Ministro delle Finanze a 26 anni, accade in Danimarca - Diritto di critica
Un premier donna e un’età media dei ministri di 43 anni: con le elezioni del 15 settembre scorso, la Danimarca ha voluto voltare definitivamente pagina e dare un segnale forte di cambiamento al Paese. E la neo eletta premier Helle Thorning Schmidt, 44 anni, lo ha fatto in un modo che in Italia farebbe probabilmente inorridire i veterani delle poltrone governative: mettendolo nelle mani di una squadra politica giovane, con poca esperienza parlamentare e quasi nessuna competenza ministeriale. E il cui componente più giovane – Thor Moger Pedersen, responsabile del Fisco – ha solo 26 anni.
Dopo dieci anni di governo ininterrotto del centro destra, le recenti elezioni hanno visto infatti salire al potere una coalizione di centro sinistra (composta da socialdemocratici, socialisti e radicali) che la Thorning Schmidt, prima donna al potere all’esecutivo nel piccolo Paese nordico, ha definito forte e pronta ad entrare in azione. La nuova squadra ministeriale è stata presentata alla Regina Margrethe II il 3 ottobre, al termine delle consultazioni tra i tre partiti usciti vincenti dalle elezioni: una presentazione iniziata nel segno dell’ecologia, quando sei dei neo eletti 23 ministri si sono presentati al palazzo reale Amalienborg in bicicletta e senza alcuna scorta.
Un nuovo stile nel governo danese? Probabile. Certo è che la nomina di un ministro di 26 anni – peraltro a capo di un dicastero significativo come quello del Fisco e in un delicato momento di crisi economica – non poteva passare inosservata, così come la tendenza generale della nuova premier a scegliere collaboratori estremamente giovani. Non solo Thor Moger Pedersen – sulle cui spalle ricadrà il compito di mettere in atto la riforma fiscale prevista nel programma del nuovo governo per «limitare le diseguaglianze e ridurre la povertà» – ma anche la 28enne Astrid Krag (nominata ministro della Sanità) o Ida Auken, 33 anni, a capo del Ministero dell’Ambiente con l’impegnativo compito di portare la Danimarca a ridurre i gas serra del 40% entro il 2020 e di coprire entro la stessa data la metà del complessivo consumo energetico nazionale con l’energia cinetica. Altri incarichi sono invece stati coperti da alcuni consolidati politici, come ad esempio il leader dei socialisti popolari Villy Sovndal (che presiede il ministero degli esteri) o la leader radicale Margrethe Vestager, già stata ministro in precedenti governi socialdemocratici e che ora si è assunta il compito di dirigere due dei maggiori dicasteri, quello dell’economia e quello degli interni.
In questo frangente, è tristemente scontato il paragone con il nostro Paese, stagnante nei soliti noti della politica. Se in Europa si tenta di guardare ai giovani per pensare ad un rilancio, in Italia a 26 anni sei ancora un “bamboccione”. In alternativa, se vuoi diventare ministro, c’è sempre il bunga bunga.
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