Allarme Bangkok, gli esperti: “Entro il 2030 la città sott’acqua” - Diritto di critica
Assente qualsiasi politica che tuteli il territorio e provveda a porre in sicurezza i cittadini di Bangkok, capitale della Thailandia e perla del sud-est asiatico. Gli esperti mettono in guardia il nuovo governo, eletto il 3 luglio scorso, sui rischi idrogeologici dei prossimi 20 anni. Un disastro che potrebbe divenire realtà, entro il 2030. I cambiamenti climatici, l’aumento del livello del mare, l’erosione delle coste rappresentano dei fattori di preoccupazione per gli studiosi, specie se combinati con l’incremento demografico della capitale (circa 10 milioni di persone vivono nel centro o nella periferia) e l’edilizia, con il peso dei grattacieli che fa abbassare il terreno da 1,5 a 5,3 centimetri ogni anno.
Già una parte di Bangkok è sotto il livello del mare. Nel giro di qualche anno a rischio 1 milione di edifici, il 90% dei quali sono residenziali. Nel porto di Samunt Prakan, a 15 chilometri dalla capitale thailandese, le case lungo il fiume si allagano ciclicamente alcuni mesi ogni anno. In un rapporto pubblicato dalla Banca Mondiale, dalla Banca Asiatica dello Sviluppo e dall’Agenzia di Cooperazione Internazionale giapponese, Bangkok compare nella lista delle città minacciate dai cambiamenti climatici.
Jan Bojo, un esperto della Banca mondiale, intervistato da Le Monde, sostiene che uno dei motivi per cui Bangkok sta affondando è nell’ eccessivo pompaggio e utilizzo delle acque sotterranee. C’è chi scommette che la capitale thailandese sarà la nuova ‘Atlantide’. Una delle soluzioni, prospettate dagli esperti, potrebbe essere quella di costruire una serie di enormi dighe lungo il golfo del Siam, un progetto che costerebbe circa 2 miliardi di euro.
Altri studiosi, meno ottimisti, credono che la costruzione di giganteschi argini non possa fermare l’erosione delle coste, con la riva che diminuisce di 3-4 centimetri l’anno. Un fattore positivo, però, potrebbe essere rappresentato da una migliore gestione del terreno edificabile urbano. Le inondazioni, che nei mesi dei monsoni raggiungono proporzioni consistenti, sono da sempre un fenomeno naturale, specie se si pensa che la stessa Bangkok fu edificata su terreni fangosi, a soli 1,5 metri sul livello del mare. Ora, molti canali di irrigazione del terreno hanno assorbito in parte l’acqua proveniente dalle inondazioni. Inoltre, durante il recente processo di urbanizzazione, molti edifici sono stati costruiti su alcuni terreni inadeguati e ora, a farne le spese, potrebbe essere la popolazione.