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Diritto di critica | November 24, 2024

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Con la Costituzione e la bandiera, contro i costi della politica: il Presidio di Montecitorio / 2 - Diritto di critica

Pubblichiamo la seconda parte del reportage/intervista dal Presidio di Montecitorio contro i costi della politica. Due nostri inviati sono andati a vedere quale fosse la situazione a Ferragosto.

Scritto per noi da Marco Migliorelli e Francesco Centracchio

Non solo una protesta che avanza chiare legittime proposte, quella di Gaetano Ferrieri, ma anche un dialogo su due fronti, verso le istituzioni e verso i propri connazionali fino alla vicenda dell’Islanda completamente trascurata a livello mediatico, e che chiarifica ulteriormente il significato profondo dello sciopero della fame di Ferrieri: risvegliare la partecipazione attiva alla politica come forma di protesta e riappropriazione della sovranità di popolo democratico.

Nel 150° dell’Unità d’Italia, chi scrive ha avvertito queste parole come le più concrete, reali, vere per celebrare e soprattutto meditare a che punto della nostra vicenda nazionale siamo giunti. Non la retorica istituzionale, non la demagogia, nemmeno il populismo.

G – I cittadini italiani anziché essere rassegnati dovrebbero risollevare il proprio orgoglio insieme alla bandiera italiana e venire qui, in piazza, per agire come in Islanda: una democrazia diretta del popolo. Creare un comitato nazionale di cittadini per scrivere le riforme. Riprenderci la nostra democrazia.

Si pensa liberamente senza l’egida di una bandiera di qualsivoglia partito, qui al Presidio. Nonostante il caldo agostano, nonostante il silenzio pesante di Montecitorio. Un silenzio che prosegue anche oltre la festività, data la scarsa “affluenza” nelle aule parlamentari di deputati e senatori. Un assenteismo che ha persino stupito quei pochi che han creduto bene di presentarsi, pur trattandosi di una seduta tecnica.

Infine spostiamo la nostra attenzione su quella proposta di referendum che portando alla riduzione di senatori e parlamentari, non solo renderebbe il popolo italiano parte attiva e responsabile in una democrazia diretta ma riavvicinerebbe anche le istituzioni al cittadino. Evitando che un capo di gabinetto possa ancora affermare che servono tre milioni di cittadini per avere udienza mentre la voce di un singolo cittadino, incensurato, non viene minimamente considerata.

G. – Ad Alberto Solia, capo di gabinetto, quindi tecnico dipendente, pagato dalla Camera, e suo  appresentante, avevo chiesto di far moralmente intervenire i capo-gruppo della camera, il presidente Fini, per un esame di coscienza, con lo scopo di valutare un abbattimento REALE dei costi della politica, considerando la crisi sociale che sta vessando il paese e i costi sociali che la classe più debole sta  sostenendo. Solia ha però replicato: “voi non siete rappresentanti dei partiti, non siete rappresentanti di nessuno”. 

All’abbattimento demagogico di 50 miliardi di euro, presentato dal governo come una pesante manovra di taglio dei costi della politica, Ferrieri oppone una cifra che va dai 70 ai 150 miliardi.

Numeri a caso? richieste prive di fondamento sulle quali gli esperti analisti non devono perdere del tempo prezioso? Non proprio, difatti afferma Ferrieri, cominciando a fornire un po’ di dati:

G. – Intanto le nostre proposte non fanno riferimento a cifre inventate. L’eliminazione totale delle consulenze a livello nazionale, a livello centrale, a livello territoriale e locale, porta 18 miliardi di risparmio. L’eliminazione delle auto blu al 90% porta altri 18 miliardi di euro. L’eliminazione delle province corrisponde a 14 miliardi di euro. La riduzione delle buste paga relativa ai parlamentari, ai consiglieri regionali, ai presidenti delle regioni, ai grandi sindaci delle circa altri 10 miliardi di euro. E poi ancora i grandi manager pubblici, le società degli enti locali (che andrebbero ridotte), la riduzione del consiglio di amministrazione degli enti locali, gli amministratori delegati delle società degli enti locali e nazionali. C’è poi il discorso pensionistico: l’eliminazione delle triple pensioni e delle pensioni d’oro, quindi una unificazione delle pensioni. Certo non vogliamo che prendano pensioni di 1000 euro, ma possano almeno TUTTI i cittadini sopravvivere, a livello pensionistico, con quella somma. Le pensioni degli amministratori e dei parlamentari vanno comunque ridotte al massimo. 

