Al via la stagione musicale di Santa Cecilia, con un concerto alla memoria di due giornalisti - Diritto di critica
Scritto per noi da Giancarlo De Palo*
Applausi a non finire per il pianista russo Denis Matsuev e due bis. Si è conclusa così la prima parte del Concerto dell’Orchestra Nazionale di Santa Cecilia, diretto ieri sera dal maestro Antonio Pappano all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Il programma prevedeva il Preludio sinfonico di Giacomo Puccini e – appunto – il concerto n. 2 in do minore per pianoforte e orchestra op. 18 di Sergej Rachmaninoff. Dopo l’intervallo l’Orchestra ha poi eseguito la Sinfonia Patetica, ultima opera dello sfortunato compositore russo Petr Ilic Cajkovskij.
Per il secondo anno consecutivo, questo concerto straordinario che ha di fatto aperto la stagione di Santa Cecilia, è stato dedicato da Roma Capitale alla memoria dei due giornalisti italiani rapiti e assassinati 31 anni fa dall’OLP, l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina, Italo Toni e Graziella De Palo, la collaboratrice de “L’Astrolabio” e di “Paese Sera”, della quale “Diritto di critica” sta ripubblicando i più importanti articoli dedicati al traffico illegale delle armi.
Il Preludio sinfonico di Puccini, eseguito per la prima volta dall’Orchestra di Santa Cecilia, fu composto dal musicista toscano quando era ancora studente al Conservatorio di Milano.
Il pezzo forte della serata è stato il successivo concerto di Rachmaninoff, composto quando il musicista russo naturalizzato americano si riprese dal fiasco completo della sua prima sinfonia, dopo il quale cadde in uno stato di depressione dal quale si riuscì a riprendere solo dopo un trattamento psichiatrico praticatogli con l’ausilio dell’ipnosi dal dottor Dahl, che durante la terapia lo suggestionava ripetendogli: “Lei riprenderà a scrivere… Lavorerà con grande facilità… Scriverà musica di ottima qualità…”
Nacque così il suo secondo concerto, composto nel 1901, concerto che ha talmente identificato l’autore da intrappolarlo nella sua fama. Talmente orecchiabile da entrare nella colonna sonora del film “Quando la moglie è in vacanza“, interpretato da Marilyn Monroe e da diventare, a casa nostra, parte della sigla di chiusura della trasmissione “La storia siamo noi“, l’unica trasmissione della RAI, guarda caso, a ricostruire fedelmente la tragedia greca di Graziella e Italo, nella puntata “Un mistero di Stato“, scritta da Amedeo Ricucci, che ha firmato nei giorni scorsi una lettera aperta a Giulio Andreotti, Arnaldo Forlani ed Emilio Colombo dal significativo titolo: “Chi sa parli“.
E’ nell’esecuzione di questo concerto che il pianista Denis Matsuev si è distinto in un’esecuzione appassionata, veemente e virtuosistica, da suscitare, a metà serata, un’ovazione tale del pubblico presente nella Sala Santa Cecilia da meritare ben due bis.
Dopo un brevissimo intervallo, l’ultima parte del concerto ha visto come protagonista assoluto il maestro Pappano, nella direzione appunto della Sesta Sinfonia di Cajkovskij. E’ qui che chi ricordava le figure umane, culturali e professionali di Graziella e Italo si è più commosso: la “Patetica” doveva addirittura intitolarsi, in un primo tempo, “Tragica”: l’ultimo e più amato lavoro del grande e popolare musicista russo, anche lui preso dal veleno di quel “male oscuro” che è la depressione. Solo quattro giorni dopo la prima della sua ultima sinfonia, infatti, Petr Ilic, con un gesto suicida, bevve da una caraffa una gran quantità di acqua non bollita, in un ristorante sulla Prospettiva Nevskij di Sanpietroburgo, mentre infuriava un’epidemia di colera. Fu così che qualche giorno dopo, in preda ad una spaventosa agonia, Cajkovskij si spense. Correva l’anno 1893.
L’esecuzione di ieri sera, interrotta dagli applausi prima della conclusione, ha visto il maestro Pappano danzare all’unisono con la sua orchestra nella scansione dettata dalla sua bacchetta. Ovazione finale, ben meritata da una delle istituzioni musicali più antiche e prestigiose del mondo.
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*Giornalista