meno gente, oggi (ieri, ndr) Tahrir era stracolma, non c’era un posto libero: ufficialmente i Giovani Musulmani non partecipano agli scontri ma in realtà in piazza ci sono anche loro, insieme a donne, anziani e bambini.”
“Per oggi alle quattro del pomeriggio – racconta Samia – è prevista una manifestazione imponente e ci aspettiamo almeno cinque milioni di persone in piazza, non solo a Il Cairo ma anche a Luxor e Alessandria. Sono sessant’anni che siamo governati da regimi militari, adesso basta”.