La lebbra in casa - Diritto di critica
Scritto per noi da Federica Spurio Pompili
Un lebbrosario nel cuore dell’Europa. In Romania, a Tichilesti sul delta del Danubio, nel dipartimento di Tulcea, si trova l’ultima struttura di questo tipo ancora attiva nel continente. Ultima testimone di una piaga che riporta alla mente i periodi più cupi e foschi della storia recente e lontana, oggi accoglie 19 pazienti.
LA STORIA – La struttura venne fondata nel 1900 come monastero e in seguito smantellata dai Bulgari. I malati ricoverati fuggirono e solo nel 1928 si riuscì a ricondurre i sopravvissuti, 180 in tutto, nel lebbrosario. Da quell’anno e fino agli anni Novanta l’ospedale venne tenuto completamente nascosto dalle autorità. Fu solo nel 1991 che Răzvan Vasiliu,un medico, decise di prendersi cura dei malati e della struttura, divenendo l’unico specialista di lebbra in tutta la Romania.
IL MEDICO – Oggi Vasiliu vive in una casa del complesso residenziale del lebbrosario dove lavora dal lunedì al venerdì per appena 2.600 lei al mese (circa 800 Euro). Grazie alla cooperazione con il Consiglio dipartimentale di Tulcea, all’interno della struttura Vasiliu è riuscito a fondare anche un istituto per anziani, il più moderno della regione, e conta 30 pazienti. L’accorpamento delle due strutture ha reso possibile non solo il superamento di un triste stato di isolamento che colpisce gli affetti dal morbo di Hansen (il nome scientifico della lebbra), ma anche l’apertura a nuove possibilità nel campo della geriatria e delle cure palliative.
Fino a poco tempo prima dell’arrivo di Vasiliu i pazienti del lebbrosario vivevano rinchiusi soprattutto per antichi preconcetti e per motivi estetici. Ora invece possono tutti ottenere un permesso per uscire, sempre tenendo in considerazione la malattia e le possibilità fisiche.
LA VITA DI HIMA – La signora Hima Dumitru, ucraina battista di 83 anni di Chilia Veche, è il membro più anziano della comunità, nella quale vive dall’età di 18 anni. Quando i lepromi rossi e dolorosi che le ricoprivano il corpo scomparvero, lei avrebbe dovuto lasciare la struttura. Ma il destino ha voluto che restasse per sempre legata al lebbrosario e sposasse il padre di una bambina orfana alla quale si era affezionata.
Il lebbrosario di Tichileşti è la testimonianza viva di un’Europa che può integrarsi e combattere i propri fantasmi – a volte troppo reali -sconfiggendo l’emarginazione e l’isolamento. Răzvan Vasiliu, dal canto suo, è l’esempio del cambiamento che, volendo, può fare realmente la differenza.
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la notizia è parzialmente scorretta: non è vero che quello dell’articolo è l’ultimo lebbrosario attivo in europa, anche in italia ve ne sono ancora (es Genova che ospita ben più di un malato)
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