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Diritto di critica | December 22, 2024

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Bello Facebook, ma attenti alla privacy - Diritto di critica

Bello Facebook, ma attenti alla privacy

Facebook ha sconvolto il concetto di privacy. Ha aumentato il gap generazionale nella percezione di ciò che è privato. Ma, nonostante l’indifferenza dei ragazzi nei confronti della quotidiana invasione della propria sfera personale, le critiche nei confronti del social network più famoso del mondo non hanno fatto altro che aumentare.

Quelle abitudini che finiscono nelle mani delle aziende. Ormai sono in pochi a non aver subito il magnetismo di Facebook che registra 130 milioni di visite al giorno. Tutte le informazioni che vengono immesse rimangono intrappolate nella rete virtuale per sempre, anche quando vengono cancellate. Link, commenti, email cestinate in realtà rimangono in vita. Fino a poco tempo fa, non era eppure possibile eliminare il proprio account ma solo disattivarlo. Tramite le numerose nuove applicazioni di Facebook, il social network ha la possibilità di conoscere il proprio utente a 360°. Gusti, abitudini, posizione geografica, familiari, locali frequentati e le persone con cui si interagisce di più: tutto è registrato e conservato. E sempre più di frequente gli addetti alla selezione aziendale utilizzano Facebook per capire chi siano i propri candidati. Così passano sotto la lente di ingrandimento foto e gli stati di ciascun candidato. Di conseguenza il social network diviene il filtro attraverso il quale le aziende acquisiscono le informazioni e si creano un giudizio su presenti e futuri dipendenti.

Salvare la privacy. L’Unione Europea sta facendo pressioni affinché ci siano maggiori garanzie a tutela della privacy. Dalla regolamentazione che impedisca alle aziende di precedere i colloqui con attenti esami dei profili dei candidati su Facebook alle norme che permettano agli utenti di essere effettivamente padroni di tutte le informazioni che immettono sulla rete che, attualmente, possono essere estrapolati e venduti. Abili incursioni informatiche permettono di rubare dati, modificare la stessa identità di una persona fino ad arrivare a crearne una falsa. Ulteriore pericolo può derivare dagli attacchi degli hacker come quello previsto per il 5 novembre dal gruppo Anonymous.

Biografie online, nuovi rischi. La necessità di regole per limitare le invasioni nella privacy dei cittadini diventa sempre più urgente soprattutto dopo l’annuncio del nuovo Facebook Timeline che comporterà un netto aumento delle informazioni che verranno caricate, dato che gli utenti avranno la possibilità di creare una sorta di biografia virtuale.

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