#qualefuturo per l'Italia? I tweet dell'incontro organizzato da Diritto di critica - Diritto di critica
Dalle ore 16:45 di oggi, presso il Caffè Letterario di via Ostiense 95 a Roma, la redazione di Diritto di critica ha il piacere di ospitare i suoi lettori per un dibattito aperto sul futuro dell’Italia dopo mesi di scontri politici e gli eventi straordinari delle ultime settimane.
Di seguito potrete seguire la diretta live tramite i tweet della redazione e dei nostri lettori. Potete intervenire in qualsiasi momento inviando un tweet con l’hashtag #qualefuturo.
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Interessante il V/s. giornale on line ma mi sembra deludente l’impostazione. Da un gruppo di giovani e volenterosi giornalisti ci si aspetterebbe un punto di vista diverso rispetto a quello della grande stampa che sia Repubblica, Il Messaggero, Il Corriere della Sera, ecc..Avete citato diverse questioni nella conferenza di ieri al caffè letterario, come ad esempio la guerra di Libia senza spendere una parola sulla gigantesca ed evidente opera di manipolazione della verità svolta dai media ufficiali per far sembrare quella che è stata una operazione neo coloniale come una “spontanea ribellione ” della popolazione contro la dittatura di Gheddafi omettendo di dire quali siano i veri motivi dell’intervento occidentale e la conseguente “operazione umanitaria”per abbattere Gheddafi. Per non parlare dell’argomento del “nuovo governo Monti”, ci si poteva aspettare una parola sull’operazione fatta di esautoramento della sovranità nazionale svolta con la regia della BCE, del FMI e della Golman Sachs con l’avvallo di Napolitano divenuto di fatto un presidente garante dei centri decisionali sovranazionali che ormai orientano la politica italiana. Anche quì neanche una parola se non i soliti commenti su Monti governo tecnico, Berlusconi ecc. commenti che troviamo su qualsiasi testata ufficiale.
Del tutto inutile poi il “piagnisteo” sulla precarietà dei poveri giornalisti come se il settore del giornalismo dovesse fare eccezione a quello che è una situazione di precarietà che investe tutti i settori di lavoro dall’Università alla ricerca, dalle grandi imprese al settore delle libere professioni, ecc.. Poteva essere l’occasione di parlare delle cause, del sistema economico globalizzato e dominato dalla finanza che porta alla precarietà ed allo sfruttamento, invece niente, neanche una parola.
Mi domando perchè si dovrebbe seguire la V/s. testata on line pittosto che non le testate on line di Repubblica o La Stampa. Peccato! Un’occasione sprecata.-
Caro Luciano, se lei ieri fosse intervenuto avrebbe dato altri spunti alla conversazione. Accettiamo il suo punto di vista. Ma perché non difenderlo davanti a tutti. Le dico subito che non mi avrebbe trovato d’accordo su molti punti che ha citato, da Monti alla finanza.
Peccato, un’occasione sprecata
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Ci sarà occasione di parlarne. Purtroppo l’altra sera ho dovuto allontanarmi mio malgrado per altro impegno.
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Caro Luciano,
innanzi tutto grazie per la critica. Serve per migliorarsi e crescere. L’incontro di ieri – ed è stato detto nella prima parte e nella premessa agli interventi – voleva dare gli spunti per un dibattito sul futuro dell’Italia, dando una panoramica di quanto è stato fino ad oggi e lanciando “ami” per un dibattito successivo che in parte è mancato (e non potevamo certo costringervi a parlare). Le argomentazioni che hai riportato in questo tuo commento, ad esempio, potevi lanciarle sul tavolo del dibattito ieri.“Del tutto inutile poi il “piagnisteo” sulla precarietà dei poveri giornalisti come se il settore del giornalismo dovesse fare eccezione a quello che è una situazione di precarietà che investe tutti i settori di lavoro dall’Università alla ricerca, dalle grandi imprese al settore delle libere professioni, ecc..” Con una sola differenza: di questo precariato non parla nessuno. Dei precari della ricerca, delle grandi imprese, ecc sì. Questo era l’intento di un simile intervento. Che il giornalismo faccia la fame nessuno ne scrive e i fruitori dell’informazione sono portati a dare per scontato che si tratti di una casta: così non è. Ed è giusto farlo notare e conoscere.
Sul fatto di trovare le stesse informazioni e commenti anche su una testata ufficiale…vai a cercare se le “testate ufficiali” citano i futuri tagli alla Giustizia di cui ti/vi ho dato i dati ieri sera? Non li riportava nessuno. Tanto che un collega giornalista quando sono sceso dal palco mi ha chiesto: “Ma chi te li ha dati?”. Stessa cosa dicasi per i dati sull’usura: quanto ne senti parlare? Eppure riguarda la terribile situazione delle imprese.
Per il resto – sono d’accordissimo con te – tutto è migliorabile ed era il primo incontro che organizzavamo. Ha avuto i suoi difetti e le sue pecche – su cui stiamo lavorando – ma non credo sia stato del tutto inutile. E sfido a trovare – nella marea di notizie fotocopiate su Repubblica e Corriere, notizie e punti di vista pubblicati su Diritto di Critica.
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Gentile Luciano,
scrivere dell'”operazione […] di esautoramento della sovranità nazionale svolta con la regia della BCE, del FMI e della Golman [sic] Sachs con l’avvallo di Napolitano” significherebbe scrivere di sciocchezze.
Se non è stato fatto, evidentemente DdC è giornale che non ha nella propria linea editoriale le sciocchezze complottiste senza senso vomitate da pseudointellettuali e inspiegabili vicedirettori di reti televisive interessati a vendere libri farlocchi e spazi pubblicitari.
(Oppure DdC è giornale al soldo della massoneria aliena)
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Se per voi quello dell'”esautoramento della sovranità nazionale” come argomento è soltanto una “sciocchezza” vi invito a leggere quanto ha scritto su questo argomento la nota scienziata e antropologa Ida Magli, autrice di un libro che si chiama “La Dittatura Europea”che trovate anche nel suo sito Iitaliani Liberi
http://www.italianiliberi.it/ .
Naturalmente potete pensare che anche lei sia una “complottista” che crede nei “templari” e nella Spectre. Il vrero potere cerca sempre di mettere in ridicolo o far passare per pazzi coloro che professano “idee non conformi”, la tecnica dei manicomi per i dissidenti non è nulla di nuovo.
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