In Italia il debito pubblico da record: 2.700 euro ogni secondo - Diritto di critica
Veloce come i secondi di un orologio. Il debito pubblico italiano cresce ogni istante di più. Quasi come una bomba ad orologeria prima o poi esploderà. Altro che pareggio di bilancio, l’inversione di rotta appare piuttosto lontana visto anche il declassamento del rating dell’Italia da parte di S&P .
Ogni istante uno stipendio che se ne va. Ogni secondo lo Stato si indebita per 2.735 euro, più di quanto guadagna in media una famiglia italiana in un mese. Lo stock ha ormai superato la soglia dei 1.900 miliardi, pari al 123% del Pil, un record mai raggiunto prima in Italia.
A ciascuno il suo debito. Ma quanto pesa su ogni cittadino? Ognuno di noi oggi porta sulle proprie spalle un debito pari a 31mila euro, rispetto ad un Pil pro capite di 29.400 euro. Tradotto: per azzerare il debito pubblico divenuto gigantesco dagli anni ottanta ad oggi non basterebbe lo stipendio medio di un anno.
I titoli di Stato. Per far fronte al fabbisogno, lo Stato italiano la scorsa settimana ha messo all’asta titoli a cinque anni per un valore complessivo di 3.800 miliardi. Altri debiti e altri (alti) interessi da pagare. Infatti, a comprarli sono stati soltanto investitori italiani visto che i creditori esteri hanno timore ad investire nel nostro Paese. E vista la situazione delle nostre finanze e il rischio default, gli hanno ottenuto un rendimento del 5,6%, pari a 216 miliardi. Quindi, entro il 2016, l’Italia dovrà restituire ai propri finanziatori oltre 4mila miliardi, l’equivalente del costo per il mantenimento dell’intero parco delle auto blu ogni anno.
Viva la Cina. Mentre gli investitori stranieri latitano, ora Giulio Tremonti, fino a ieri acerrimo nemico della Cina, apre agli investitori orientali. Attualmente i cinesi posseggono 4,5% del debito italiano, pari a 90 miliardi di euro. Potrebbero essere interessati all’Italia per due motivi: salvare l’euro, unica alternativa al dollaro, e per strappare eventuali partecipazioni in Eni. Ma è sul primo punto che Tremonti spera di riuscire a convincerli: anche i capitali italiani stanno volando nuovamente verso l’estero, in particolar modo verso la Svizzera. Quindi, l’acquisto di quote di debito da parte dei cinesi contribuirebbe a ridare fiducia agli investitori che guardano all’Italia e permetterebbe agli stessi cinesi di diversificare i loro investimenti.
La fiducia perduta. Ritrovare la fiducia degli investitori è fondamentale: guardando lo spread (il differenziale di rendimento) tra bund e btp, ci si rende conto della difficile situazione. Roma per indebitarsi deve pagare il 3,6-3,7% in più rispetto a Berlino. Questo perché gli investitori percepiscono nell’investimento in btp un maggior rischio di insolvenza.
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Gli interessi pagati sul debito sono sempre stati alti, una vera follia. E sono stati proprio questi interessi, e solo questi, a provocare il debito che abbiamo. E’ vero esattamente il contrario di quel che si dice: sono gli alti interessi la causa del debito, non il contrario.
Guardatevi questi quattro conti:http://leprechaun.altervista.org/debito_pubblico_italiano.shtml
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