Rivoluzione Coca Cola: cambia il marchio per salvare gli orsi polari - Diritto di critica
In 125 anni di storia, la più conosciuta multinazionale di bibite gassate non aveva mai cambiato il suo marchio. L’azienda, con sede ad Atlanta negli Stati Uniti, ha il brand più conosciuto al mondo e i precedenti tentativi di apportare modifiche, non erano andati a buon fine. Ora, la Coca Cola ha deciso di cambiare il colore delle sue lattine per una giusta causa: la lotta al riscaldamento globale, che colpisce in misura maggiore gli orsi polari. Il bianco, quindi, in ossequio agli animali che più di tutti rischiano in epoca di scioglimento dei ghiacci e innalzamento delle temperature.
Il progetto, in collaborazione con il gruppo ambientalista WWF (World Wildlife Fund), ho l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica: per far ciò saranno prodotte 1,4 miliardi di lattine della bevanda, decorate con l’immagine di una mamma di orso polare e i suoi cuccioli sullo sfondo del Mar Glaciale Artico. Ci saranno, inoltre, anche i tappi di bottiglia di color bianco, a partire da inizio novembre fino a febbraio 2012. “Un’iniziativa coraggiosa”, come l’ha ribattezzata Katie Bayne, presidente e general manager della Coca-Cola Beverages Sparking.
Gli orsi polari, forse più di tutti, sono interessati direttamente dal cambiamento climatico, con il loro habitat che sta scomparendo piano piano. I più grandi carnivori del pianeta dipendono dal ghiaccio del Mar Glaciale Artico come territorio di caccia, e quest’anno il livello del mare ha fatto segnare un innalzamento (conseguente al secondo scioglimento record fatto segnare dall’estate scorsa). A causa della scarsa presenza di ghiaccio, gli orsi polari sono costretti a nuotare più lontano per il cibo e, soprattutto i cuccioli, non ce la fanno a tornare sulla terraferma.
“Stiamo guardando il ghiaccio restringersi giorno dopo giorno – ha detto Carter Roberts, presidente del WWF, al Time -, e se non c’è il ghiaccio, non ci sono gli orsi. Questi animali hanno bisogno del nostro aiuto”. Un modo per venire incontro alle esigenze degli orsi polare, ovviamente, è quello di ridurre le emissioni di carbonio, smussando i peggiori effetti del riscaldamento globale. Altro passo è quello di individuare le aree della banchisa polare artica che potrebbero essere più vulnerabili. Il WWF ha identificato l’area ‘Last Ice’, una zona che potrebbe rimanere ghiacciata per molto tempo, anche dopo lo scioglimento di alcune aree della regione artica.
Il gruppo di lavoro si sta relazionando anche con il governo canadese e la comunità locale degli Inuit, per creare una sorta di rifugio, nel clima glaciale, che consenta agli orsi polari di sopravvivere anche nei prossimi decenni. “Con questa operazione – ha precisato Geoff York, esperto di orsi polari del WWF – vogliamo solo fare in modo che vi siano le condizioni in futuro per aiutare gli animali e le persone che vivranno con loro. La zona artica – ha aggiunto –, è uno dei luoghi meno conosciuti della Terra”. Costo del progetto, circa 10 milioni di dollari. La Coca Cola donerà 2 milioni al WWF, con ulteriori offerte dei consumatori fino a 1 milione. Le persone potranno donare 1 dollaro a testa sul sito Arctichome.com. “Ci stiamo preparando alla più grande mobilitazione per una giusta causa –, ha detto Carter Roberts del WWF”. C’è da credergli.