Cuba chiude ai giornalisti stranieri - Diritto di critica
Tempi duri per i giornalisti inviati a Cuba. Il governo di Raúl Castro in pochi giorni ha negato il visto lavorativo al corrispondente di France Press, Juan Castro Olivera, e non lo ha rinnovato al giornalista di “El País” Mauricio Vicent: per quest’ultimo, dopo vent’anni di servizio all’Havana e una moglie nativa dell’isola, non c’è più possibilità di raccontare la realtà del regime castrista.
Il caso di Vicent ha provocato la reazione indignata del principale quotidiano spagnolo, che in un editoriale dei giorni scorsi ha parlato di «attentato alla libertà di informazione» e ha paragonato l’azione dei vertici cubani a quella che in Iran ha portato all’espulsione del reporter Angeles Espinosa: «Quando un regime politico percepisce la verità come una minaccia è perché le menzogne sulle quali basa il suo potere hanno i giorni contati».
A chiedere di ritirare il provvedimento anche l’Associazione Giornalisti della Spagna (FAPE) e la sezione iberica di Reporter senza Frontiere, che si chiede se «il ritiro del visto dopo venti anni non voglia essere un avvertimento per tutti gli altri giornalisti».
Vicent è stato accusato di aver offerto, negli ultimi tempi, un’immagine parziale e negativa delle vicende cubane, tanto da influenzare la linea editoriale del “País”.
A Cuba la libertà di stampa è ancora ben lungi dall’essere raggiunta. Colpa anche della Risoluzione 182 del 2006, che all’articolo 46 consente di sospendere o ritirare il visto giornalistico a quel corrispondente che sia “venuto meno all’etica giornalistica e abbia mancato di obiettività nei suoi servizi”.
A gestire e controllare tassativamente i giornalisti stranieri è il Centro de Prensa Internacional (CPI), che risponde al Ministero dei Rapporti con l’Estero ed esercita sempre più spesso un ostruzionismo nei confronti dei mezzi di informazione provenienti da tutto il mondo.
Il regime quattro anni fa aveva già ritirato i visti a Gary Marx del “Chicago Tribune”, Stephen Gibbs della BBC e César González-Calero, del quotidiano messicano “El Universal”. Sotto accusa in particolare gli articoli che la stampa estera ha dedicato nel tempo alle Dame in Bianco, alla morte del prigioniero politico Zapata Tamayo, alla blogger Yoani Sánchez e i resoconti sulle recenti proteste di piazza.
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Quanta ipocrisia. Certi giornalettisti non fanno il mestiere di informare, ma solo di indicare il bersaglio da colpire, obbediscono ad ordini, per cui sono oggettivamente dei nemici. Fa bene Cuba ad espellerli, se non vuole fare la fine della Libia, dove i nostri giornalisti hanno dato il peggio di sé come disinformazione. Non credo proprio che l’espulsione valga per Telesur o Página 12, che sono informazione più seria.
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Caro Roberto, penso che non si debba generalizzare. L’espulsione dei giornalisti che ho citato ha fatto scalpore proprio perché si tratta di reporter pluri-premiati, che si sono distinti per la loro etica professionale.
Del resto sono strenuamente difesi da “Reporter senza frontiere”, che non mi pare sia un’associazione che istighi alla cattiva informazione.
Saluti
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Il regime cubano sta lentamente esalando gli ultimi respiri. Francamente preferirei che morisse di un infarto secco, ma temo che sarà un’agonia ancora abbastanza lunga. E’ assurdo pensare all’esistenza di uno stato del genere nel 2011, di una nazione che scavalca e calpesta i Diritti Fondamentali dell’Uomo in nome di un’ideologia ormai morta e sepolta, e che più che morti e sepolti non ha creato nella sua storia. Leggo spesso il blog di Yoani Sanchez sulla condizione della società civile di Cuba, su come vive la gente comune, per le strade: consiglierei a chi è ancora attratto dal fascino della romantica revolutiòn di andarci a dare un’occhiata!
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Noto con interesse che il Signor Dario esprime delle opinioni su Cuba ma con la prerogativa che non conoscere nulla dell’isola, altrimenti non parlerebbe in questi termini…in fin dei conti lo capisco, si è fatto un’idea leggendo i blog di Yoani Sanchez…
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Perchè mi dica, crede che i cubani siano un popolo felice? Crede che migliaia di esuli morti in mare nella traversata verso la Florida indicano che è una società libera, nella quale sono rispettati i diritti umani? Crede che migliaia di persone condannate al silenzio, o imprigionate, o torturate perchè non la pensano come il Partito, perchè si oppongono al dominio sulla libertà del Partito meritino questa vita? Crede che un regime comunista sia un buon governo?
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