L'Iran verso l'atomica? Usa e Gran Bretagna non escludono l'azione militare - Diritto di critica
«Gli Stati Uniti non escludono alcuna opzione per fermare la militarizzazione del programma nucleare iraniano». Barack Obama, dopo i colloqui con Russia e Cina al forum dell’Apec (cooperazione economica dell’area Pacifico-Asia), annuncia la presa di posizione americana, fermo restando che «esploreremo ogni strada per verificare se possiamo risolvere questo problema per via diplomatica».
Il rapporto sull’Iran da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica getta un’ombra inquietante sul delicato equilibrio tra l’Occidente e il Paese islamico, in materia di nucleare. Gli ispettori dell’Agenzia non hanno dubbi: per la prima volta affermano esplicitamente che a Teheran viene arricchito l’uranio non solo per scopi civili, ma in prospettiva militare. E spunta fuori, secondo uno studio rilanciato dal “Washington Post”, il nome di Vyacheslav Danilenko, esperto russo che lavorò al programma nucleare dell’Unione Sovietica e avrebbe aiutato i tecnici dell’Iran nei loro studi sull’atomo. Negli anni dell’Urss Danilenko lavorava a piccole testate nucleari da applicare a missili e bombe convenzionali.
Sebbene il Parlamento iraniano, attraverso il portavoce Ali Larijani, abbia definito il dossier dell’Aiea come «sbilanciato e politicamente motivato, strumento nelle mani degli Stati Uniti e dei suoi alleati», le potenze mondiali si rendono conto che le sanzioni internazionali comminate all’Iran forse non bastano più.
È di ieri la preoccupante dichiarazione del ministro degli Esteri inglese, William Hague, che all’apertura del consiglio esteri dell’Unione Europea, in accordo con le parole di Obama, afferma che non si debba escludere nessuna opzione riguardo all’Iran, compresa quella militare: «Non stiamo considerando o chiedendo un’azione militare – precisa – ma allo stesso tempo tutte le possibilità devono restare sul tavolo. L’Iran deve cambiare rotta e adottare un programma nucleare pacifico e civile».
Cina, Russia ed Unione europea concordano nell’inasprire le sanzioni nei confronti del Paese islamico e nell’avviare una seria discussione tra le parti. A Mosca, comunque, precisano che la vera soluzione sarebbe quella «diplomatica», poiché pensano vi sia «una campagna orchestrata contro il programma nucleare iraniano per alimentare la tensione».
Il nemico numero uno di Teheran, Israele, ritiene che nelle centrali iraniane la costruzione dell’atomica sia quasi ultimata e preme per un’iniziativa rapida e severa degli Usa.
A Bruxelles fanno sapere di essere «preoccupati per il programma nucleare iraniano e per la mancanza di progressi negli sforzi diplomatici». Il prossimo primo di dicembre, data della riunione fra i ministri degli Esteri della Ue, verranno esaminate possibili nuove misure restrittive.
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Giustamente gli USA hanno il diritto di dire agli altri Stati cosa devono fare, per il bene del mondo.
Gli ineccepibili e perfetti USA, che ultimamente hanno sfornato dittatori e dossier falsi per occupare militarmente Paesi stranieri.
Sempre per il bene del mondo. Che sia chiaro.Evidentemente in Africa subsahariana tutto funziona in maniera perfetta, perchè non sono ancora intervenuti. Evidentemente.
Mi fanno quasi più paura i bellissimi USA dei talebani.
E del (vero o presunto) arricchimento dell’uranio a scopo militare dell’Iran… -
Sono spesso in Iran e USA per motivi professionali e mi sento in dovere di dire che la gente iraniana, quella normale come me e voi, è fantastica!
Non vogliono la guerra e non sanno dei programmi nucleari che il loro leader porta avanti. Il loro problema principale è dato dagli Aiatollah che tengono il potere in modo ferreo. Invece della guerra, credo sarebbe il caso di organizzare qualcosa di più “chirurgico” per liberare Iran: eliminare il regime religioso, vorrebbe dire crearsi un nuovo alleato: proprio l’IRAN che non ne può proprio più dei suoi leader.
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