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Diritto di critica | November 21, 2024

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Il bluff di Gheddafi, la Libia ha bisogno dell'Italia - Diritto di critica

Il bluff di Gheddafi, la Libia ha bisogno dell’Italia

Gheddafi bleffa. La Libia non può revocare i contratti dell’Eni e se lo facesse sarà costretta a pagare penali enormi alle quali non potrà sottrarsi viste le sostanziose quote azionarie che il paese nordafricano ha in Italia. L’amministratore delegato di Eni, Paolo Scaroni è convinto che chiunque governerà in futuro la Libia non influirà in maniera sostanziale sugli investimenti dell’Eni nella regione.

Scaroni dorme sonni tranquilli. I contratti petroliferi non possono essere disdetti senza un motivo valido. Per il diritto internazionale, l’Italia non è in guerra contro la Libia in quanto agisce sotto l’egida dell’Onu per motivi strettamente umanitari (almeno sotto il profilo formale). Per questo non ha violato il trattato di amicizia e qualsiasi altro accordo. Inoltre, quello di Gheddafi non è considerato più il governo legittimo del Paese e non spetta al rais e ai suoi uomini disdire accordi internazionali.

Gli arbitrati punirebbero la Libia. Non spetta a Gheddafi, quindi, decidere sui contratti con il “cane a sei zampe”. Ma se in futuro dovessero essere gli stessi insorti a non onorare gli impegni presi per aprire il mercato libico ad altre compagnie, il governo legittimo sarebbe condannato dai tribunali che presiedono agli arbitrati internazionali a gravosissime penali. E non sarebbe difficile avere quel denaro, viste le proprietà libiche in Italia. La Libia post-conflitto non avrebbe nessun interesse in questo senso. Anzi, avrebbe bisogno di rimettersi immediatamente in carreggiata, estraendo petrolio e gas nel più breve tempo possibile. L’Eni, in questo caso, potrebbe giocare un ruolo chiave visto che è la compagnia presente da più tempo in Libia, con più impianti e più conoscenza dei siti del petrolio e del gas.

Italia, paese fondamentale per il benessere libico. Se la Libia gioca un ruolo importante per l’approvvigionamento energetico dell’Italia, il nostro Paese è fondamentale per la Libia. Infatti, lo stato nordafricano fornisce il 10% del nostro fabbisogno di gas che paghiamo tre miliardi di euro ogni anno. Una fornitura via tubo che non può essere rimpiazzata, vista la posizione geografica dei due paesi. Quindi le parole di Gheddafi suonano come un bluff. Il governo di Tripoli sanziona una situazione di fatto: l’interruzione volontaria da parte dell’Italia delle forniture di gas e petrolio dalla Libia.

Il futuro (remoto) a rischio. Se nel breve periodo la situazione non cambia, nel lungo le parole del rais qualche apprensione la provoca. Infatti, se i contratti in essere non possono essere toccati, quando scadranno potrebbero non essere rinnovati, soprattutto se Gheddafi riuscirà a riprendere il controllo della Libia. Ma è un rischio piuttosto remoto visti e considerati i tempi di scadenza dei contratti: 30-40 anni.