Isreale-Libano, la nuova guerra del gas off-shore - Diritto di critica
Un confine bollente, quello tra Libano e Israele. Anche quello marittimo. Il nuovo oggetto della disputa sono i due immensi giacimenti di gas di Tamar e Leviathan, scoperti dalla compagnia israeliana Delek Energy rispettivamente a 90 e 30 chilometri a largo di Haifa a nord del Paese.
Due super giacimenti di gas. Israele e Libano, ancora ufficialmente in guerra, rivendicano su questi giacimenti la piena ed esclusiva sovranità affermando che si trovano nella loro zona economica esclusiva (ZEE). La posta in gioco è alta. A 1.634 metri sotto il livello del mare la riserva di gas naturale contesa è di circa 700 miliardi di metri cubi (238 miliardi per Tamar e 453 miliardi per Leviathan) per un valore di 90 miliardi di dollari (63,6 miliardi di euro).
I giacimenti “strategici”. Si tratta della scoperta più importante degli ultimi dieci anni. Da sola potrebbe permettere l’indipendenza energetica di Israele per circa tre decenni senza dover più contare sull’Egitto che le forniva il 43% di gas naturale. Infatti, dopo la caduta di Hosni Mubarak i rifornimenti energetici egiziani non erano più sicuri. Anche il Libano è un paese povero di risorse naturali, per questo il contenzioso riveste un’importanza cruciale, in questo caso soprattutto sul piano economico. Il libano ha un debito di 52 miliardi di dollari ossia il 147% del Pil nazionale.
L’ultima parola all’Onu. In queste ultime settimane la tensione tra i due paesi è cresciuta in modo significativo. Per entrambi queste risorse naturali rappresentano un obiettivo d’importanza strategica e nessuno dei due sarà disposto a rinunciarvi facilmente. Sarà l’ONU a valutare la situazione sulla base della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (CNUDM), applicando le norme sulla delimitazione delle zone economiche esclusive. Israele non ha firmato la Convenzione e per questo si rifiuta di accettare una simile soluzione. È questo dunque l’inizio della “guerra del gas” nel Mediterraneo che andrà avanti per lungo tempo.
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1.Quindi, ONU neanche ha fatto in tempo a valutare la situazione, che tu hai gia deciso che “Israele si rifiuta di accettare una simile soluzione” QUALE???
2. Prendi una carta geografica, e spiegami come Libano puo rivendicare qualsiasi cosa che si trova a largo di Haifa? che come vedrai , non e tanto vicina a Libano. -
42km con esattezza Da Haifa a Rosh HaNikra. E ci mancherebbe, liberi tutti di criticare! e dove vedi scritto da me qualcosa contro”diritto di critica”? anzi, conosco (virtualmente) ottimi giornalisti che scrivono qua. pero, da criticare, a scrivere che Israele si sia gia rifiutata di accettare una soluzione neanche valutata ancora, caro Paolo, questo si chiama “inventare”
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Michelle, Israele giustamente non è disposta ad accettare una soluzione dell’ONU che si basa sull’applicazione di norme contenute in una Convenzione (la Convenzione sul diritto del mare del 1982) della quale non è parte. Sulla base del diritto internazionale la convenzione non può essere applicata a Stati terzi (israele in questo caso) e per questo qualsiasi soluzione dovrà essere cercata in altro modo. Mi lascia perplessa questa sua ingiustificata aggressività dato che mi sono semplicemente limitata a riportare i fatti come scritti anche dai principali quotidiani stranieri sui quali troverà anche le cartine geografiche che la aiuteranno a capire la situazione. In poche parole non ho inventato nulla, mi sono semplicemente informata. Il diritto del mare è materia complessa soprattutto nel momento in cui non tutti gli stati hanno aderito all’unica convenzione che ne codifica le norme.
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Chiedo scusa per la “ingiustificata aggressività ” . Ripeto che Israele non puo rifiutare un offerta che non ha ricevuto ancora. ONU non ha fatto ancora in tempo a valutare la situazione , quindi ,ovviamente ancora non ha proposto questa benedetta soluzione. quindi, non esiste ancora un offerta da rifiutare o accettare.(molto logico.)
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Sì però se Israele non fa parte della Convenzione è perché non accetta quelle norme e quindi la loro applicazione perciò non è disposta ad accettare una soluzione che si basi su di esse. Israele ha rilasciato questa dichiarazione non io! A me pare semplicemente una dichiarazione logica. Magari poi la Corte opterà su una soluzione basata sull’equità o un regime di condominio..non saprei. Vedremo quali saranno gli sviluppi.
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PS Israele sta preparando una sua proposta
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I commenti mi hanno incuriosito e sono andato a vedere una cartina. In effetti non si capisce proprio perchè il Libano dovrebbe vantare diritti su questi giacimenti. Leggendo l’articolo si ha invece una percezione diversa. Brava Michelle.
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