Nessun politico è mai venuto in una trasmissione a spiegare la necessità, l’utilità di tutte queste spese. Nessuno ha mai sentito il bisogno di “giustificare” pubblicamente ogni singolo centesimo di denaro pubblico speso per decenni per la macchina istituzionale e tutte le amministrazioni. Né a livello mediatico sono mai state poste domande precise al merito, domande secche che la gravità del momento storico imporrebbe. Una spiegazione a questo fatto la da Ferrieri, ed il ragionamento suo come di molti altri ad oggi:

G. – Il punto è che se si è in possesso di un’etica morale per poter parlare col popolo, ci si ragiona. Se invece si è completamente sprovvisti di etica morale e si persegue il proprio arricchimento personale, non riconoscendo minimamente il popolo, non ci sarà mai alcun confronto. Il fatto che umanamente noi siamo qui e non ci degnano di uno sguardo, sta a significare che loro non nutrono alcun interesse verso questa nostra Italia. 

L’etica morale e l’umano. Due concetti che – se strappati al paroliberismo della retorica più o meno sapiente e accostati a quella “operatività politica e sociale né di destra né di sinistra” intesa come “missione” – da una parte mostrano in tutta la sua evidenza quello che la politica ha completamente smesso di essere. Dall’altra aprono uno squarcio di prospettive su quella che può essere una drastica quanto efficace alternativa all’attuale status quo.

E’ importante questo “umanamente”. Fa pensare anche a un discorso di “cultura della politica”. Non più un discorso di coloriture politiche quando l’obiettivo è ricostruire la democrazia alla base del suo vivere politico.

G. – Ci sono poteri economici, che stanno distruggendo diversi paesi europei e anche esterni all’Europa. Paesi nei quali è in atto una rivoluzione civile che ha lo scopo di tornare a legittimizzare il popolo. Qui si è venuta a creare una rete di comunicazione televisiva che ha portato al progressivo controllo totale facendo perdere i valori di quella che è veramente una “società”. E quando cadiamo in un consumismo spietato che esclude l’investimento sulla famiglia, sulle giovani coppie, sulla cultura; quando manca una programmazione del futuro del lavoro e vengono meno la ricerca, l’investimento nella piccola e media impresa , nella produzione di energie alternative e così via, significa che le grandi aziende hanno mangiato insieme al mondo politico, tutto quello che potevano, lasciandoci un territorio completamente devastato e nell’impossibilità di dare futuro ai giovani. Ecco allora che i padri di famiglia, i piccoli imprenditori e tutti coloro che si alzano la mattina e vanno a lavorare e si ritrovano la sera a casa con il figlio che non è un “bamboccione” ma un figlio che non ha un futuro. Ci son giovani di 27 anni, laureati, che lavorano per le multinazionali a 200 euro al mese, e nemmeno percepiscono il buono mensa.

L’esempio è quello di un atto di responsabilità:

G. – Venendo a mancare tutto questo noi ci sentiamo responsabili. I nostri Padri sono morti per darci una prima Repubblica e noi abbiamo il diritto e il dovere di restituire ai nostri giovani insieme al futuro, una seconda repubblica, e di ricostruire il Paese. Questa è la realtà e se loro ci ignorano noi dobbiamo per forza, civilmente, trovarci nella piazza e cercare di raggiungere il nostro obiettivo. Lo ha fatto l’Islanda, un paese democratico, certo. E’ un paese che ha meno abitanti ma non è questione di numero: è questione di coscienza delle persone.

