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Diritto di critica | November 9, 2024

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Meno copie e più esuberi, ecco il "restyling" di Leggo - Diritto di critica

Meno copie e più esuberi, ecco il “restyling” di Leggo

Tagli alla tiratura, alle edizioni locali e ai giornalisti. E’ questo il piano di “rilancio” ideato dall’editore Gaetano Caltagirone per “Leggo”, la free press più diffusa in Italia. I vertici del gruppo editoriale hanno colpito duro, mandando in cassa integrazione 12 giornalisti su 30. Il risultato? Chiudono le edizioni locali di 13 capoluoghi, da Venezia a Napoli, da Torino a Bologna. Ma per Caltagirone, questo significa “riportare l’attenzione sul lettore”.

Leggendo solo pochi giorni fa il Sole 24 Ore, si poteva pensare ad un futuro roseo per la stampa gratuita. “Leggo si rifà il trucco e raddoppia su pagine e contenuti”, “Leggo rinnova il modello free press”, “nasce il giornale completo che non costa”. Niente di meno vero. Le edizioni vengono decimate: cadono Bari, Napoli, Firenze, Genova, Bologna, Torino, Venezia, Verona e Padova. In piedi soltanto Roma e Milano, quest’ultima orfana del supplemento Lombardia.

Nelle due redazioni superstiti rimangono 18 giornalisti a cui il Gruppo Caltagirone chiede di raddoppiare le pagine (da 24 a 48, e “in certi casi anche 52”), curare un sito in completo restyling e aprire nuove rubriche-esca per gli investitori. A stipendi bloccati, ovviamente. Dall’alto si pensa alla pagina sui videogiochi, alla gastronomia, alla medicina. Le stesse pagine già sperimentate dal concorrente Metro, oggi secondo giornale gratuito per tiratura e leader incontrastato dei mezzi pubblici di Milano e Roma.

Un progetto salvagente, insomma. E pensare che il rilancio era già in corso, in tutt’altra direzione. Dopo una flessione delle vendite dall’inizio dell’anno, Audipress aveva registrato una crescita del 5,8% dei lettori del quotidiano negli ultimi 6 mesi: un fenomeno in controtendenza rispetto ai City, Metro e DNews, e legato – strano ma vero – alla qualità. Lì dove i concorrenti soffrivano la distanza dal lettore, con le loro notizie d’agenzia e l’attenzione agli affari “nazionali”, Leggo poteva vantare una buona rete di giornalisti locali, capaci di toccare sul vivo il pubblico. Un vantaggio che si concretizzava in 2 milioni di lettori giornalieri, nonostante il taglio alla tiratura deciso a gennaio.

Tutto finito. I 12 giornalisti “in esubero” non verranno riassorbiti altrove: nessun giornale del Gruppo Caltagirone (il quinto in Italia per diffusione, tra Il Messaggero, Il Mattino di Napoli e altre 5 testate locali) se ne prenderà carico, nè verranno impiegati nella gestione del sito internet. Il comitato di redazione non ci sta e annuncia battaglia: 12 giorni di sciopero, contro un piano di rilancio “che mette a rischio il futuro delle restanti redazioni di Roma e Milano e stravolge la natura stessa del quotidiano, concepito e realizzato come giornale nazionale”.

Stupisce, infine, scoprire che il fatturato del gruppo editoriale Caltagirone è in piena crescita: 707,1 milioni di euro nel primo semestre dell’anno, pari ad un soddisfacente salto dell’8,4 per cento.

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