Da isola felice a regione “ a rischio”, così la Sacra Corona Unita ha corroso la Puglia - Diritto di critica
Dopo un’estate di attentati e intimidazioni – con spari anche in mezzo ai turisti, avvenimenti del tutto ignorati dai media nazionali – in Puglia non si arrestano gli allarmi per una recrudescenza della criminalità organizzata. E alcuni tornano a parlare di Sacra Corona Unita. In questo secondo focus, Diritto di Critica vi racconta come è cresciuta e si è sviluppata la cosiddetta “quarta mafia”, per anni sottovalutata dalle istituzioni. A cura di Nadia Stefanelli*
LEGGI LA PRIMA PUNTATA: L’ESTATE MAFIOSA DEL SALENTO, ALLE ORGINI DELLA SACRA CORONA UNITA
Da isola felice a regione “ a rischio”. È infatti cosi che la regione Puglia viene definita nel maggio 1989 dopo un’ispezione della Commissione Antimafia. Da questo momento in poi la Sacra Corona Unita, fino ad allora fenomeno sottovalutato, inizierà un percorso fatto di attacchi giudiziari che porteranno a ristrutturazioni interne e ad alleanze con le altre mafie nostrane e non.
Il 26 marzo 1990 segna una data storica per la Sacra Corona Unita: per la prima volta viene riconosciuta come vero e proprio fenomeno mafioso e i suoi affiliati, in base al 416 bis, vengono condannati a pene severe.
Gli anni novanta sono infatti segnati da una lunga serie di processi che porteranno al definitivo riconoscimento della quarta mafia e alla disgregazione delle sue principali famiglie.
Le guerre di mafia tra il clan di Brindisi e di Lecce e gli importanti attacchi da parte delle forze di polizia e di quelle giudiziarie, porteranno molti membri della Scu a collaborare con la giustizia.
Lo stato di detenzione di figure di spicco, accompagnato al fenomeno del pentitismo, portò a un mutamento della struttura dell’organizzazione mafiosa.
Come prima reazione le famiglie reggenti adottarono una leadership più elastica dando maggiore autonomia ai singoli clan. Inoltre, la selezione degli affiliati venne effettuata in modo più attento e il loro numero venne ridotto cosi da raggiungere una coesione interna più forte.
Con un numero ridotto di affiliati la Scu dovette cedere parte delle sue attività ad altri attori criminali quali le mafie tradizionali italiane e quelle balcaniche.
Da sempre d’altronde la Scu si è contraddistinta per i suoi legami con le mafie dell’Est Europa nati principalmente dalla particolare posizione geografica della Puglia che la rende uno dei principali crocevia dei più importanti traffici illeciti come il traffico di droga e di armi.
I gruppi criminali pugliesi, già prima che nascesse la Scu, avevano contatti con gruppi albanesi per il contrabbando di sigarette. Negli anni novanta iniziarono a riconvertire queste rotte con traffici più redditizi quali il traffico di droga e il traffico di essere umani.
Riguardo al traffico di essere umani, il primo grande esodo di albanesi in Italia si verificò nel 1991. Altri due ebbero luogo nel 1997 in seguito alla crisi finanziaria albanese e nel 1999 con lo scoppio della guerra del Kosovo.
All’inizio, la Scu partecipò direttamente alla gestione dell’immigrazione clandestina albanese. In seguito però questa attività fu gestita esclusivamente dagli albanesi dopo essere stati però autorizzati dalla Scu. In cambio la mafia pugliese riceveva importanti quantitativi di droga, in particolare di marijuana.
Con lo scoppio della guerra nei paesi dell’ex Jugoslavia, la Scu acquisì maggiore capacità criminale tanto da diventare un importante intermediario tra le varie organizzazioni mafiose.
Tutt’ora la Scu svolge un ruolo di unione tra le mafie straniere quali quelle del Montenegro, Kosovo e Albania, specializzate nella vendita di droga e armi e quelle italiane, quali ‘Ndrangheta e Cosa Nostra interessate all’acquisto e alla vendita al nord di questi beni illeciti.
Durante quest’ultimo decennio, la “rotta balcanica”, tradizionalmente usata per il traffico di eroina, che collegava la Turchia alla Grecia, Macedonia, Croazia e Slovenia, è stata abbandonata per essere sostituita da quella “adriatica” che collega la Grecia alle coste pugliesi. In Puglia la Scu si occupa del successivo trasporto nei mercati del centro e nord Italia.
