Zapatero si dimette, fine precoce di un mito della sinistra europea - Diritto di critica
Lo chiamavano “Zapaterismo”. Oggi di quel sogno del socialismo europeo, che ha ispirato per anni la sinistra italiana, rimangono solo le briciole. Il primo ministro spagnolo, ha rassegnato le dimissioni. Si voterà in anticipo di un anno. Josè Luis Zapatero lascia alla Spagna una situazione economica preoccupate, con una disoccupazione superiore al 20%. Quel Paese che avrebbe dovuto superare l’Italia in termini di ricchezza pro-capite con la sua crescita e con il suo dinamismo è stato modello di riferimento per i progressisti nostrani. Che oggi piangono l’ennesimo sogno che non si è trasformato in realtà.
Dalla rivoluzione culturale, al tracollo economico. Anche i socialisti spagnoli voltano le spalle a quello che molti chiamavano “El Bambi”, per via di quegli occhioni azzurri che ricordano il celebre cerbiatto. Di Zapatero, la sinistra europea ricorderà le sue battaglie riuscite per favorire l’aborto tra le ragazze minorenni, per il divorzio breve, per il matrimonio gay e per i processi al franchismo. Ma la rivoluzione culturale condotta in Spagna non è servita all’economia. Il Paese aveva bisogno (anche) di altro: rendere strutturale una crescita basata essenzialmente sugli investimenti stranieri.
Il “Bambi” sognatore si è dimenticato dell’economia. Zapatero è stato “lento”, come lo considerano i suoi compagni di partito. Lento soprattutto di fronte alla crisi economica mondiale. L’economia non è il suo forte, e questo si era capito da subito. Troppo attento ai diritti civili, si è spesso disinteressato ad altri aspetti che determinano il benessere di una nazione: i soldi e il lavoro. Schiacciato dalla sua stessa retorica che ha rubato spazio alle azioni.
La Spagna ora guarda a destra. L’annuncio di venerdì delle dimissioni anticipate è arrivato sotto l’enorme pressione dei mercati finanziari e del suo stesso partito. Il Psoe gli ha chiesto di farsi da parte sperando di recuperare consensi. Oggi il favorito nella corsa alla guida del governo è Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare e la rincorsa è ancora lunga. Il Partito Socialista schiera l’ex ministro degli Interni del governo Zapatero, Alfredo Perez Rubalcaba, che già da vari giorni è intento a preparare la sua campagna elettorale che, al di là di ogni aspettativa si concluderà in netto anticipo. Gli spagnoli saranno chiamati a votare il 20 di novembre. Ironia della sorte: lo stesso giorno in cui morì Franco. Ma era il 1975.
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Agosto 1, 2011
Miguel AngelNon é certo questo: “Oggi il favorito nella corsa alla guida del governo è Mariano Rajoy, leader del Partito Popolare”. Spagna è cosí diversa… Veramente il Partito favorito è il PP, má il candidato favorito è Alfredo Pérez Rubalcaba, degli PSOE. Vediamo…
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Agosto 1, 2011
Luis VenegasPer essere giusti, Zapatero NON si é dimesso. Si voterà in anticipo però per qualche mese, no per un anno, e non ha mai presentato la sua dimissione. Solo per precisare.
Saluti dalla Spagna-
Agosto 1, 2011
Caro Luis, l’atto di sciogliere le camere equivale alle dimissioni anticipate.
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Agosto 3, 2011
Miguel ÁngelCaro Paolo, l’atto di sciogliere il parlamento… non è ancora accaduto. Quindi, le dimissioni non si ha accaduto ancora…
Tutto l’artícolo si capisce come possibilità futura. Prevedibile, inviato, certo, ma non oggi … domani!-
Agosto 3, 2011
Assolutamente no. Zapatero ha sciolto il parlamento e ha indetto nuove elezioni. Si vota in Spagna il 20 novembre
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Agosto 5, 2011
Miguel ÁngelScuse. Non si ha sciolto il parlamento ancora. Rodriguez Zapatero ha annunciato che sciogliere il parlamento e al momento giusto per tenere le elezioni per il 20 novembre. In realtà, nonostante quello che dice l’articolo, Zapatero non si è ancora dimesso. Ha continuato a lavorare a La Moncloa. Si prega di vedere questo:
http://www.lamoncloa.gob.es/home.htm
E di piú: Il giorno delle elezioni non è ufficiale: http://www.20minutos.es/noticia/1127521/0/pp-adelanto-electoral/crisis-deuda/psoe-rajoy-padrino/-
Agosto 5, 2011
Qualsiasi governo dimissionario rimane in carica fino alla nomina (in questo caso da parte del re) di un nuovo capo del governo. Di conseguenza Zapatero è ancora il primo ministro spagnolo e lo sarà fino a dicembre.
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Agosto 1, 2011
AlbertoEhm… citare le fonti di certe notizie sarebbe il caso in questi casi…
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Agosto 5, 2011
Miguel ÁngelE ‘vero. Basta leggere i giornali
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