Tremonti, Crosetto e quelle accuse alla Guardia di Finanza - Diritto di critica
Scritto per noi da Virgilio Bartolucci
Sarà la responsabilità a cui il paese è richiamato dalla crisi finanziaria, sarà lo spread che si allarga tra i nostri Btp e i Bund tedeschi. Sarà tutto questo e forse molto altro insieme, ma non si capisce il tentativo di mettere la sordina alla bomba esplosa ieri, fatta detonare dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia Giulio Tremonti e dal sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto.
Il titolare del dicastero di via XX Settembre, torna sulle polemiche per la casa romana, di via di Campo Marzio, messagli a disposizione dal suo consigliere Marco Milanese. Il deputato del Pdl, per cui è stato chiesto l’arresto, ha detto di aver ricevuto mille euro la settimana da Tremonti, ovvero, un pagamento in subaffitto per l’appartamento. A Unomattina Tremonti si difende: afferma di non avere bisogno di rubare agli italiani «Io prima di fare il ministro dichiaravo al fisco 5 milioni, 10 miliardi di vecchie lire all’anno. Devo dire che do in beneficenza più di quanto prendo come parlamentare. Non ho bisogno avere illeciti favori, di fregare i soldi agli italiani. Non ho casa a Roma non me ne frega niente, non faccio vita di salotti». Il ministro ammette: «forse avrei dovuto essere più attento, ma se devi lavorare in quento modo… Gestire il terzo debito ti impegna abbastanza. Ma se ci sono stati illeciti la magistratura procederà».
Ma il colpo di scena giunge dalle colonne di Repubblica, da cui il ministro afferma di aver accettato la casa da Milanese perché non si sentiva sicuro nella caserma della Guardia di Finanza che normalmente lo ospitava. Tremonti ha spiegato di aver avuto paura di uno scontro tra bande interno alla Finanza, di aver avuto paura di essere seguito, spiato e pedinato all’interno della caserma .
Si tratta di frasi che da sole potrebbero far crollare un palazzo. A metterci un carico da novanta è Guido Crosetto. Il sottosegretario alla Difesa – ospite de La zanzara, il programma di Radio24 condotto dal collega Giuseppe Cruciani – afferma: «Quello che dice Tremonti, in particolare i suoi timori sulla Guardia di Finanza, non è lontano dalla verità: il potere della Gdf è troppo grande, troppo incontrollabile. E mentre dico queste cose anche io non mi sento tranquillo, affatto: è una cosa grave, lo so, ma la dico in diretta perchè rimanga, me ne assumo la responsabilità».
Ma Crosetto rincara: «Probabilmente dopo queste parole da domani ci sarà un finanziere che si occuperà anche di me. In questo Paese so che se qualcuno dice qualcosa sulla Guardia di Finanza rischia di pagarla».
Sembra una storia di spionaggio, secondo il sottosegretario, la differenza rispetto agli altri corpi è che «un carabiniere o un poliziotto senza magistrato non può indagare, la Gdf per motivi fiscali invece può fare quello che vuole. Nella Finanza c’è una gerarchia strana; mentre le forze armate hanno una gerarchia chiara e vanno a dipendere dal ministro della difesa, la Gdf invece non ha gerarchia. A chi risponde?», si chiede Crosetto, per il quale «Si può discutere della smilitarizzazione della Gdf; quello che ha detto Tremonti apre un nuovo scenario».
Poi, però, sempre a La zanzara, Crosetto fa una rivelazione molto significativa, a cui, stranamente, giornali e agenzie danno poco risalto. Racconta che, alcuni anni fa, le sue abitazioni e proprietà sono state oggetto di strani furti. Qualche tempo dopo, due sottufficiali delle fiamme gialle si sono presentati nel suo ufficio di Alba. Il Sottosegretario afferma di aver saputo dai finanzieri che alcuni dei dischetti trafugati dal suo pc erano conservati nella cassaforte di un non meglio specificato Comandante provinciale della GdF. Appresa la notizia, Crosetto si è subito recato dal Procuratore della Repubblica che ha immediatamente disposto una perquisizione. Nella cassaforte dell’ufficiale, sono stati ritrovati i cd dell’esponente governativo, oltre all’agenda di un politico del Pd.
Ma pago di ciò, Crosetto – incalzato dai conduttori – afferma di non aver voluto sapere nulla, né del perché oggetti trafugati in casa sua si trovassero in mano a un finanziere, né dello sviluppo delle indagini che non sembrano esser proseguite.
L’intervento di Crosetto non deve essere piaciuto a Tremonti, se – come scrive l’Ansa – il ministro dell’economia, in serata, avrebbe telefonato al comandante generale della Guardia di Finanza, gen. Nino Di Paolo, esprimendogli “piena fiducia e stima nelle Fiamme Gialle e confermando come il corpo abbia sempre agito nel pieno e rigoroso rispetto delle leggi. Nel colloquio, Tremonti avrebbe definito le dichiarazioni di Crosetto come “inappropriate e del tutto inaccettabili, così come qualsiasi altra illazione sulla condotta e sull’onorabilità della Gdf”.
La domanda sorge spontanea: si tratta di un attacco in grande stile al corpo della Finanza con retromarcia incorporata, o siamo agli albori dell’ennesimo scandalo, ai confini tra lo spionaggio, la lotta politica e l’economia? Ci troviamo davanti a un ministro che, invece di rivolgersi alla magistratura, dichiara in un’intervista di non sentirsi al sicuro in una caserma della GdF e a un sottosegretario, che prima lancia frasi inquietanti e sibilline e poi parla di un reato subito come si trattasse della partita vista la domenica. E’ troppo chiedere di spiegare il vero senso di quelle parole ad un paese che si sta abituando allo sconcerto che vive?
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A VEDERLI VIENE DA PENSARE CHE CESARE LOMBROSO NON ERA POI COSI’ TANTO UN CIARLATANO.
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