Ddl Stabilità, l'art. 18 non si tocca, ma la benzina sì - Diritto di critica
Il portavoce di Tremonti smentisce: “nessuno toccherà l’articolo 18”, sottintendendo che è la Lega a non volerlo per non sparire alle prossime elezioni. Ma la legge salva-italia fa comunque acqua: nuove accise sui carburanti, liberalizzazioni boomerang e statali in cassa integrazione. Proprio non si poteva far di meglio?
Art.18 salvo. Per una volta cominciamo da una buona notizia per i lavoratori: il Governo non è riuscito, nel suo atto finale, a demolire l’articolo 18. La norma dei licenziamenti facili non è piaciuta alla Lega, che in questi giorni prepara i piani per il post-governo tecnico di Mario Monti. Buona anche l’idea di sforzarsi verso le donne (con un’agevolazione fiscale alle assunzioni part-time nelle aree troppo poco “rosa”) e verso i contratti di apprendistato (incoraggiati con un’esenzione dei contributi per i datori di lavoro per 3 anni). Dico buona perché parte bene, e finisce male: entrambe le norme vanno a facilitare il turnover dei lavoratori part-time, incoraggiando gli imprenditori ad uno sfrenato uso del lavoro precario.
L’altra faccia della medaglia. C’è comunque molto di peggio nel ddl Stabilità che dovrebbe salvare il Paese dalla tempesta perfetta sui mercati. Il governo pianifica la vendita di beni immobili dello Stato, in particolare il 20% delle carceri inutilizzate e delle caserme (sulle caserme si può essere d’accordo, ma con l’emergenza posti nelle prigioni italiane non sarebbe meglio destinare gli spazi utili ai detenuti, reclusi in 12 dentro celle di 4 metri quadrati?): lo fa prevedendo un milione di euro di “costi di smobilitazione” e l‘assegnazione, via trattativa diretta, ad Spa anche
Capolavoro sulle liberalizzazioni: nate per aprire il mercato alla concorrenza e abbassare i costi medi delle prestazioni professionali, finiranno per chiuderlo ancor di più ed aumentarlo. Il decreto prevede infatti l’eliminazione delle tariffe minime, ma non dice nulla sull’esame di stato. Quindi, nessun calmiere alle parcelle e nuova blindatura alla casta dei vecchi studi professionali. di nuova costituzione, senza vincoli di destinazione.
Dimenticavo il meglio: la benzina. Il governo ha pensato bene, dopo gli aumenti continui del triennio Berlusconi, di alzare l’asticella delle accise un altro pò. Il che non significa solo far pagare di più il dubbio “lusso” della macchina ad una popolazione a cui non viene fornita una valida alternativa di mezzi pubblici. Vuol dire soprattutto che comprare alimenti al supermercato, o vestiti in negozio, o beni di qualunque genere costerà di più, perché il boom del costo dei trasporti su gomma sarà generalizzato.
Capitolo a parte per gli statali. Tutti quelli in soprannumero avranno diritto ad una cassa integrazione di 2 anni pari all’80% dello stipendio: in aggiunta, saranno trasferibili in altre regioni senza chiedere niente ai sindacati. Tutto sommato una norma comprensibile, come quella sull’età pensionabile a 67 anni. Ma che finisce per avere distorsioni evidenti, visto che i dirigenti pubblici manterranno le loro posizioni (e rendite) a scapito della manovalanza d’ufficio (quella sì, sull’orlo dei mille euro mensili a progetto).