La guerra di Giulio - Diritto di critica
Dopo il paragone tra Italia e Spagna maldigerito dal premier e dalla stessa maggioranza, Berlusconi e Tremonti si incontreranno oggi a Palazzo Chigi, subito dopo il Consiglio dei ministri, alla presenza del principe della diplomazia interna al governo, Gianni Letta. Sul tavolo ci saranno il decreto Sviluppo – che sarà esaminato in un vertice subito dopo – e la nomina del successore a Mario Draghi: Bossi preme perché la scelta ricada sul “milanese” Grilli, mentre Fabrizio Saccomanni – attuale numero due di via Nazionale, alla guida di Palazzo Koch – sarebbe in pole per parte della maggioranza e dell’opposizione. Certo, il riferimento fatto a margine del vertice dell’Ecofin, anche se smentito dal diretto interessato, alla situazione economica italiana rispetto a quella spagnola, migliorata dopo l’annuncio di elezioni anticipate da parte di Zapatero, non ha aiutato a stemperare la tensione. Né le smentite del ministro dell’Economia sarebbero bastate al Cavaliere
La partita a scacchi è dunque complessa e proprio sul decreto Sviluppo – decisivo in questo panorama economico internazionale – Tremonti potrebbe prendersi una rivincita, mentre sulla questione Bankitalia Berlusconi potrebbe far scattare un blitz.
Ieri intanto si è verificato un vero e proprio tiro al bersaglio sul titolare di via XX settembre. Dal sottosegretario alla Difesa, Crosetto, fino al capogruppo del PdL alla Camera, Fabrizio Cicchitto, passando per ministri come Frattini e Galan, è stato un unico coro di critiche nei confronti di “Giulio”. Le parole “elezioni anticipate” sono un tabù e guai a pronunciarle: «Elezioni – ha detto Cicchitto – vorrebbero dire mesi con un governo bloccato, incapace di fare, e con uno scontro poltico durissimo». Insomma, il paragone con la Spagna è «privo di logica». «Capisco tutte le novità della scienza economica – ha aggiunto – ma faticherei a credere a un economista che mi spiega che sospendere l’attività di governo e aprire una campagna elettorale è un colpo di bacchetta magica che migliora la situazione». Mentre Franco Frattini ha sottolineato: «non ho interpretato» le parole del ministro dell’Economia ma «voglio ben sperare che non ci fossero riferimenti all’Italia». Ormai, verrebbe da dire, nella maggioranza ogni pretesto è buono per scatenare un fuoco di fila contro il titolare dell’Economia. Per Giulio è iniziata la guerra di posizione.