Parlamento, litigare per un tweet - Diritto di critica
“Omofobo? Ma che vuol dire?”, si sarà chiesto Massimo Polledri della Lega Nord, quando ha letto il tweet a lui rivolto inviato dal suo collega Pierangelo Ferrari del Pd. “Inizia con ‘omo’…forse mi sta dando del frocio”, avrà pensato qualche istante prima di alzarsi dal suo scranno per dirigersi a passo svelto verso i banchi dell’opposizione. “Io non sono malato!”, ha gridato, dopo essere stato placcato, verso il deputato democratico.
Galeotto fu il tweet. Ferrari aveva scritto sul noto social network: “L’on Polledri, Lega, ultracattolico e omofobo, interviene attaccando la Bce. Nel nome di CrediNord, la banca leghista fallita”. Nulla di strano, visto che la Lega ha spesso attaccato il mondo omosessuale, parlando frequentemente di “devianza” o “malattia” da parte di chi ha un orientamento omosessuale. Quindi, la parola “omofobia” (letteralmente paura dello stesso), neologismo nato nel mondo anglo-sassone nel 1971 per indicare l’avversione agli omosessuali, non può essere la più adatta a descrivere chi nella vita pubblica considera i gay dei “malati”. Eppure, Polledri fa un po’ di confusione. Chissà se tra i banchi del suo partito qualcuno è riuscito a rassicurarlo sul fatto che nessuno lo considera gay, sempre che l’appellativo possa essere considerato un’offesa.
Verso una Camera “Open”? Così Twitter, entrato prepotentemente in Parlamento, produce i primi litigi tra onorevoli e senatori. Complice l’ignoranza e la scarsa conoscenza dell’italiano, i fraintendimenti rischiano di divenire all’ordine del giorno. Grazie all’idea del deputato Pd Andrea Sarubbi, attraverso l’hashtag #opencamera (per chi non frequenta Twitter si tratta di una chiave di ricerca), è possibile seguire i lavori di Montecitorio attraverso i tweet dei parlamentari. Ora qualcuno inizia a preoccuparsi e i vari portaborse devono prendersi anche la briga di controllare cosa scrivono i vari parlamentari. Non basta più la rassegna stampa. Allora, via: tutti a controllare Twitter dal pc, dai telefonini o magari dagli iPad che i partiti hanno regalato ai propri parlamentari, un’altra fonte di distrazione tra siti di escort e romanzi.
-
Mentre l’Italia è gravata dai problemi che ben conosciamo i nostri “carissimi” (in tutti i sensi) parlamentari litigano per queste cose… questo mi fa pensare che siamo in mani sicure!
Stefano -
doveva dargli del coglione così non c’erano dubbi e incomprensioni . . . cmq non sanno nemmeno l’italiano questi politici, avranno almeno la scuola media ??? mha . . pare di no . .. se poi guardiamo il trota siamo sicuri di no!! lol
ma vergognarsi MAIIIII !!!!!!! robe da matti
Comments