Un rivoluzionario? Questo il suo appello:

G. – Dobbiamo risollevare il nostro valore. Dobbiamo ricordarci di essere italiani. Grazie a radio libere, che pure ci sono in Italia, grazie anche alle televisioni estere, ho percepito il risveglio di quella che è la nostra Italia. Un popolo unito che sotto un unico simbolo arriva a riscoprire cosa significhi essere italiano, a ridare un futuro ai propri figli e a ricostruire la nostra amata Italia.

Nel 150° dell’Unità, indiscussa e mai veramente “meditata”, vien da pensare che sono proprio il disincanto e un senso profondo della realtà, tanto avversati ufficialmente, a portare ad un atteggiamento “rivoluzionario” nell’accezione migliore del termine. Liberando anche da decenni di paludale retorica un “patriottismo” che parrebbe sepolto da secoli sotto le ceneri di una società incapace di riconoscersi come tale.

Ringraziamo Gaetano con questa parola sulle labbra ed è lui a risponderci, ancora una volta con lucidità e pacata fermezza:

G. – Sembra che “patriottismo” sia una grande parola…non ha un colore politico: è il valore di un essere umano per vivere in pace e tranquillità nella propria terra. Non parliamo né di destra né di sinistra: la politica è una missione. Dobbiamo ricordarci che noi abbiamo sbagliato nel delegare. Va bene farlo ma quando la delega viene data a un politico che non rispetta il nostro diritto di essere uomini liberi, dobbiamo riprendercela e riportare la libertà nel nostro paese. Ci potete seguire su www.presidiomontecitorio.it

In effetti – concludiamo noi – Gaetano la rivoluzione nel suo piccolo la sta realizzando: moltissime persone, di tutti i colori e delle più diverse provenienze, che il Ferragosto dell’anno scorso erano chissaddove, adesso hanno partecipato al Presidio.

Comments

  1. orny

    Forza Gaetano non mollare! Il tuo gesto e’ una miccia, spero che porti qualcosa di buono . Anch’io mi riconosco in toto in quello che dici.
    Ti giunga la mia vicinanza e il mio incitamentio a proseguire. Bisogna presidiare e far giungere alle orecchie dei politici che sono andati oltre….e devono loro ”in primis” dare l’esempio di rispetto della ns Costituzione.
    Il fondo e’ stato raschiato da un bel pezzo e i loro privilegi cozzano con lo stile di vita che gli italiani conducono. Svegliamoci !A cosa serve la politica e le leggi se la vita peggiora ogni giorno di piu’. Si sono blindati nel ”Palazzo” e appropriati anche fisicamente di tutto il centro storico di Roma. Ora li non si puo’ piu’ passare, hanno fatto migliaia di lavori a ns spese e non c’e’ piu’ nemmeno la possibilita’ di camminare davanti al Parlamento. Strade chiuse, recinzioni, catene e catenacci , paletti, interruzioni, deviazioni, muretti elettronici, marciapiedi inutili e tutti i palazzi, vicoli,uffici e’ tutto loro. Da stamattina, anche via del Corso, davanti alla Rinascente, non e’ piu praticabile, hanno costruito un muro di gomma per ”lavori” con una volante della Municipale ferma al sole per ”sicurezza loro ” Non c’e’ salvezza per i poveri cittadini comuni…dobbiamo anche circolare alla larga dal Palazzo, perche’ diamo fastidio, potremmo essere pericolosi, creare problemi di ordine pubblico e soprattuto essere indiscreti e curiosi spettatori dell’aria che si respira intorno ai luoghi del potere. E il futuro delle ns vite non e’ in pericolo ? Le forze dell’ordine dovrebbero scortare noi cittadini che ogni minuto ci viene ”sottratto” un diritto ad una vita dignitosa. Mi piace il tuo gesto perche’ non e’ di colore, la tua pacatezza e’ la forza delle tue richieste in nome di diritti civili. La bandiera italiana e la costituzione, niente altro, ti diano la forza di continuare! Faro’ girare questo post a quanti + conosco. Grazie