Palestina, la difficile strada verso il riconoscimento - Diritto di critica
Il Medio Oriente trema di nuovo. Gli Stati Uniti temono che il riconoscimento della Palestina da parte dell’Onu possa portare ad una nuova stagione di scontri nell’area. Ma il processo, oramai, appare irreversibile.
La Palestina verso il riconoscimento. La Lega araba ha deciso ieri a Doha di assicurare il proprio sostegno internazionale per il riconoscimento del nuovo Stato palestinese che abbia le frontiere del 1967 e come capitale Gerusalemme Est. Sono 117 gli Stati che hanno già riconosciuto la Palestina, un numero che preannuncia un probabile esito positivo della votazione di settembre da parte dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
L’opposizione di Obama. L’ostacolo principale è rappresentato dal veto quasi sicuro che porranno gli Stati Uniti all’adesione della Palestina. Barack Obama ha infatti dichiarato la sua opposizione affermando che “l’indipendenza palestinese deve essere raggiunta attraverso il negoziato con Israele”. Il Segretario si Stato americano, Hilary Clinton, è già a lavoro per tentare di studiare una strategia che possa evitare la votazione e rilanciare il negoziato israelo-palestinese in stallo da ormai un anno.
La spaccatura tra le grandi potenze. Abu Mazen è forte del sostegno della Lega araba e della Russia. Gli Stati Uniti cercano invece l’appoggio dell’Unione Europea per tentare di riavviare i negoziati essenziali per evitare il voto di settembre che oltre a provocare delle nuove sollevazioni in Medio Oriente, potrebbe anche essere causa di una crisi istituzionale interna all’Onu. In caso di opposizione del Consiglio di Sicurezza, l’Autorità nazionale palestinese potrebbe comunque andare in Assemblea Generale sulla base del precedente creatosi in occasione della Guerra di Corea, provocando un blocco dalle conseguenze pericolose.