La battaglia per Roma, nella Capitale si spara ancora - Diritto di critica
Corre all’impazzata a zig-zag, cerca di schivare i proiettili che comunque lo colpiscono alle gambe. All’ultimo riesce a urtare il polso di uno dei sicari ed evita un colpo diretto alla testa. Si è salvato così Giulio Saltalippi, giovane di 33 anni con precedenti per furto, ricettazione e rapina, inseguito nella sera di due giorni fa nella zona del Tiburtino, a Roma. Gl’hanno sparato all’impazzata, raccontano i testimoni. Erano in due e a bordo di uno scooter Honda SH e sparavano per uccidere con una pistola calibro 9×21, proiettili che non lasciano scampo.
A pochi giorni dall’omicidio di Flavio Simmi, ucciso con una raffica di colpi alle nove di mattina davanti a testimoni e romani che andavano a lavoro, la Capitale continua ad essere terra di conquista e battaglie. Regolamenti di conti dovuti – secondo gli inquirenti – al controllo del traffico di droga nelle periferie. “Ho incrociato lo sguardo di quell’uomo che correva con una pistola in mano – ha raccontato al Messaggero una testimone – ho pensato che per me fosse finita, continuava a sparare senza pietà“. E davanti ad agguati che si susseguono ogni settimana, le forze dell’ordine minimizzano: non si tratterebbe di grande criminalità, più probabilmente è un regolamento tra piccole gang di zona. Una spiegazione ribadita ieri anche dal sindaco Gianni Alemanno – “Secondo il ministero non siamo di fronte alla criminalità organizzata, ma a una guerra tra bande” – che non convince i più: una gang di quartiere non “esegue” le vittime scaricandogli addosso un intero caricatore e non progetta imboscate quasi quotidiane in modo scientifico e di tale efferatezza come è stato per Flavio Simmi. E poi ci sono gli omicidi e gli agguati ancora irrisolti, come quello avvenuto meno di un mese fa ai danni dell’imprenditore Roberto Ceccarelli, freddato a colpi di pistola davanti al Teatro delle Vittorie oppure l’agguato contro Sandro Andreini, in via Marco Fulvio Nobiliore (al Prenestino), quando due sicari in sella a uno scooter si avvicinarono ed esplosero diversi colpi di pistola contro la sua Smart.
Per cercare di arginare la crisi di consensi (personale) e di sicurezza (per i cittadini), il sindaco Alemanno si è fatto riprendere in sella ad uno scooter per monitorare la realtà della prostituzione romana, ha scritto al ministro dell’Interno, Roberto Maroni, e ha siglato proprio ieri il “Patto per Roma sicura“. La Capitale intanto si chiede a quando il prossimo agguato, a quando il prossimo omicidio.
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via marco fulvio nobiliore é al tuscolano, don bosco, non al prenestino…
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