È infatti al nord che i vari gruppi mafiosi si riuniscono per gestire le varie attività illecite.
A differenza delle altre mafie quali Camorra, ‘Ndrangheta e Cosa Nostra, la Scu non ha veri e proprio clan al di fuori della sua area. Si tratta piuttosto di singoli membri alleati con alcuni affiliati di Cosa Nostra o della ‘Ndrangheta.
Di recente le ultime operazioni di polizia hanno segnalato la presenza di alcuni esponenti della Scu a Torino e in molte città della Liguria. In particolare l’operazione “Bellavista” ha dimostrato il coinvolgimento di un gruppo criminale strettamente collegato al clan della Scu dell’area brindisina. Quest’ultimo ha gestito un importante traffico di cocaina ed eroina proveniente dall’Albania attraverso la rotta adriatica, ridistribuito poi sul mercato lombardo, veneto e dell’Emilia Romagna.
Secondo fonti investigative, i paesi scelti dai latitanti appartenenti alla Scu sono quelli dell’ex – Jugoslavia. Per questo motivo il nord Est è considerato un’area di particolare interesse per la Scu sia perché essendo un’area a bassa infiltrazione mafiosa, è meno controllato da parte delle forze dell’ordine, ma anche soprattutto perché si trova in una posizione geografica ottimale per gestire i rapporti tra i clan che vivono in Puglia e i latitanti scappati in Kosovo e Montenegro.
La Scu durante questi ultimi anni è stata in grado non solo di interagire con i diversi gruppi criminali ma anche di diversificare le sue attività e i suoi servizi, adattandosi e approfittando dell’evoluzione della situazione politica dell’area balcanica.
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*Master in Terrorism, International Organised Crime and Global Security c/o Coventry University
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Poche idee….. ma confuse!
Per fornire una corretta informazione sarebbe meglio che prima vi informaste.
Avv. Francesco Paolo Maggiore-
Questo focus sulla Scu è estratto dalla mia tesi di laurea, lavoro che è stato valutato da un board di professori provvenienti da diverse università inglesi.
Il mio lavoro è un analisi critica del fenomeno criminale della Scu e non una semplice replica di dati per i quali basterebbe “informarsi” o leggere qualche libro o qualche articolo giornalistico. Ovviamente le informazioni date in questo/i articolo/i sono state precedentemente verificate e provvengono da fonti più che attendibili come rapporti della DIA, relazioni estratte dalla Commissione antimafia e libri scritti in precedenza da importanti dottori. Accetto qualsiasi critica che sia “costruttiva”. Non posso però accettare critiche approssimative in quanto offendono non solo il mio lavoro ma soprattutto il lavoro di chi prima di me ha lavorato su questo argomento.-
Dott.ssa Stefanelli non volevo
offendere il suo lavoro, peraltro, valutato da un board di professori
provenienti da diverse università inglesi.Io, ho affrontato, nel corso
degli anni, problematiche giuridiche di particolare complessità riguardanti reati
di associazione a delinquere di stampo mafioso.Due Mari, Santa Rosa, Pumas, Primavera,
Elmas, Grifone, Calipso, Carioca, Pit 1 – 2 e 3, Affinity e, tra le ultime, Cinemastore
sono solo alcuni dei nomi di Operazioni della DIA che hanno portato
all’apertura di importanti processi nei quali ho prestato la mia attività
difensiva.Pertanto, mi permetta di non
condividere pienamente la ricostruzione riportata nell’articolo e non me ne
voglia se tale convinzione trova fondamento nella lettura delle numerose carte processuali
e emergenze probatorie anziché nei rapporti della DIA o in una delle tante
relazioni estratte dalla Commissione antimafia.Ad ogni modo se la’ho offesa le
porgo le mie scuse.
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Clearly accurate work. The prominent role of the events in the former Yugoslavia have a direct link to the evolution of the SCU. The criminal web that has been formed in the Balkans as a result of prior instability in the region created new pathways for the SCU to follow. The ability therefore of the SCU to adapt and to parasitically engage other organisation is clearly seen in this article which is important as to understand the prominent role the SCU has taken in the region.
Andreas Psyllias
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