La Camera scarica Papa, la maggioranza in bilico - Diritto di critica
Alfonso Papa è a Poggio Reale. Dietro le sbarre. La maggioranza si spacca e la linea dura anti-magistratura di Berlusconi esce sconfitta. Si spacca anche la Lega dove prevale la linea legalitaria di Roberto Maroni. Salvo, invece, Alberto Tedesco, senatore del Pd accusato di corruzione nell’affaire della Sanità pugliese.
Il retroscena: la lotta intestina della Lega. Già l’altro ieri nelle stanze del potere c’era una brutta aria. “Ho cercato di convincerli per tutta la sera ma se i leghisti insistono per l´arresto di Papa io non posso farci nulla”, ha raccontato Berlusconi ai sui più stretti collaboratori. “Comunque non ci saranno conseguenze sul governo, questo è chiaro, ma pago la guerra interna alla Lega”. Ed effettivamente proprio di guerra si parla. Mentre Umberto Bossi rimane fedele al premier, la base e la frangia vicina a Maroni mugugna. Un disagio tutt’altro che contenuto che ha spinto il ministro dell’Interno a scontrarsi con il suo stesso leader. “Vedi Silvio, la tua posizione sarebbe corretta se valesse per tutti”, ha dichiarato Maroni al premier in un incontro ristretto tra i vertici dei due partiti. “Ma Papa, se fosse un cittadino qualsiasi, a quest´ora sarebbe già in carcere”. Parole che stridono con le dichiarazioni rilasciate ai media qualche giorno fa dallo stesso Senatur. “Avete ragione, ma ormai Papa è un caso politico. I magistrati attaccano pezzi della maggioranza per attaccare me”, ha spiegato il premier di fronte ad un Maroni determinato e ad un incerto Bossi, preoccupato nel creare un precedente in un momento in cui la vicenda di Marco Milanese potrebbe mettere in pericolo la presenza di Giulio Tremonti nel governo. Ma tutto questo non è bastato. E gran parte dei leghisti hanno votato per l’arresto di Papa.
Il pressing delle opposizioni. Per tutta la giornata di ieri il Pd e l’Idv hanno fatto pressing sulla Lega. “Il Pd è assolutamente contrario al voto segreto e chiede con forza che il voto previsto per questo pomeriggio alla Camera e al Senato sia palese”, ha dichiarato ieri mattina Massimo Marchignoli, deputato del Pd. “Tutte le forze politiche si assumano con chiarezza e trasparenza la piena responsabilità delle loro decisioni”. A queste parole sono seguite le accuse di Bersani, Franceschini e Donadi (Idv) di uno scambio tra l’immunità a Papa e il voto contrario al decreto per l’emergenza rifiuti di Napoli. Il voto è stato segreto ma il pressing delle opposizioni ha sortito qualche effetto. Così il risultato non ha destato sorprese.
Maroni 1 – Bossi 0. Dovrebbero essere stati 45 i deputati della Lega (su 59) ad aver votato a favore dell’arresto di Papa, anche se il voto segreto non consente di identificarli con precisione. A votare a favore anche Marco Reguzzoni, capogruppo del Carroccio alla Camera con posizioni piuttosto distanti dai “maroniani”. Molti giornalisti lo avevano dato per certo tra le fila di coloro che erano contrari all’arresto. Ma il deputato, per confutare ogni dubbio, si è fotografato la mano mentre votava sì. Maroni vince la prima sfida con il Senatur. Berlusconi inizia a tremare.
L’affare Tedesco. Si salva invece Alberto Tedesco. Grazie al voto favorevole di alcuni senatori dell’opposizione e al voto contrario di buona parte della Lega, l’esponente del Pd, vicino a D’Alema, non verrà arrestato. Un neo enorme in una giornata in cui il partito di Bersani avrebbe potuto uscirne a testa alta. Ed in serata la ciliegina sulla torta: “non mi dimetto”.
-
Ed in serata la ciliegina sulla torta: “non mi dimetto”.
Perchè dimettersi se è stato salvato. Per rinunciare a tutto?
Stipendio, privilegi ed incolumità?
Tra le cose da inserire nelle innovazioni sul parlamento onesto, è che in materia di reati commessi da parlamentari, decidono i giudici e non il parlamento.
Questo è il minimo in un paese civile.
Comments