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grazie per aver rubacchiato dal mio libro “I predatori dell’arte perduta” (Skira 2009), senza neppure nominarlo (non si fa, vero?). Tuttavia Fleischman ha una “e” di meno; la kylix non è stata rubata a nessuno scavo, ma trovata, e non esiste alcun “cimitero etrusco” a Cerveteri, semmai una necropoli; il giro d’affari, come nel mio libro, era 6 miliardi di dollari ma nel (e del) 2000; il Getty è tanto poco “nuovo a restituzioini clamorose”, che ha rimandato in Italia circa 60 pezzi; e che l’Italia “detenga il 50 per cento” del patrimonio mondiale di beni culturali è una colossale balla (vedi “I predatori”, pagg. 63-64). E per oggi, basta.
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Gentile Fabio,
mi dispiace molto che si sia sentito piccato dal non essere stato citato nel mio articolo. Putroppo non conoscevo il suo libro, che a questo punto andrò a comprare. Mi lasci difendere quanto da me scritto. Le fonti autorevoli, come le ha risposto il mio direttore, sono quelle del sito dei Carabinieri, dei comuni di Cerveteri e di Venosa. Per quanto concerne il cimitero (lei dice che non esiste un cimitero etrusco a Cerveteri… ma una necropoli) le riporto la definizione di una nota enciclopedia, la Treccani (che ha pubblicato, come sicuramente saprà, anche due spendidi volumi sull’archeologia): “CIMITERO, luogo destinato alla sepoltura dei morti, sia per inumazione, sia per tumulazione” inculdendo quindi anche le necropoli precristiane. Sono laureata in storia con una specializzazione in archeologia e una storia dell’arte e ho un dottorato in letteratura. Penso che per oggi basti…
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Egregio Signor Torsello,
grazie, ma mi sembra che siamo un po’ al ridicolo. Se l’autore mi dicesse chi altri abbia mai scritto “Più redditizio persino della droga, e certamente meno rischioso: nessun cane è in grado di fiutare un vaso antico in un aeroporto”, forse si potrebbe parlarne ulteriormente; ma in questo caso, non vale certamente la pena. In quanto poi al fatto che “un giornalista utilizzi di norma diverse fonti senza per questo dovere (o essere obbligato a) citarle tutte in ogni articolo”, penso di conoscere la deontologia da almeno 55 anni; e di averla, da allora e sempre, praticata. E’ singolare che, sempre secondo l’autore, “la banca dati dei Carabinieri” le abbia fornito l’ammontare del traffico, scritto da me e non mi pare da molti altri. E potrei continuare a lungo; ma confermo: non vale la pena.
In quanto al “farmi pubblicvità attraverso il suo sito”, penso che i quotidiani e i giornali su cui scrivo non solo abbiamo un’audience assai maggiore, ma maggiore è forse anche il numero delle copie già venduto dal libro in questione. Mi sembra ridicolo, me lo conceda
Un salutone
f.i.
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…può pure essere che i carabinieri abbiano copiato dal suo libro.
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Oh, ma che i carabinieri parlano solo con te?
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Bell’articolo. Interessante e ricco di notizie e curiosità.
Riguardo l’autore che dichiara di essere stato citato: Tutta pubblicità al suo libro. Credo che le sia andata di grn lunga di lusso. Tra l’altro sa benissimo, vista l’attenzione che dimostra di avere per ogni singola riga pubblicata sul web, che le fonti citate da Cinzia Giorgio (Carabinieri, Comune di Cerveteri e Museo di Venosa) hanno attinto dalla sua pubblicazione, senza riportare, loro, la fonte.
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