Alluvione in Lunigiana, sotto accusa la diga a monte - Diritto di critica
Dopo il disastro, le macerie. E la ricerca di mille perché. Il fiume Magra, rientrato nel suo alveo, scorre ora tranquillo, ignaro delle rovine che ha lasciato dietro di sé, appena sei giorni fa, quando un’onda di acqua e fango alta 6 metri ha sommerso il centro cittadino di Aulla (Ms) in soli dieci minuti. Degli ottanta negozi invasi da melma e detriti rimangono solo gli scheletri: la potenza dell’acqua ha frantumato le vetrine in pochi secondi. Solo da qualche ora è tornata l’elettricità nelle case, mentre l’acqua non è ancora potabile.
La procura di Massa Carrara ha aperto un’inchiesta sull’accaduto, che prenderà forma solo tra qualche settimana, una volta passata la fase di emergenza. Se ci fossero responsabilità penali, si tratterebbe di omicidio colposo e disastro colposo. In queste ore gli inquirenti hanno sorvolato le zone alluvionate e hanno chiesto ai cittadini di consegnare tutti i filmati e i video girati durante l’inondazione (ma anche prima) per ricavare informazioni utili e accertare eventuali incurie o situazioni di dissesto.
La popolazione di Aulla ha messo sotto accusa sin dall’inizio la diga Rocchetta, la chiusa artificiale che si trova a monte della città, nel comune di Mulazzo. Si è ipotizzata infatti una sbagliata apertura delle paratoie con fuoriuscita improvvisa d’acqua, data la portata della piena e l’inaudita velocità e violenza con la quale è scesa a valle raggiungendo il centro di Aulla. Lo sbarramento, costruito nel lontano 1921, è alto 76 metri ed è oggi gestito dalla società Edison, che lo utilizza per la produzione di energia elettrica.
In attesa di riscontri (i responsabili dell’indagine hanno visitato l’impianto, ma attendono le relazioni dei tecnici incaricati e dei soccorritori), il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, prova a chiarire la situazione: «Ho parlato con il prefetto che mi ha escluso che ci sia stata un’immissione d’acqua scorretta. Le voci che girano in paese sono solo leggende metropolitane, anche perché le dighe hanno sistemi di controllo molto avanzati. Andremo comunque a verificare».
La Edison s.p.a., intanto, ha diramato un comunicato ufficiale nel quale si legge che «tutte le operazioni previste sono state svolte in accordo con le norme e le procedure. Le paratoie alte della diga, di sommità, non sono state assolutamente azionate». La procedura da seguire è nello specifico, in caso di piena, quella di aprire gli scarichi di fondo che fanno defluire le acque in modo graduale, evitando di peggiorare la situazione. Quindi la catastrofe sarebbe stata ancora maggiore?
Gli abitanti che vivono a ridosso della diga sono pronti a dare battaglia e si chiedono se un’onda del genere non sia stata causata dall’apertura di tutte le paratoie: «In questo caso, qualcuno dovrà risponderne», dicono. Un altro dubbio assale la gente: «Come mai, sapendo del peggioramento del tempo, non è stato gradualmente svuotato l’invaso, evitando di aggiungere altra acqua alla piena?».
Tutti quesiti che dovranno essere chiariti dalle indagini.
E mentre la popolazione piange i suoi morti e prova a tornare ad una parvenza di normalità, è il momento di contare i danni di questa tragedia che qui ha causato due vittime. La gente del posto ha paura di non riuscire a recuperare almeno parte dei risparmi andati in fumo: chi ha perso casa e negozio è tristemente consapevole delle lungaggini burocratiche. A trenta chilometri da Aulla, a Carrara, ancora aspettano i risarcimenti della terribile alluvione che otto anni fa ha messo in ginocchio l’economia e la viabilità.
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Leggo un post interessante al riguardo postato su f.b. il 26 ottobre alle ore 23.44 sulla pagina (NO ALLUVIONE FIUME MAGRA – Pagina Ufficiale) Tanto leggo:
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…..IL FIUME VA PULITO DAGLI ALBERI….E VA RIABBASSATO IL PIANO FLUVIALE……anni e anni fa lavoravamo anche noi nel fiume estraendo ghiaia e tutti questi problemi come oggi non c’erano..
Altri commenti sullo stesso tono:
..non solo si vedevano i relitti della scorsa alluvione ma ti dico anche che la parte del fiume di fronte a noi da tanto che era alto il letto di ghiaia si poteva attraversa il fiume a piedi andando da sponda a sponda!!!!
..possiamo aggiungere che alla foce del magra hanno sbagliato tutti gli interventi fin qui realizzati. Negli anni 70 in estate il fiume scorreva molto più in basso di quanto non faccia ora, ma si estraeva la sabbia regolarmente e anche se si alzava poteva solo lambire le sponde..
..al magra mancano circa 8 9 mt di fondale a colpa delle ultime alluvioni e nessuno deisuddetti signori verdi vogliono dragare il fiume come si deve../————–/
Interessante è anche questo da correlarsi:
03-02-2011 Sinistra Ecologia e Libertà CONTRO I NUOVI DRAGAGGI DEL MAGRA ALESSANDRO POLETTI responsabile di LEGAMBIENTE per la Val Di Magra ci fa riflettere con questo memorandum quanto sia pericoloso rimettere in atto un processo così pernicioso come le escavazioni del fiume Magra.
http://www.circoloselsarzana.it/news.php?id=121&fb_source=message
Dunque.
Se i fiumi sono come leggo con l’alveo più alto di tanti metri perchè stupirsi dei disastri?
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