Moody’s ha declassato l’Italia di ben tre notch (“gradini”) da Aa2 a A2, come previsto da Diritto di Critica in un’analisi del 21 settembre scorso. Moody’s si allinea quindi al giudizio espresso da Standard & Poor’s.
L’agenzia di rating ha inoltre confermato l’outlook negativo, sottintendendo che nuovi downgrade sono possibili nei prossimi mesi, ed è questo l’aspetto più inquietante della notizia.
Le motivazioni sono quelle note e già affrontate nel nostro articolo precedente (cui rimandiamo), ovvero il clima di incertezza politica dovuto ad un governo che non riesce a reggere il timone e i timori che la crescita italiana, già prossima allo zero, possa diventare negativa nei prossimi mesi, rendendo ancora più complicato il pagamento del debito.
La notizia, arrivata a mercati chiusi, non coglie dunque di sorpresa gli osservatori e gli analisti, che avvertivano l’enorme disparità di trattamento fra le due agenzie di rating; infatti l’euro, dopo un breve e tutto sommato piccolo “crollo” di mezzo centesimo, ha subito recuperato il terreno perduto. I mercati restano tuttavia ancora nervosi per i timori da Grecia e Belgio, e i prossimi giorni sui mercati finanziari potrebbero non essere molto euforici.
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